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Pro Natura: la lince non è sufficientemente protetta

Pro Natura si chiede se le autorità svolgono il loro dovere fino in fondo quando si tratta di perseguire chi infrange la legge uccidendo animali protetti come, ad esempio, la lince Keystone

Una seconda estinzione della lince è tuttora possibile a causa dell'atteggiamento passivo delle autorità nei confronti dei bracconieri. È quanto sostiene Pro Natura in un libretto di 32 pagine che constata almeno 47 uccisioni ma, per il momento, nessun fermo in Svizzera.

La pubblicazione elenca tutti i casi conosciuti di uccisione del maculato felino in Svizzera e Francia limitrofa negli ultimi trent’anni e documenta le inchieste penali finora seguite, «molte condotte in maniera lenta e lacunosa», denuncia l’organizzazione di tutela dell’ambiente.

Pro Natura parla di «casi irrisolti», in cui le autorità competenti hanno tralasciato di usare importanti fonti di informazione. Finora è stata accertata la colpevolezza di una sola persona, ma nel Giura francese e non in Svizzera, sottolinea nell’opuscolo ottenibile per 28 franchi (061/317.91.91).

L’anno scorso l’organizzazione ha offerto una ricompensa fino a 5000 franchi svizzeri per ogni informazione in grado di «incastrare» un bracconiere, ma finora non è stato fornito alcun indizio.

La lince è un animale protetto e la sua uccisione è un delitto, ricorda Pro Natura, ma, «impallinato, avvelenato, tagliato a pezzi o messo in sacchi di plastica, si scontra con l’intolleranza di un manipolo di estremisti» per i quali è solo un predatore responsabile di danni al bestiame e alla selvaggina.

L’associazione ambientalista chiede quindi alle autorità un’azione penale più severa, con multe più «salate», e una campagna contro il bracconaggio di animali protetti.

Proprio mercoledì scorso il Consiglio Federale ha dato, «a titolo sperimentale per un periodo massimo di tre anni», la compentenza ai cantoni di decidere l’abbattimento di linci, lupi od orsi che causano danni «intollerabili».

La misura, adottata modificando l’ordinanza sulla caccia, è valida solo a precise condizioni: la lince deve aver ucciso «almeno 15 pecore», mentre per i lupi non è ancora stato determinato il numero di «vittime». I Cantoni avevano chiesto la facoltà di decidere l’eventuale abbattimento di predatori come condizione al trasferimento dalla Svizzera nordoccidentale a quella nordorientale delle linci, impedite nella naturale migrazione da autostrade, insediamenti, montagne e fiumi.

swissinfo e agenzie

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