Prima assicurazione per i neo-papà
Un gruppo assicurativo propone alle aziende la prima assicurazione paternità della Svizzera, che offre un congedo ai papà che desiderano restare qualche giorno a casa con i figli appena nati.
Secondo il promotore il congedo contribuisce a rendere più attraente un’azienda e ad accrescere il senso di appartenenza dei collaboratori. Per i sindacati e la sinistra l’iniziativa è poco solidale: ci vuole una legge.
Lo scorso gennaio la ministra Doris Leuthard aveva proposto di accordare cinque giorni pagati di congedo paternità, e venti non pagati, ai collaboratori del suo dipartimento (economia), ma i suoi colleghi di governo avevano subito soffocato il suo slancio generoso. Il personale dell’amministrazione federale, le avevano ricordato, ha diritto soltanto a due giorni di congedo.
Ma il tema continua a restare nell’aria: da poco il Groupe Mutuel propone alle aziende un’assicurazione paternità. Le ditte possono scegliere tra un tasso di copertura dell’80%, 90% o 100% del salario del dipendente. La durata delle prestazioni può variare tra 2 e 20 giorni di lavoro. L’assicurazione può essere finanziata dal datore di lavoro, dal dipendente o da entrambi.
“Abbiamo lanciato questo prodotto perché dai sondaggi effettuati presso alcune ditte nostre clienti – più di 10’000 – abbiamo capito che avrebbe potuto corrispondere ad un bisogno reale. Ora si dovrà vedere quante aziende si interesseranno davvero all’assicurazione”, dice a swissinfo Yves Seydoux, portavoce del gruppo Mutuel.
Già una realtà in alcune aziende
Alcune grandi compagnie in Svizzera hanno già da tempo accordato un congedo ai padri (ad esempio il grande distributore Migros, l’operatore telecom Swisscom, Sunstore – una catena di farmacie – l’azienda radiotelevisiva nazionale elvetica, SSR SRG idée suisse).
Secondo la Mutuel, “si tratta di un prodotto molto semplice, che riprende l’idea dell’assicurazione per la perdita di guadagno, ossia quella che viene versata in caso di malattia del lavoratore, e soprattutto lascia completa autonomia all’impresa”, conclude Seydoux.
Vedono la questione in un altro modo i socialisti e i sindacati. Per il parlamentare socialista Roger Nordmann, autore di una mozione sul tema (approvata lo scorso 8 marzo dalla Camera bassa), l’iniziativa del gruppo assicurativo è poco solidale.
Un lusso per pochi
Solo il giorno in cui verrà approvata una legge, le aziende potranno completare le prestazioni legali con questo tipo di offerta. Per ora infatti “soltanto i settori ad alto valore aggiunto – ha affermato Nordmann – potranno pagare una simile assicurazione”. In altre parole, se un bancario potrà permettersela, poche sono le speranze per un muratore.
Sulla stessa linea l’Unione sindacale svizzera: “Noi come sindacato riteniamo l’assicurazione paternità una buona cosa, ma ci si deve arrivare in modo solidale. Si deve trovare un accordo per categorie di lavoratori. Non accettiamo soluzioni individuali, perché i premi diventano troppo alti. Abbiamo fatto la stessa esperienza con l’assicurazione maternità, prima che diventasse obbligatoria”, dice Natalie Imboden.Anche per il sindacato comunque la soluzione ideale sarebbe una legge a livello nazionale.
Forse aiuterebbe addirittura ad alzare il livello di natalità in Svizzera. Le inchieste condotte nei paesi industrializzati, mostrano infatti che il desiderio di avere bambini è superiore al numero di quelli che vengono effettivamente messi al mondo: ciò è particolarmente vero in Svizzera, dove a 40 anni più del 20% delle donne non hanno figli (il 40% tra le laureate).
Una questione privata
Ma come spesso è il caso quando si parla di politica famigliare, in Svizzera molti tendono a considerarla una questione che non va troppo regolamentata dallo Stato, come conferma Hans-Rudolf Schuppiser, vicedirettore del Unione padronale svizzera.
“Siamo dell’opinione che l’assicurazione paternità sia una questione privata o al limite che riguarda la gestione del personale di un’azienda o un contratto collettivo di lavoro. Ma non ci interessa una legge, anzi l’avevamo già detto in occasione della votazione sugli assegni famigliari minimi: se passa avremo subito una serie di altre rivendicazioni. Ed ecco qua, siamo serviti”.
Come potrebbe l’assicurazione paternità essere finanziata con i fondi dell’assicurazione di perdita di guadagno, visto che quest’assicurazione sociale è già in deficit? – conclude il vicedirettore dell’Unione padronale svizzera.
Se si pensa però che in Svizzera l’assicurazione maternità è stata approvata dopo 60 anni di lotte, una legge sull’assicurazione paternità sembra per ora un’utopia ancora più irrealizzabile.
swissinfo, Raffaella Rossello
In base al principio del federalismo, in Svizzera gli affari sociali, la formazione, la salute, la cultura e la politica familiare sono principalmente di competenza dei cantoni e dei comuni.
Nel 2006 la popolazione svizzera ha votato in favore di un importo minimo degli assegni famigliari (200 franchi al mese per figlio e 250 per giovane in formazione).
Anche i lavoratori a tempo parziale hanno ottenuto il diritto ad un assegno integrale.
Il principio di un’assicurazione maternità è stato approvato tra altre misure di sostegno delle famiglie dagli uomini svizzeri nel 1945 (le donne ottennero il diritto di voto solo nel 1971).
La legge è entrata in vigore nel 2005, dopo 60 anni.
Prevede il versamento dell’80% del salario per 14 settimane.
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