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Riabilitato l’ex capo dei servizi segreti Peter Regli

Peter Regli in una foto del 2003 mentre si reca in tribunale Keystone

Le autorità giudiziarie federali hanno archiviato anche l'ultimo procedimento penale ancora aperto nei confronti di Peter Regli. Riguardava le relazioni tra i servizi segreti elvetici e il regime dell'apartheid.

Sospettato d’aver distrutto dei documenti importanti, l’ex capo del Gruppo servizio d’informazioni è stato definitivamente scagionato.

Il Dipartimento della difesa svizzero (DDPS) ha preso atto “con soddisfazione che le accuse mosse a suo tempo nei confronti dell’ex capo del Gruppo servizio d’informazioni (GSI) abbiano potuto essere infirmate e constata che il divisionario Regli è pertanto riabilitato”.

Così il DDPS ha commentato lunedì la notizia secondo la quale il Ministero pubblico della Confederazione (MPC) ha definitivamente abbandonato l’ultimo procedimento penale ancora pendente relativo ai contatti del Gruppo Servizio informazioni elvetico – di cui Regli era capo – con il Sudafrica ai tempi dell’apartheid.

Autore di uno studio sulle relazioni tra il Sudafrica e la Svizzera, lo storico Peter Hug afferma di non capire la decisione del Ministero pubblico della Confederazione. “Vi sono prove schiaccianti che dei documenti sono stati distrutti”, indica a swissinfo. “In alcune interviste – aggiunge – lo stesso Regli ha dichiarato di aver dato il suo nullaosta per la soppressione di questi atti”.

Indagini durate anni

Il procedimento penale per soppressione di documenti nel DDPS, di cui il GSI fa parte, era stato avviato nel 2003.

A causa dei termini di prescrizione, nel maggio del 2006 era già stato chiuso un altro procedimento penale per spionaggio illecito e infrazioni alla vecchia ordinanza sulle armi atomiche biologiche chimiche (ABC). L’informazione era trapelata lo scorso mese di febbraio.

La conclusione di questi due procedimenti mette la parola fine a varie indagini durate più anni. L’MPC già nel 1999 aprì un’inchiesta penale per spionaggio politico e transito illegale di merci strategiche in favore del regime segregazionista sudafricano.

All’origine del procedimento ci furono le dichiarazioni di Wouter Basson, ex responsabile del programma d’armamento chimico-biologico sudafricano “Coast”.

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“Dottor Morte”

Il “Dottor Morte” – come era soprannominato – aveva sostenuto di aver approfittato della logistica elvetica per concludere nel 1992 l’acquisto in Russia di una mezza tonnellata di Mandrax, una potente droga che si voleva impiegare in Sudafrica per tenere sotto controllo i manifestanti di colore. In un processo a suo carico in Sudafrica, Basson aveva anche detto d’aver beneficiato dell’appoggio di Regli.

Al termine delle sue indagini, all’inizio del 2003, l’MPC consegnò due fascicoli all’Ufficio dei giudici istruttori federali. Il primo per un complemento d’inchiesta sulla vicenda Basson, l’altro in rapporto a una denuncia contro Regli per “danneggiamento”, relativa alla distruzione illegale di atti della Confederazione. Quest’ultima è giunta lunedì al suo epilogo.

Cecità in materia di diritti umani

Diversi organi svizzeri si sono interessati al ruolo dell’intelligence elvetica in Sudafrica. Ad esempio, il rimprovero di soppressione di documenti era stato sollevato dal professore Rainer Schweizer, incaricato nel novembre 2001 dal capo del DDPS Samuel Schmid di condurre un’inchiesta amministrativa sulle relazioni tra Svizzera e Sudafrica. Nel rapporto pubblicato alla fine del 2002 si rinfacciava tra l’altro ai servizi segreti di aver dato prova di “cecità” in materia di diritti umani.

Ma soprattutto la Delegazione delle Commissioni della gestione delle Camere federali, quale organo di controllo dell’intelligence, si è occupata più volte della questione dall’inizio degli anni Novanta.

Nel dicembre 1999, essa ha scagionato Regli dall’accusa di aver partecipato alla creazione del programma sudafricano di armi chimiche e biologiche. In un rapporto dell’agosto 2003 la delegazione ha tuttavia rimproverato al divisionario un atteggiamento poco critico e a volte benevolo verso il regime dell’apartheid, come pure di aver sviluppato con Pretoria una sorta di diplomazia segreta parallela.

swissinfo e agenzie

Peter Regli, 63 anni, nel 1981 è nominato responsabile dei servizi d’informazione delle truppe d’aviazione.

Negli anni ’80, Regli intrattiene dei rapporti con il regime segregazionista sudafricano, segnatamente favorendo uno scambio segreto per l’addestramento di piloti con Pretoria.

Nel 1991, il divisionario Regli diventa responsabile del Gruppo informazioni e sicurezza.

Nell’agosto del 1999, Dino Bellasi, uno dei suoi collaboratori, è arrestato con l’accusa di malversazione. In seguito Bellasi accuserà Regli di aver voluto creare un servizio segreto parallelo.

Dopo un’inchiesta interna, Regli è discolpato. Alla fine del 1999, la Delegazione delle Commissioni della gestione delle Camere federali lo scagiona pure dall’accusa di aver partecipato alla creazione del programma sudafricano di armi chimiche e biologiche.

Alla fine del 2000, il governo si separa da Regli, pensionandolo anticipatamente.

Nel 2003 viene avviata una procedura penale contro ignoti per distruzione di documenti in seno al servizio d’informazioni. Il procedimento viene archiviato nel marzo del 2007.

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