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Sri Lanka: la Svizzera si offre come paciere

Scontri violenti anche lunedì a Colombo Keystone

La Svizzera chiede alle parti in conflitto in Sri Lanka di sospendere le ostilità. Il ministero degli esteri elvetico offre i suoi buoni uffici per l'organizzazione di colloqui di pace.

Già in passato la Svizzera ha giocato un ruolo di mediazione tra l’esercito cingalese e i ribelli delle Tigri Tamil.

La Svizzera “è estremamente preoccupata” dal dilagare dei combattimenti in Sri Lanka, dove si affrontano forze dell’esercito regolare e truppe delle Tigri Tamil.

Berna – si legge in una nota diramata nella serata di lunedì – “è disposta a contribuire all’organizzazione di colloqui di pace, analogamente a quanto avvenuto in febbraio a Ginevra”.

I colloqui di pace – organizzati dalla Norvegia – tra il governo dello Sri Lanka e i ribelli indipendentisti per la liberazione dell’Elam Tamil (Ltte) non avevano portato però ad alcun risultato. Nel frattempo in Sri Lanka la violenza era nuovamente esplosa.

Tornare al tavolo dei negoziati

Nel comunicato di lunedì, il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) invita le parti a cessare immediatamente i combattimenti e a tornare al tavolo dei negoziati.

La Svizzera – si legge – “deplora la grande sofferenza con cui è confrontata la popolazione delle regioni contese; chiede a entrambe le parti di rispettare il diritto umanitario internazionale e di proteggere la popolazione civile”.

Il DFAE giudica “scioccanti” i bombardamenti di un orfanatrofio nel nordest del paese e condanna l’assassinio, avvenuto sabato, di un alto funzionario del Segretariato per la pace del governo di Colombo.

“Ketheesh Loganathan si era molto impegnato per una soluzione pacifica del conflitto”, scrive il dipartimento di Micheline Calmy-Rey.

Per la Svizzera è “urgente” che le parti in conflitto consentano alle organizzazioni umanitarie di raggiungere la popolazione per fornire gli aiuti necessari, proteggendo al contempo questi operatori.

Chiuse le scuole

Intanto le autorità dello Sri Lanka hanno disposto la chiusura, da martedì, di tutte le scuole del paese per un periodo indefinito nel timore di rappresaglie dopo il bombardamento di un orfanotrofio, con la morte di 61 liceali, da parte dell’aviazione militare.

Le scuole saranno chiuse da martedì perché le autorità vogliono evitare che siano obiettivi potenziali delle Tigri tamil.

Nei pressi delle zone dei maggiori scontri, nel distretto di Trincomalee (nord-est del paese), dove si è combattuto anche per il controllo di un deposito d’acqua, di recente sono stati uccisi diciassette collaboratori di “Azione contro la fame”, una ONG francese.

Pur se spaventato, il personale delle organizzazioni non governative svizzere che opera nel paese, come la Direzione per lo sviluppo e la cooperazione (DSC) o Terre des Hommes, non intende abbandonare la propria missione. La DSC, come molte altre organizzazioni, aveva anzi intensificato il proprio impegno dopo lo tsunami del dicembre del 2004.

La Confederazione ci tiene al suo ruolo di mediatore nel processo di pace, in cui la Norvegia gioca il ruolo principale. Più di 35’000 tamil vivono infatti in Svizzera e il sistema federale elvetico in passato è stato studiato da vicino da alcuni esperti politici cingalesi come possibile modello futuro per lo Sri Lanka.

swissinfo e agenzie

Il conflitto tra le autorità Cingalesi ed i separatisti Tamil è scoppiato a metà degli anni ’70.

Nel febbraio 2002 entrambe le parti hanno firmato un accordo permanente di cessate il fuoco che prevedeva una suddivisione del potere. Al momento, la violenza sembra aver ripreso il sopravvento.

Gli scontri si erano calmati anche dopo lo tsunami del 2004 che causò la morte di 30’000 persone. Otto mesi dopo, l’assassinio del ministro degli esteri dello Sri Lanka Lakshman Kadirgamar riaccese le ostilità.

Negli ultimi 20 anni, il conflitto in Sri Lanka è costato 62’000 vite ed ha provocato l’esodo di 800’000 persone.
In seguito allo tsunami, la Svizzera ha offerto 10.5 milioni di franchi sotto forma di aiuto d’emergenza. Nel 2005, il sostegno totale della Svizzera allo Sri Lanka è stato di 16.95 milioni.
In Svizzera vivono più di 35’000 cittadini dello Sri Lanka (soprattutto Tamil), una delle comunità più importanti al mondo dopo quelle in Canada, in Germania ed in Gran Bretagna.
Il 10% di loro ha ottenuto la naturalizzazione svizzera.

Si parla di buoni uffici quando un terzo offre la sua mediazione per far cessare una contesa o per facilitare il contatto tra due parti in conflitto. Più in generale, questo termine è applicato a ogni iniziativa volta a favorire la pace e la cooperazione internazionale.

In quanto Stato neutrale, la Svizzera ha fatto dei buoni uffici uno dei pilastri della sua politica estera. I buoni uffici possono assumere forme molto diverse: organizzazione di conferenze internazionali, rappresentanza di interessi esteri, accoglienza di organizzazioni internazionali,…

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