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Svizzera ed Europa troppo passive verso gli USA

Dick Marty: indaga sulle prigioni segrete della CIA in Europa swissinfo.ch

Non basta criticare Cuba o la Tunisia per le violazioni dei diritti umani. Bisogna alzare la voce anche contro i metodi illegali di guerra al terrorismo.

Per il senatore svizzero Dick Marty, responsabile dell’inchiesta sulle prigioni segrete della CIA, i rapimenti e le torture di sospetti terroristi non solo sono inutili, ma addirittura controproducenti.

«Ci sono paesi che fanno il lavoro sporco per gli Stati Uniti, e paesi che girano la testa dall’altra parte». Parole coraggiose usa il senatore svizzero Dick Marty per condannare i metodi usati dall’amministrazione Bush nella lotta al terrorismo.

Negli Stati Uniti il dibattito sulle forme illegali di lotta al terrorismo sta prendendo sempre più piede, ha sottolineato Marty, ed è ora che anche l’Europa alzi la voce. L’unica che abbia avuto il coraggio di dire a Bush che prigioni come Guantanamo vanno chiuse è stata la cancelliera tedesca Angela Merkel.

Sulla tortura, Marty entra nel dettaglio con swissinfo: «Il segretario di Stato americano, Condoleeza Rice, ha detto che nessuno è stato trasportato in Europa per essere torturato. Ma quello che non ha detto è che la definizione di tortura dell’amministrazione americana attuale non corrisponde a nessuno degli standard internazionali. Per loro tortura è solo quando esiste un danno fisico permanente. Tenere qualcuno con la testa sott’acqua fino al limite dell’affogamento o far finta di fucilarlo, non è tortura».

Il fax e le “extraordinary renditions”

In un incontro con la stampa, a margine dell’assemblea dei delegati del suo partito (liberale radicale), Marty non ha voluto soffermarsi troppo né sui dettagli di quali paesi avrebbero ospitato le prigioni segrete nell’Europa dell’Est, né sul famoso fax egiziano intercettato dai servizi segreti svizzeri e pubblicato dalla stampa domenicale che proverebbe la loro esistenza.

Il fax, ha detto Marty, è interessante perché proviene da una fonte diversa. Tutti gli indizi sulle prigioni segrete della CIA finora provenivano da fonti statunitensi. In particolare da inchieste svolte dai giornalisti e dalle ONG, « i miei alleati più forti » ha sottolineato.

«Finora né i servizi segreti egiziani né quelli svizzeri hanno contestato l’autenticità dell’informazione. Che poi il contenuto del fax possa essere manipolatorio, questa è un’altra questione», ha precisato il senatore ticinese a swissinfo.

In ogni caso è il momento che non solo i giornalisti, le ONG e alcuni politici isolati – come il senatore americano McCain – si schierino apertamente contro la tortura. Lo deve fare l’opinione pubblica e soprattutto il mondo politico europeo.

In particolare un paese come la Svizzera che considera la difesa dei diritti umani un pilastro della propria politica, non può semplicemente tollerare rapimenti di cittadini privati sospettati di terrorismo, voli fantasma per trasferirli in prigioni segrete, in Europa o in Iraq, torture per estorcere loro informazioni.

Esemplare il caso Abu Omar: sabotato il lavoro di intelligence italiano

Almeno 150 persone sono state rapite da agenti della CIA nel mondo, e di questi solo un pugno possono essere definiti terroristi, anche meno. Tra queste persone decine sono state arrestate probabilmente per sbaglio, proprio come è successo al cittadino tedesco Khaled al Masri.

Dick Marty ha citato in particolare il caso di Abu Omar, l’imam di Milano rapito da una ventina di agenti della CIA e che in Italia godeva di asilo politico. Il suo rapimento ha sabotato un lavoro di intelligence molto efficace che stava facendo la polizia italiana, e nonostante contro gli agenti CIA esista un mandato di arresto, il ministero della giustizia italiana rifiuta di trasmettere la domanda di estradizione.

Marty ha lodato invece il lavoro svolto dai magistrati milanesi, che gli hanno consegnato tutta la documentazione relativa al caso Abu Omar, che «legato mani e piedi, a bordo di un aereo fantasma ha anche attraversato lo spazio aereo elvetico». Ora Dick Marty spera che le autorità di altri paesi, Svizzera compresa, collaborino alla sua inchiesta con altrettanta solerzia.

swissinfo, Raffaella Rossello

Il senatore svizzero Dick Marty è presidente della Commissione per gli affari giuridici e i diritti dell’Uomo dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa.

Fra i suoi incarichi vi è quello di indagare sulle presunte prigioni segrete della CIA nell’Europa dell’est.

Entro fine gennaio, dovrebbe essere presentato un primo rapporto intermedio sul tema.

Domenica scorsa, un articolo del settimanale “SonntagsBlick” ha rivelato che i servizi segreti svizzeri avrebbero intercettato un documento egiziano che confermerebbe la presenza di queste carceri.

Il governo svizzero ha per ora condannato questa fuga di notizie, ma non ha criticato l’amministrazione Bush per i metodi usati nella lotta al terrorismo.

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