Scandalo dei visti, la Svizzera indaga insieme al Pakistan
La Svizzera rafforza la collaborazione con il Pakistan sul caso del rilascio illegale di visti: due agenti svizzeri andranno ad Islamabad.
La ministra degli esteri, Micheline Calmy-Rey, durante la sua visita in Pakistan conclusasi, ha detto di non aver alcun dubbio sul fatto che l’ambasciata sia stata utilizzata da un’organizzazione mafiosa attiva nel traffico di esseri umani.
Le autorità elvetiche invieranno in Pakistan due poliziotti per informarsi sulle indagini delle autorità locali circa un traffico di visti in cambio di favori sessuali svoltosi all’ambasciata svizzera di Islamabad.
Lo ha dichiarato sabato dalla capitale del paese asiatico la responsabile della diplomazia svizzera Micheline Calmy-Rey. Calmy-Rey si è recata in Pakistan per una visita di quattro giorni, soprattutto per discutere di aiuto allo sviluppo e di ricostruzione dopo il terremoto dello scorso ottobre.
La consigliera federale ha incontrato, oltre al ministro degli esteri pakistano, il presidente Pervez Musharraf e il premier Shaukat Aziz.
La sezione visti resta chiusa
I due agenti, specializzati nel traffico di esseri umani, sono attesi in Pakistan all’inizio della settimana prossima, ha dichiarato alle agenzie il portavoce del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) Lars Knuchel. Ciò dovrebbe permettere di rafforzare la cooperazione tra i due Paesi per far luce sul caso.
La responsabile del DFAE – ha detto Knuchel – ha confermato che la sezione visti della rappresentanza elvetica nella capitale pakistana rimarrà chiusa fino a nuovo avviso. Nel corso di una conferenza stampa col suo omologo pakistano Mian Khurshid Mahmud Kasuri, Calmy-Rey ha detto di non aver alcun dubbio sul fatto che l’ambasciata sia stata utilizzata da un’organizzazione mafiosa attiva nel traffico di esseri umani.
L’ambasciata svizzera, ha riferito Knuchel, prenderà contatto con altre rappresentanze che potrebbero essere state vittime di tali manovre per uno scambio di informazioni. A causa di questa vicenda la Svizzera si trova in una situazione difficile, ha ammesso la consigliera federale. La ministra degli esteri ha descritto quanto accaduto “un attacco contro gli interessi del Pakistan”.
Personale svizzero non coinvolto
Knuchel ha confermato una notizia del “Tages-Anzeiger” secondo cui l’ambasciatore svizzero Martin Dahinden si è incontrato venerdì col direttore generale della polizia pakistana Tariq Khosa. Stando a quest’ultimo non vi sono elementi per ritenere che personale svizzero sia coinvolto nella vicenda.
L’alto funzionario pakistano ha affermato che le informazioni provenienti dalla stessa ambasciata elvetica sono state decisive per smascherare l’organizzazione criminale.
Le autorità pakistane indagano sul caso da fine febbraio. Stando a informazioni pubblicate dai media un impiegato locale dell’ufficio visti – ora in carcere – avrebbe estorto prestazioni sessuali a due donne in cambio di visti.
Un altro impiegato – che si sospetta sia scappato a Londra – è ricercato. Contro quest’ultimo è stato spiccato un mandato di ricerca internazionale. Stando alla stampa, un’organizzazione avrebbe utilizzato l’ambasciata elvetica per un traffico di esseri umani.
swissinfo e agenzie
Nelle 141 rappresentanze diplomatiche svizzere sono rilasciati mezzo milione di visti all’anno, mentre 40.000 richieste sono rifiutate.
Il numero di visti rilasciati dovrebbe scendere a 400.000 dopo l’entrata in vigore dell’accordo di Schengen.
Le autorità svizzere stanno indagando su casi di traffici di visti nelle rappresentanze diplomatiche in Oman, Perù, Russia, Nigeria, Serbia, Eritrea e Pakistan.
In febbraio si apprende da fonti pachistane che un impiegato locale dell’ambasciata svizzera ad Islamabad ha chiesto dei favori sessuali a due donne in cambio del rilascio di un visto.
In aprile l’uomo viene arrestato dalla polizia pachistana. Secondo quanto indicato da fonti ufficiali pachistane nel traffico di visti sarebbero coinvolti anche degli impiegati elvetici.
In marzo il Dipartimento federale degli affari esteri ha inviato un ispettore sul posto e in aprile ha aperto un’indagine amministrativa.
In maggio la ministra degli esteri elvetica, in visita in Pakistan, decide di inviare dalla Svizzera due agenti specializzati nel traffico di essere umani.
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