Schengen: luce verde all’integrazione della Svizzera
I ministri degli affari esteri dell'Unione europea hanno avvallato lunedì l'accordo che consentirà di integrare la Confederazione allo spazio di Schengen.
La soppressione dei controlli sistematici alle frontiere non entrerà tuttavia in vigore prima di novembre.
Senza discussioni e senza sorprese, i responsabili della diplomazia dei 27 Stati membri dell’Unione europea (UE) hanno adottato una serie di decisioni «relative alla conclusione», da parte di Bruxelles, degli accordi bilaterali che integreranno la Svizzera nello spazio di Schengen.
I trattati assoceranno inoltre Berna all’applicazione della Convenzione di Dublino, che permette di determinare il paese responsabile dell’esame di una richiesta d’asilo.
L’approvazione di queste decisioni segna la fine della procedura europea di ratificazione dei due accordi, i quali erano stati conclusi e firmati nel 2004.
«Il Dipartimento federale di giustizia e polizia si rallegra della decisione dell’UE», ha dichiarato il portavoce Sascha Hardegger.
«Ora lavoreremo duramente per creare i presupposti all’adesione della Svizzera, ad esempio per quanto riguarda gli aeroporti – unica frontiera esterna della Confederazione – le leggi cantonali sulla protezione dei dati e altre questioni tecniche relative ai collegamenti tra le banche dati delle polizie europee e alla formazione delle forze dell’ordine», ha precisato Hardegger.
Cinque valutazioni
Concretamente, «l’associazione della Confederazione alla messa in atto, all’applicazione e allo sviluppo di quanto acquisito da Schengen» – per utilizzare la terminologia ufficiale – diverrà tuttavia effettiva al 100% soltanto dopo il 1. novembre (la partecipazione operativa della Svizzera è indipendente dall’entrata in vigore dell’accordo, previsto per il 1. marzo).
In effetti, l’attitudine di Berna ad applicare tutte le disposizioni dell’accordo di Schengen – che mirano a compensare la soppressione dei controlli sistematici delle persone alle frontiere con un rafforzamento della cooperazione internazionale tra polizie e poteri giudiziari, deve ancora essere «valutata» dall’UE.
Queste valutazioni porteranno su cinque temi: l’adesione della Svizzera al Sistema d’informazione Schengen (SIS), una vasta banca dati europea sulle persone ricercate e su oggetti scomparsi; il rispetto, da parte di Berna, della legislazione dell’UE sulla protezione dei dati a carattere personale; l’applicazione di norme di sicurezza negli aeroporti elvetici; l’adattamento della Svizzera alle norme europee in materia di emissione di visti; la creazione di una vera e propria cooperazione tra gli organi di polizia.
Altri sviluppi
Accordi bilaterali
Esperti sul terreno
In questo contesto dovranno essere adattate alcune leggi cantonali. Le ispezioni europee, che saranno effettuate in Svizzera da esperti degli Stati membri dello spazio Schengen, sono già state pianificate: una parte avverrà in primavera, ovvero prima del Campionato europeo di calcio, organizzato congiuntamente da Svizzera e Austria nel mese di giugno. Un altro esame sarà invece condotto dopo il grande avvenimento sportivo.
In seguito saranno pubblicati dei rapporti, che necessiteranno l’approvazione unanime del Consiglio dei ministri dell’UE.
«Il calendario sarà molto fitto», riconosce Berna, sottolineando che il minimo granello di sabbia costringerà la Svizzera a riportare la sua adesione a Schengen al marzo 2009. L’Unione non tollererà infatti alcuna lacuna nel sistema.
La Commissione europea si è dal canto suo mostrata fiduciosa. «Abbiamo imparato a conoscere la Svizzera», ha dichiarato Friso Roscam Abbing, portavoce del commissario europeo Franco Frattini, incaricato degli affari interni e giudiziari.
«Sappiamo che si tratta di un partner serio ed affidabile e riteniamo che sarà capace di rispettare la scadenza (del 1. novembre)», a patto che metta a disposizione «le necessarie risorse finanziarie, giudiziarie e umane».
swissinfo, Tanguy Verhoosel, Bruxelles
(traduzione e adattamento: Luigi Jorio)
Il trattato di Schengen è stato sottoscritto nel 1985 nell’omonima cittadina del Lussemburgo dai rappresentanti di Francia, Germania e Benelux.
Gli accordi, che concernono i settori di giustizia e polizia, hanno fornito il quadro legale per la progressiva abolizione dei controlli delle persone lungo le frontiere interne dell’UE.
Per garantire la sicurezza dopo l’apertura delle frontiere, il trattato di Schengen prevede un potenziamento dei controlli alle frontiere esterne dell’Unione, una migliore collaborazione transfrontaliera tra gli organi di polizia e il coordinamento tra gli Stati per la lotta alla criminalità organizzata.
Gli accordi sono stati adottati da 24 paesi. Gli ultimi arrivati, il 21 dicembre 2007, sono Polonia, Repubblica ceca, Ungheria, Slovacchia, Slovenia, Estonia, Lettonia, Lituania e Malta, ovvero nove dei 10 Stati che hanno aderito all’UE nel 2004.
La Svizzera ha ratificato il trattato di Schengen il 16 ottobre 2004.
La proposta di adesione della Svizzera allo Spazio di Schengen, combattuta da un referendum, è stata approvata dal popolo svizzero il 5 giugno 2005 (54,6% i voti favorevoli).
Se i tempi previsti saranno rispettati, la Confederazione dovrebbe aderire allo spazio di Schengen il 1° novembre 2008.
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