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Svizzera-Turchia: le tensioni non si placano

Il ministro dell'economia Joseph Deiss (a sinistra) e il primo ministro turco Tayyip Erdogan durante il Forum economico di Davos del 2004 Keystone

Una delegazione di deputati turchi è attesa lunedì in Svizzera, in un momento in cui gli attriti tra Berna e Ankara riaffiorano attorno al genocidio armeno.

La stampa turca di venerdì indica infatti che le rispettive visite dei ministri dei due Paesi sono state annullate dopo che la giustizia elvetica ha avviato un’indagine contro uno storico turco.

La controversia che coinvolge Svizzera e Turchia non sembra placarsi: secondo quanto pubblicato venerdì dalla stampa turca, la visita del consigliere federale Joseph Deiss ad Ankara, programmata per settembre, sarebbe stata annullata.

Lo stesso sarebbe avvenuto per la prevista partecipazione del ministro del commercio turco Kürsad Tüzmen ad un forum commerciale che si terrà dal 22 al 24 giugno a Zurigo.

All’origine di quella che sembra una frattura che fatica a rimarginarsi, i disaccordi attorno alla questione armena.

Uno storico revisionista?

Stando ai quotidiani «Radikal» e «Milliyet», Tüzmen avrebbe revocato il viaggio in Svizzera – ciò che comporterebbe l’annullamento della prevista conferenza commerciale elvetico-turca – in segno di solidarietà con Yusuf Halacoglu.

Lo storico turco è fra i più importanti sostenitori della tesi secondo cui nel 1915 non ci fu genocidio, ma solo deportazioni da parte dell’esercito Ottomano in seguito alla ribellione degli armeni. A suo parere, i decessi furono causati dalla difficile situazione alimentare dettata dalla guerra.

Per aver ribadito le sue tesi durante un discorso tenutosi in Svizzera nel maggio 2004 – violando in tal modo la norma anti-razzismo – lo storico è attualmente al centro di un’indagine aperta dalla procura di Winterthur (canton Zurigo).

Il genocidio era stato riconosciuto dal Consiglio nazionale (Camera bassa) e dal parlamento del canton Vaud e Ginevra, ciò che aveva sollevato profondo malcontento in Turchia.

Un rinvio non ancora confermato

Di fronte a quanto pubblicato dai giornali turchi, il portavoce del Dipartimento federale degli affari esteri Manuel Sager si è però limitato ad affermare che «la visita del ministro dell’economia non è stata confermata dalla Turchia, la quale ha segnalato problemi di agenda».

E per quanto riguarda la presenza di Tüzmen nella Confederazione, Sager ha riferito che il ministro ha effettivamente annullato un pranzo di lavoro con Deiss.

L’ambasciata di Ankara a Berna non è tuttavia a conoscenza di un rinvio del viaggio del ministro elvetico in Anatolia, che «rimane previsto per l’autunno», ha affermato il suo portavoce Sibel Gal.

Parlamentari turchi a Berna

In questo contesto tutt’altro che disteso, lunedì 13 giugno comincerà una visita di una settimana in Svizzera di una delegazione di parlamentari turchi: «Il programma non ha subito cambiamenti», ha indicato Paolo Janke, segretario della Commissione della politica estera.

Una visita che servirà forse ad attenuare le tensioni. Sono infatti previsti incontri con i consiglieri federali Joseph Deiss e Micheline Calmy-Rey, oltre che con i presidenti delle camere federali.

Una questione spigolosa

La questione del genocidio armeno – che nel 1915-1918 ha causato un numero di morti stimato da 800’000 a 1’800’000 – è ormai da anni un ostacolo nelle relazione fra Berna e Ankara.

Dopo la visita di Micheline Calmy-Rey in Turchia alla fine di marzo, entrambe le parti avevano però parlato di un nuovo inizio.

Interrogato da swissinfo ad inizio settimana, l’ambasciatore turco a Berna ha ammesso che «la questione armena ha creato dissapori nelle relazioni tra i due Paesi».

«Vorremmo chiarire questo punto una volta per tutte, creando una commissione mista di storici e analizzando gli archivi e tutti i documenti disponibili», ha affermato Alev Kiliç.

Secondo il rappresentante turco, la palla è ora nel campo armeno. «Abbiamo fatto una proposta al governo, ma non abbiamo ancora ricevuto nessuna positiva risposta da Yerevan».

swissinfo e agenzie

In Svizzera vivono circa 80’000 cittadini turchi e 6’000 persone di origine armena.
In Turchia risiedono invece circa 1’500 espatriati svizzeri.
Nel 2004, le esportazioni elvetiche verso la Turchia hanno totalizzato 1,9 miliardi di franchi, in aumento del 17% rispetto all’anno precedente.

Secondo le stime, tra gli 800’000 e il 1’800’000 di armeni sono stati uccisi dalla truppe Ottomane nel periodo 1915-1918.

La Turchia ha però sempre negato che si trattasse di genocidio.

I dissensi attorno al genocidio del popolo armeno hanno perturbato, negli ultimi anni, le relazioni tra Berna e Ankara.

Dopo la visita di Micheline Calmy-Rey in Turchia alla fine di marzo, entrambe le parti avevano però parlato di un nuovo inizio.

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