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Psicoterapia sessuale per i pedofili

Anche in Svizzera si stanno sperimentando nuove terapie per tentare di curare i pedofili Keystone

In Svizzera sono state appena raccolte circa 120'000 firme per vietare la caduta in prescrizione dei reati di pedofilia. Ma è possibile curare i pedofili?

Per un certo tipo di pedofili una speranza potrebbe forse venire da una nuova terapia, sperimentata anche in Svizzera, che non fa uso di farmaci.

Nell’immaginario collettivo ce lo dipingiamo come un maniaco perverso, un po’ orco e un po’ lupo cattivo, che va in cerca di prede nelle scuole o nelle palestre. Il pedofilo medio però ha un altro profilo: è un uomo sposato, descritto come una persona normale, spesso religioso. Soffre dei suoi atti, e ogni volta si dice che sarà l’ultima. Ma poi perde il controllo. In genere conosce bene le sue vittime.

Pedofili virtuali

La maggior parte delle persone che sono attirate sessualmente dai bambini non passa mai all’atto, ma resta a livello di pura fantasia. Si tratta dunque di persone con una barriera etica solida, che hanno trovato un sistema di autoregolazione (di solito la masturbazione).

In genere i pedofili «virtuali» non frequentano nemmeno i siti pedopornografici su internet. Si «accontentano» di innocentissime foto di bambini sulle riviste femminili.

Purtroppo oltre ai pedofili «virtuali» esistono altre due categorie, i compulsivi e gli psicopatici. Gli psicopatici, tipo Marc Dutroux – il mostro di Marcinelle – non provano nessuna empatia per le vittime e nessun senso di colpa. Con questi soggetti in alcuni paesi, tra cui gli Stati Uniti, viene praticata la cosiddetta castrazione chimica, farmaci che bloccano completamente gli impulsi sessuali.

Squilibrio tra la sfera emotiva e quella sessuale

All’inizio del nuovo tipo di terapia il pedofilo firma un contratto in cui si impegna a non commettere atti su minori, altrimenti sarà denunciato.

Il primo trattamento d’urgenza consiste nell’aiutarlo a smettere, imparando ad autoregolarsi, spiega a swissinfo lo psichiatra svizzero Dominique Chatton, che insieme al collega canadese Jean-Yves Desjardins ha sviluppato la nuova terapia per aiutare i pedofili a non passare all’atto.

«Un pedofilo compulsivo è un immaturo dal punto di vista sessuale, è restato all’età in cui si gioca al dottore. Ho un paziente che si sente un ragazzo di 12 anni», racconta Chatton. Nella fase successiva della terapia, una volta acquisito il sistema di autoregolazione, il sessuologo aiuta il pedofilo a «far maturare» la propria sessualità.

La castrazione chimica può essere controproducente

Contrariamente alla credenza comune, una gran parte dei pedofili compulsivi, spiega Chatton a swissinfo, non hanno una grande carica sessuale. Hanno piuttosto un gran bisogno emotivo.

Spesso loro stessi vittime di violenze da piccoli o cresciuti in famiglie instabili, hanno una scarsa fiducia in se stessi e un rapporto squilibrato con il proprio corpo.

«Se si applica ai compulsivi la castrazione chimica, si toglie loro quel po’ di possibilità che avrebbero di autoregolare la propria carica emotiva», spiega Chatton.

Recentemente un pedofilo, in carcere in Italia da 15 anni, ha chiesto che gli sia praticata la castrazione chimica, perché non vuole ricominciare a fare del male ad altri bambini, una volta uscito di prigione.

Lui fa parte della categoria dei compulsivi, che non riescono a controllarsi, ma provano rimorso e vorrebbero guarire. La castrazione chimica per loro può essere addirittura controproducente, secondo l’opinione di Chatton.

Obbligare qualcuno a curarsi non serve

Il primo a sviluppare il nuovo metodo di psicoterapia per pedofili compulsivi è stato Jean-Yves Desjardins, criminologo canadese, fondatore del dipartimento di sessuologia all’Università del Quebec, a Montreal.

Il sessuologo Dominique Chatton, suo allievo svizzero, e pochi altri allievi di Desjardins, stanno ora cominciando a praticare il suo metodo fuori dal Canada, anche negli ambienti carcerari. Finora i primi casi trattati con la terapia di Desjardins hanno dato risultati incoraggianti.

Essenziale, sottolinea il Dr. Chatton, è però la motivazione personale: un pedofilo che viene semplicemente obbligato dalla giustizia a curarsi non avrà grande successo.

Da sottolineare, infine, che i casi più frequenti di pedofilia sono rappresentati da rapporti incestuosi eterosessuali: le vittime più numerose sono le figlie.

Constatazione che contraddice il luogo comune secondo cui i pedofili sono quasi tutti gay, una credenza dovuta al fatto che i casi che vengono a galla e di cui si occupano i media riguardano più spesso i pedofili che agiscono al di fuori della famiglia, e che effettivamente commettono piuttosto atti omosessuali.

swissinfo, Raffaella Rossello

Secondo l’UNICEF, tra il 10 e il 20% delle persone hanno subito aggressioni sessuali durante l’infanzia.

La maggior parte degli abusi resta impunita.

Nel mondo esistono circa 14 milioni di siti Internet a sfondo pedopornografico.

Solo negli Stati Uniti vengono effettuati più di 1000 arresti ogni anno per reati connessi alla pornografia infantile in rete.

L’iniziativa sull’imprescrittibilità dei reati di violenza sessuale infantile, depositata il 1° marzo, chiede una modifica della Costituzione elvetica.

Di fatto vuole equiparare la pedocriminalità ai reati di guerra e ai crimini contro l’umanità – come il genocidio – gli unici reati che attualmente non possono cadere in prescrizione.

In Svizzera consultare siti a contenuto pedofilo non è un reato, ma si punisce chi registra questo tipo di materiale sul proprio computer o lo distribuisce.

La vendita d’immagini a sfondo pedofilo può essere punita con tre anni di detenzione.

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