Sbloccati 1,6 miliardi di dollari della Yukos
Il Tribunale federale ha revocato il sequestro di 1,6 miliardi di dollari, depositati in Svizzera da società del gruppo petrolifero russo Yukos.
I fondi erano stati bloccati lo scorso 25 marzo, su ordine del Ministero pubblico della Confederazione, nell’ambito dell’assistenza giudiziaria alla Russia.
Il Tribunale federale (TF), la massima istanza giudiziaria svizzera, ha accettato il ricorso interposto da Philippe Neyroud, l’avvocato ginevrino di Mikhail Khodorkovski, ex «patron» del colosso petrolifero russo.
La decisione del TF riguarda la compagnia Pecunia Universal, una filiale della Banca Menatep, cassaforte finanziaria della compagnia petrolifera, ha indicato un collaboratore dello studio di Neyroud, Oliver Ciric.
Pregiudizio irreparabile
Secondo Ciric, i fondi sequestrati erano serviti da garanzia al momento della fusione, lo scorso settembre, tra la Yukos e la società concorrente Sibneft con lo scopo di costituire una delle maggiori compagnie petrolifere private del mondo.
Il mantenimento del sequestro rischiava di provocare un pregiudizio irreparabile, sostiene Ciric, poiché il prestito concesso alla Yukos poteva essere denunciato in qualsiasi momento.
Lo scorso 1. giugno, il TF aveva dichiarato irricevibili i ricorsi di tre altre società legate al gruppo Yukos. Una di esse, con un fatturato di sei miliardi di dollari, sosteneva che il blocco di 22 milioni di dollari avrebbe rischiato di condurla al fallimento.
Vari miliardi
L’importo complessivo dei fondi «congelati» in Svizzera dal mese di marzo non è stato rivelato. Il Ministero pubblico della Confederazione ha parlato di «vari miliardi di franchi».
Stando all’agenzia di stampa russa Interfax, sui conti bancari bloccati in Svizzera sarebbero stati depositati 6,2 miliardi di franchi riconducibili al 42enne azionista di riferimento della Yukos, Mikhail Khodorkovski (in carcere in Russia dall’ottobre 2003), e a una ventina di altri soci e dirigenti del gruppo.
Il Ministero delle finanze russo accusa il colosso petrolifero di aver evaso il fisco per 98 miliardi di rubli (4,2 miliardi di franchi). Secondo alcuni osservatori, si tratterebbe invece di una mossa orchestrata dal presidente russo Vladimir Putin, per ostacolare le ambizioni politiche di Khodorkovski.
Processi unificati
Lo scorso 8 giugno, il tribunale distrettuale Meshanski di Mosca ha deciso di unificare il processo apertosi il 28 maggio contro Khodorkovski, subito sospeso, con quello al suo socio Platon Lebedev, in carcere come lui in attesa di giudizio sulla base di accuse di frode ed evasione fiscale. L’udienza dovrebbe riprendere il 16 giugno.
Dopo l’arresto, Khodorkovski si è dimesso dalla presidenza della Yukos, mantenendo tuttavia il controllo sulla proprietà. Lebedev – già presidente della Banca Menatep – è in carcere dal luglio scorso.
swissinfo e agenzie
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