Sicurezza interna: la Svizzera non è un caso particolare
La collaborazione internazionale nella lotta al terrorismo deve essere migliorata. Lo dice a swissinfo Victor Mauer del Politecnico federale di Zurigo (ETH).
Secondo il vice-responsabile del Centro di ricerca sulla politica di sicurezza dell’ETH, la Svizzera non è un obiettivo primario per i terroristi.
Il pericolo di attacchi terroristici è aumentato anche in Svizzera. Ma, secondo il rapporto annuale sulla sicurezza interna dell’Ufficio federale di polizia (fedpol), la Confederazione non rientra tra gli obiettivi principali del terrorismo islamico.
Si sospetta tuttavia che alcuni terroristi islamici siano passati anche dalla Svizzera, ci vivano e vi pianifichino degli attacchi, anche se al riguardo, fino ad oggi, non esistono prove concrete.
swissinfo: Fedpol ritiene che la minaccia terroristica sia aumentata anche nei confronti della Svizzera. È d’accordo?
Victor Mauer: Ritengo che si debba differenziare. Il rapporto non dice propriamente che il pericolo è aumentato, ma che la Svizzera figura tra i terreni operativi del terrorismo in Europa. In questo contesto, si sottolinea che un attacco terroristico di matrice islamica sia possibile.
Penso tuttavia che la situazione s’inserisca nel trend degli ultimi anni. Si tratta di uno sviluppo costante, non ci sono stati cambiamenti significativi.
swissinfo: Nel lasso di tempo coperto dal rapporto si sono però verificati gli attacchi di Londra.
V.M.: In precedenza, in Europa c’erano già stati gli attentati di Istanbul e Madrid. Fondamentalmente penso però che la tendenza e di conseguenza i pericoli siano rimasti simili al passato. Non si sono verificati dei nuovi, drammatici sviluppi.
Non possiamo escludere che la Svizzera venga utilizzata quale punto di appoggio o di riposo. La pressione rimane elevata per la polizia.
È anche possibile che il paese funga da piattaforma per la preparazione di attentati al di fuori dai suoi confini. Quel che è certo è che la Svizzera non è un obiettivo primario.
swissinfo: La collaborazione tra la Svizzera e gli altri paesi europei nel campo della lotta al terrorismo può essere considerata buona?
V.M.: Negli ultimi anni si è costatato un chiaro rafforzamento della collaborazione, sia da parte svizzera che di quella degli altri paesi europei. Molti contatti tra i servizi di sicurezza avvengono a livello bilaterale. E questo vale anche per la Svizzera.
Il rapporto dell’Ufficio federale di polizia indica però che questa cooperazione può essere ancora migliorata. Non solo per la Svizzera, ma anche per quanto concerne gli altri paesi europei.
swissinfo: Secondo fedpol, gli ambienti di estrema destra non costituiscono una minaccia per la sicurezza interna. Condivide anche lei questa visione?
V.M.: Sì, lo ritengo anche io. Attualmente i gruppi di estrema destra rappresentano soprattutto una minaccia isolata per l’ordine pubblico. Ciò che preoccupa è invece il sensibile aumento di cerchie di estrema destra organizzate.
A livello globale, questo tipo di estremismo non costituisce una sfida alla sicurezza interna paragonabile a quella del fondamentalismo islamico. Una sfida questa che va combattuta con grande determinazione.
È interessante notare che queste tendenze si riscontrano anche in Germania, come rilevato dall’ultimo rapporto sulla sicurezza interna. Anche in questo paese si registra un netto aumento della violenza di destra, ad un livello ancora più preoccupante.
swissinfo, intervista di Andreas Keiser
(traduzione Marzio Pescia e Armando Mombelli)
In Svizzera il settore della polizia è di competenza dei cantoni. Ogni cantone ha quindi istituito un proprio corpo di forze dell’ordine.
Anche le città e i comuni dispongono di propri corpi di polizia.
La Confederazione è invece responsabile per la sicurezza interna a livello nazionale.
Questo compito viene assunto principalmente dall’Ufficio federale di polizia, al quale sottostanno le divisioni di Polizia giudiziaria federale, il Servizio di analisi e prevenzione e il Servizio federale di sicurezza.
Dal 2002, fedpol svolge delle inchieste, sotto la direzione del Ministero pubblico, nell’ambito della criminalità grave (crimine organizzato, riciclaggio di denaro, corruzione).
Nel caso di operazioni di grande portata, come già successo per il vertice del G8 a Evian o il Forum economico mondiale a Davos, anche l’esercito fornisce assistenza agli organi di polizia.
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