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Rinnovato il sostegno svizzero ai palestinesi

I palestinesi eleggeranno un nuovo presidente il prossimo 9 gennaio Keystone

La Svizzera sostiene l’organizzazione delle elezioni presidenziali, legislative e comunali nei territori palestinesi.

Davanti all’assemblea generale dell’ONU, l’ambasciatore Peter Maurer ha esortato ambo le parti a garantire ai palestinesi il libero accesso alle urne.

L’ambasciatore Maurer ha dapprima ricordato il cordoglio suscitato all’interno della comunità internazionale dalla morte di Yasser Arafat.

L’elezione di un nuovo presidente palestinese, prevista per il 9 gennaio 2005, è una prima fase nel proseguimento del processo di pace nel Vicino Oriente, e «costituisce una tappa cruciale per ancorare la democrazia e la legittimità del futuro presidente dell’Autorità palestinese», ha detto il diplomatico svizzero.

Berna è disposta a sostenere sia questo scrutinio sia le elezioni legislative e comunali che si terranno nel 2005, ha precisato. La scelta di una nuova squadra dirigente crea infatti «un’occasione per la ripresa dei negoziati in vista della creazione di un futuro Stato palestinese», ha aggiunto Maurer.

Bisogna rispettare il diritto internazionale

Devono comunque essere adottate misure per ristabilire la fiducia da entrambe le parti, ha detto Maurer, citando ad esempio «il totale rispetto del diritto internazionale umanitario» e una «rapida e significativa» attenuazione delle sofferenze a cui è sottoposta la popolazione palestinese.

L’ambasciatore elvetico ha pure esortato Israele a rinunciare «all’uso sproporzionato delle forze armate» e alla creazione di nuove colonie nei territori. Maurer ha poi ricordato che la Corte internazionale di giustizia ha giudicato illegale la barriera di protezione che lo Stato ebraico costruisce in Cisgiordania.

Condizioni del ritiro dalla striscia di Gaza

La Svizzera appoggia il piano di ritiro israeliano dalla striscia di Gaza, «che può costituire un contributo positivo al processo di pace», ma solo ad alcune condizioni.

Il ritiro deve essere coordinato con i palestinesi e non deve causare il trasferimento dei coloni in siti israeliani in Cisgiordania. Lo Stato ebraico deve pure «facilitare la ricostruzione di Gaza» dopo l’evacuazione del territorio, occupato dal 1967.

L’evacuazione militare «non costituisce in sé la fine dell’occupazione se la potenza occupante mantiene un controllo con altri mezzi, ad esempio l’accerchiamento», ha sottolineato Maurer.

swissinfo e agenzie

Yasser Arafat, presidente dell’Autorità palestinese, è scomparso l’11 novembre scorso. Aveva 75 anni.
È stato sepolto a Ramallah, in Cisgiordania.
La presidenza ad interim è assicurata da Rawhi Fattouh, capo del Consiglio legilsativo palestinese (Clp, parlemento).

L’iniziativa di Ginevra dell’ottobre 2003 propone soluzioni ai conflitti in Medio Oriente.

È il risultato dei colloqui fra personalità dell’autorità israeliana e quella palestinese.

L’iniziativa prende lo spunto dai negoziati ufficiali di Camp David (luglio 2000) e Taba (gennaio 2001) e intende completare il piano di pace del Quartetto del Medio Oriente (ONU, UE, USA, Russia) dell’aprile 2003.

Fino ad ora, 23 Stati hanno aderito all’iniziativa.

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