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Sicurezza a Davos: appello all’insubordinazione

Anche l'anno prossimo le uniformi dei soldati svizzeri faranno da cornice al WEF Keystone Archive

Gli antimilitaristi chiedono ai soldati di rifiutarsi di prestare servizio a sostegno della polizia durante il Forum economico mondiale (WEF) di Davos.

Nonostante l’opposizione della sinistra, il Consiglio nazionale ha approvato giovedì l’invio di 6500 militi nel 2005 e nel 2006.

L’esercito dovrebbe dar man forte alla polizia anche in occasione delle edizioni 2005 e 2006 del Forum economico mondiale di Davos.

Con 109 voti favorevoli, 45 contrari e 16 astensioni, la Camera bassa ha accettato di mettere nuovamente a disposizione 6500 soldati per garantire la sicurezza durante l’importante appuntamento politico ed economico internazionale.

L’oggetto dovrà essere trattato dagli Stati la settimana prossima.

Sinistra contraria

Lo schieramento rosso-verde ha vivamente attaccato sia l’invio dell’esercito, che l’organizzazione stessa del Forum.

Pia Hollenstein (Verdi/SG) ha detto che i militari non hanno le qualifiche e le competenze per garantire missioni di polizia.

A suo avviso, l’intervento dell’esercito non è altro che un alibi per giustificare i mezzi che riceve.

Destra favorevole

Di opinione diametralmente opposta la maggioranza borghese.

Duri Bezzola (PLR/GR) ha sottolineato a nome della commissione che il WEF è una piattaforma eccezionale per gli affari esteri della Svizzera e un avvenimento formidabile per la nostra immagine.

Non occorre poi trascurare l’aspetto economico: il Forum di Davos, accolto favorevolmente dalla maggioranza dalla popolazione locale, produce un indotto economico di 42 milioni di franchi.

Duri Bezzola ha anche ricordato che l’appoggio dei soldati alle autorità civili è una delle missioni affidate all’esercito.

Da parte sua, André Bugnon (UDC/VD) ha dichiarato che non ci sarebbe bisogno dell’esercito, se i contestatori del Forum dimostrassero pacificamente. Purtroppo attacchi contro personalità e atti terroristici restano possibili.

Niente referendum facoltativo

Il Consiglio nazionale ha poi approvato pure l’idea di un impiego della truppa anche nel 2006, sempre che le condizioni legali o le minacce non subiscano modifiche.

Le autorità grigionesi dovranno comunque presentare una richiesta formale.

La Camera del popolo ha infine nettamente respinto tre proposte lanciate da Josef Zisyadis (VD/POP).

Il consigliere nazionale voleva costringere il governo a spostare il WEF in un paese sicuro, ad inviare a Davos soltanto militi volontari o a dare la possibilità al popolo di pronunciarsi, sottoponendo l’intervento dell’esercito a referendum facoltativo.

80% delle spese coperte

Per quanto riguarda il finanziamento, Berna coprirà come in passato l’80% delle spese per garantire la sicurezza delle personalità protette dal diritto internazionale.

Il contributo della Confederazione non supererà i tre ottavi di quello fornito dai Grigioni e sarà di al massimo 3 milioni di franchi l’anno.

I costi supplementari per il Dipartimento militare sono stimati a circa 2,5 milioni di franchi e saranno presumibilmente finanziati mediante i crediti già stanziati.

Appello al rifiuto d’ordine

Sempre giovedì, il Gruppo per una Svizzera senza esercito (GSsE) ha chiesto ai soldati di rifiutare il servizio durante il Forum economico mondiale (WEF) di Davos.

«Non siamo stati formati per far fronte a manifestazioni. Questo tipo di interventi è dunque pericoloso tanto per noi che per le persone che ci troveremo di fronte», ha affermato Marc Kalbermatter, membro del Comitato di soldati contro l’impiego dell’esercito all’interno del Paese.

Il comitato, che riunisce una ventina di militi, ha ottenuto il sostegno di dodici consiglieri nazionali di sinistra.

Comitato e GSsE temono soprattutto che i soldati aprano il fuoco sui manifestanti.

Impiego anticostituzionale

Per argomentare la loro opposizione all’impiego dell’esercito nella località grigionese, fanno riferimento a una frase, assolutamente contestata, del messaggio del Consiglio federale che invoca «il rischio fondamentale per la sicurezza interna prodotta da manifestazioni violente».

Per il GSsE, l’impiego di migliaia di soldati è contrario alla Costituzione, poiché quest’ultima autorizza l’intervento dell’esercito solo in caso di avvenimenti eccezionali.

Può essere qualificata eccezionale una manifestazione ricorrente come il Forum di Davos, che si tiene ogni anno?, si chiede la consigliera nazionale Valérie Garbani (PS/NE).

Punizioni in caso di insubordinazione

L’appello del GSsE ha sorpreso il Dipartimento della difesa (DDPS).

«L’esperienza ci insegna che appelli di questo genere hanno pochi effetti. I soldati che rifiuteranno il servizio saranno puniti nel rispetto del regolamento, con la severità del caso», ha dichiarato il portavoce Martin Bühler.

swissinfo e agenzie

Con 109 voti favorevoli e 45 contrari, il Consiglio nazionale ha accettato di far intervenire l’esercito per garantire la sicurezza al WEF anche nel 2005.
6500 soldati al massimo potranno essere impiegati a Davos nel 2005 e 2006.
La Confederazione assumerà l’80% delle spese per la sicurezza, ma al massimo 3 milioni di franchi all’anno.

La prossima edizione del Forum mondiale economico di Davos si svolgerà dal 26 al 30 gennaio 2005.

La manifestazione è nata nel 1971, quando il professore d’economia ginevrino Klaus Schwab decise d’organizzare un simposio economico a Davos.

Da allora il WEF è diventato uno dei più importanti appuntamenti politici ed economici internazionali, che riunisce ogni anno migliaia di dirigenti internazionali.

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