Roche critica il piano anti pandemia
La ditta farmaceutica svizzera ritiene che i governi mondiali non stiano facendo abbastanza per accantonare sufficienti scorte di Tamiflu, il farmaco anti-virale prodotto dal colosso elvetico da impiegare contro la pandemia influenzale.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), pur non avendo stabilito quanto Tamiflu debba essere messo in circolazione, si dice invece soddisfatta del grado di preparazione raggiunto dai paesi membri.
A più riprese, dalla sua sede ginevrina, l’OMS ha definito “in arrivo” l’epidemia di una nuova forma di influenza umana – probabilmente frutto di una mutazione del virus dell’aviaria. L’OMS ha sempre affermato che il Tamiflu é uno strumento cruciale nei piani che l’Organizzazione ha messo a punto per fare fronte alla minaccia.
Eppure recentemente, in un conferenza che si è tenuta a Basilea, William Burns, capo della divisione Pharma di Roche, ha comunicato che nel primo quadrimestre del 2007 le commesse da parte dei governi sono clamorosamente calate. Mentre la ditta aumentava la capacità dei suoi impianti per produrre il farmaco in maggiori quantità.
“Negli ultimi due anni la maggior parte dei governi ha decisamente preso le distanze dalle scelte fatte all’inizio di questa vicenda. Noi crediamo che ci sia ancora molto da fare per completare le scorte di trattamenti al Tamiflu. E questo potrebbe ridurre tantissimo la mortalità”, ha sottolineato Burns.
“Il problema”, ha precisato il dirigente Roche, “non é più la capacità di produrre sufficienti quantità di farmaco in poco tempo. Adesso il problema é la domanda – e quanto i governi vogliano prepararsi. Noi, però, non possiamo continuare a mettere in produzione e stoccare della merce che nessun cliente richiede”.
Attualmente l’azienda svizzera é in grado di produrre 400 milioni di trattamenti all’anno, ma ha annunciato l’intenzione di ritoccare la produzione in accordo con il calo della domanda, al momento ferma ai 215 milioni di dosi ordinati dai governi.
L’OMS si dice soddisfatta
“215 miloni sono una cifra veramente modesta, se pensiamo che la popolazione mondiale ammonta a sei miliardi di individui”, ha puntualizzato Burns. Roche ha aumentato alla fine dello scorso anno, sotto la pressione internazionale, la capacità di produzione di Tamiflu e ha stretto accordi per la fabbricazione del farmaco, esclusivamente destinato alla popolazione locale, con altre aziende farmaceutiche in Cina, India e Sud-Africa.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha accantonato 3 milioni di trattamenti al Tamiflu, che corrispondono a 30 milioni di capsule. L’OMS ritiene “inevitabile” la pandemia influenzale e ha stimato che fino ad un miliardo di persone potrebbero infettarsi, mentre fra due e 7.4 milioni ne potrebbero morire.
Secondo gli esperti, la pandemia potrebbe essere scatenata da una mutazione del virus aviario H5N1 che finisca per trasmettersi da uomo ad uomo, oppure di un’altra forma di virus influenzale.
Il portavoce dell’OMS Gregory Hartl indica a swissinfo che oltre 170 dei 193 stati membri dell’Organizzazione hanno messo a punto dei piani per fare fronte ad una epidemia di influenza. “Questo indica molto chiaramente quale sia il grado di serietà con il quale il mondo sta affrontando la possibilità che questa pandemia si verifichi”, commenta.
La palla ai governi
Hartl puntualizza, però, che tocca ai singoli governi decidere le modalità di questa preparazione: “Non possiamo emettere delle raccomandazioni globali che siano poi applicabili per ognuno degli stati membri dell’OMS, perché ognuno di loro ha una specifica situazione, con variabili come la quantità di risorse finanziarie di cui dispone o quali altre emergenze di salute pubblica si trovi a dover gestire. Non possiamo andare a dire ai singoli governi nazionali cosa devono fare”.
La scorta di farmaci anti-virali é, d’altronde, solo uno fra gli strumenti di cui l’OMS raccomanda l’adozione per difendersi da una pandemia. Giovedi scorso, in conferenza a Ginevra, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha annunciato di guardare con attenzione alla necessità di aumentare la capacità di produzione e di distribuzione di vaccini. In caso di epidemia, il governo svizzero conta di utilizzarli sull’intera popolazione del paese.
swissinfo, Matthew Allen
(traduzione di Serena Tinari)
Il virus H5N1 é stato isolato ed identificato per la prima volta nel 1996 nella provincia di Guangdong, in Cina.
I primi casi di infezione sull’uomo sono stati riferiti un anno dopo a Hong Kong: 18 persone si sono ammalate, 6 delle quali sono morte. Le più recenti statistiche elaborate dall’OMS contengono 291 casi accertati di contagio sull’uomo, 172 dei quali con esito fatale (dati aggiornati all’11 aprile 2007).
Una pandemia di influenza potrebbe essere causata da un ceppo mutato del virus dell’influenza aviaria H5N1. Una forma che non esiste ancora, in grado di trasmettersi da umano a umano.
Questo medicamento si basa sull’acido scichimico, sostanza che si ottiene per fermentazione o dal guscio del frutto di anice stellata.
Il farmaco fu scoperto dalla Gilead Sciences, in California. La ditta nel 1996 ne ha ceduto a Roche i diritti di sfruttamento e il brevetto di esclusiva sul farmaco scade nel 2016.
Comunemente noto come oseltamivir, il Tamiflu é considerato la migliore difesa farmacologica esistente contro una pandemia influenzale scatenata dall’influenza aviaria, l’infezione virale riscontrata negli ultimi anni negli uccelli fra Asia ed Europa.
1999-2002: 5.5 milioni di trattamenti
2003: 18 milioni
2004: 27 milioni
2005: 55 milioni
2006: 190 millioni (ma la capacità di produzione del sistema ha raggiunto 400 milioni di trattamenti).
In conformità con gli standard di JTI
Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative
Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.
Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.