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Simon Ammann entra nella leggenda olimpica

Simon Ammann: quattro medaglie d'oro olimpiche appese al collo Keystone

Otto anni dopo Salt Lake City, a Vancouver il fuoriclasse svizzero si è aggiudicato ancora una volta due medaglie d’oro nel salto con gli sci ai Giochi olimpici. Il trionfo di Simon Ammann, che ha letteralmente sorvolato la concorrenza, entusiasma anche la stampa domenicale elvetica.

Nel 2002, alle Olimpiadi invernali di Salt Lake City, l’allora 21enne esordiente sangallese aveva sorpreso tutti, conquistando il primo rango sia nella gara di salto dal piccolo che dal grande trampolino.

Simon Ammann, subito soprannominato “l’Harry Potter volante” per una vaga somiglianza con l’attore che impersona l’eroe di Joanne K. Rowling, era diventato già otto anni fa una sorta di fenomeno.

Solo pochi atleti erano infatti riusciti in precedenza a conquistare, in un solo colpo, due medaglie d’oro olimpiche in una disciplina altrettanto spettacolare ed impressionante. I suoi successi, ma anche il suo atteggiamento gioviale e simpatico, gli avevano fruttato grande popolarità e un notevole interesse mediatico sia in Europa che nel Nordamerica e in Asia.

Da curiosità sportiva, Simon Ammann si è trasformato questa fine settimana in una vera e propria leggenda olimpica, strappando il suo secondo doppio successo ai Giochi invernali di Vancouver. Nessun altro atleta aveva vinto finora quattro medaglie d’oro nelle gare individuali di salto con gli sci.

E, per la Svizzera, nessuna altro rappresentante rossocrociato si era portato a casa un bottino così ricco di metallo prezioso dalle Olimpiadi. Solo l’ex sciatrice Vreni Schneider era riuscita finora a vincere tre ori olimpici tra il 1988 e il 1994.

Nervi d’acciaio

A Whistler Mountain, una settimana dopo il primo posto ottenuto nel salto dal piccolo trampolino, il saltatore sangallese ha dimostrato ancora una volta nervi d’acciaio. Nonostante le enormi aspettative che pesavano sulle sue spalle, Ammann ha saputo mantenere una calma e una serenità straordinarie in entrambe le prove dal grande trampolino.

Già al primo salto il fuoriclasse elvetico ha praticamente spezzato il morale e le ali dei suoi più temibili concorrenti, volando a 144 metri, ossia ben 7 metri in più del polacco Adam Malysz, e 13 metri dinnanzi al terzo classificato il finlandese Matti Hautamäki. I temibilissimi austriaci devono accontentarsi di occupare le posizioni tra il quarto e il settimo rango: il migliore, Andreas Kofler, ha già ceduto ben 17 metri ad Amman.

Stesso scenario alla seconda prova: mentre gli austriaci deludono di nuovo e Hautamäki manca completamente il suo salto, il pluricampione olimpico vola più lontano di tutti, a 138 metri, verso il suo quarto oro olimpico. Sul podio si ritrovano gli stessi tre saltatori che avevano già occupato i primi tre ranghi dal piccolo trampolino: Simon Ammann, Adam Malysz e Gregor Schlierenzauer.

Re dei cieli

Per la SonntagsZeitung, Ammann è diventato così il “re dei cieli”. Un re che non si è lasciato scomporre neppure dalle inutili proteste inoltrate dalla delegazione austriaca, che contestava un piccolo dettaglio dei suoi attacchi agli sci.

Nonostante questa vicenda e la pressione che gravava sulle sue spalle, il saltatore sangallese è rimasto sorridente e raggiante in attesa della seconda grande gara a Whistler Mountain. “I concorrenti hanno dovuto notare, giorno dopo giorno, che Ammann non lasciava assolutamente trasparire alcun segnale di nervosismo”, sottolinea il foglio domenicale.

“Se il suo doppio successo a Salt Lake City è stata l’impresa di un giovane talento euforico e spensierato, la doppia vittoria di Vancouver è l’opera di un saltatore maturo e dotato di un’estrema forza mentale”, osserva la SonntagsZeitung.

Il più grande

Per la NZZ am Sonntag, Ammann ha scritto “una pagina di storia dello sport”, riuscendo addirittura a ripetere una prestazione che era già eccezionale: “due volte doppio campione olimpico”.

Los sportivo svizzero si è ormai conquistato “un posto d’onore nell’Olimpo, proprio accanto al padre degli dei Zeus”, afferma invece l’altro giornale domenicale Sonntag. “Simon Ammann è rimasto sempre rilassato, si è concentrato soltanto su se stesso e non ha perso d’occhio in nessun momento il suo obbiettivo: la medaglia d’oro”.

Mentre per il Sonntasblick, il sangallese è semplicemente “il più grande”, secondo Le Matin dimanche, Ammann “si ritrova ormai da solo nella leggenda”. Il fuoriclasse ha scelto la tattica giusta a Whistler Mountain, ossia attaccare ad oltranza: “volerò fin dove il vento mi porterà”, ha dichiarato Ammann al giornale romando, prima di strappare il suo quarto successo d’oro.

Armando Mombelli, swissinfo.ch

Il sangallese è nato il 25 giugno 1981. È alto un metro e settantadue centimetri e pesa meno di 60 chili.

Alle Olimpiadi, Simon Amman ha conquistato due medaglie d’oro a Salt Lake City nel 2002 (salto individuale dal piccolo e dal grande trampolino) e due a Vancouver nel 2010 nelle stesse disciplime.

Ai campionati del mondo, il saltatore svizzero ha vinto una medaglia d’oro (grande trampolino) e una d’argento (piccolo trampolino) nel 2007 a Sapporo, oltre che un bronzo nel 2009 a Liberec sul piccolo trampolino.

Coppa del mondo: Simon Amman figura in testa alla classifica 2009/2010. Nel 2007 aveva concluso al terzo rango, nel 2008 al nono e nel 2009 al secondo.

Classifica finale:

1. Simon Ammann (Svizzera) 283,6 metri (144/138)

2. Adam Malyzs (Polonia) 269,4 (137/133,5)

3. Gregor Schlierenzauer (Austria) 262,2 (130,5/136)

4. Andreas Kofler (Austria) 261,2 (131,5/135)

5. Thomas Morgenstern (Austria) 246,7 (129,5/129,5)

6. Michael Neumayer (Germania) 245,5 (130/130)

7. Antonin Hajek (Cechia) 240,6 (128/129)

8. Noriaki Kasai (Giappone) 239,2 (121,5/133)

9. Robert Kranjec (Slovenia) 233,7 (118,5/135,5)

10. Wolfgang Loitzl (Austria) 230,3 (129,5/121,5).

24. Andreas Küttel (Svizzera) 204,9 (121,5/119)

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