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Svizzeri in Italia, il terremoto scatena la solidarietà

Reuters

Il cellulare di Cristina Mazziotti non smette di squillare. Presidente del Circolo svizzero abruzzese, è sollecitata da più parti per avere informazioni sui cittadini svizzeri o con la doppia nazionalità. Anche dall'ambasciata svizzera a Roma.

“Non appena giunta la notizia del terremoto – racconta a swissinfo Cristina Mazziotti – sono stata subito chiamata dall’ambasciata svizzera”.

“Stava disperatamente provando a contattare gli svizzeri residenti nelle zone terremotate, a prescindere che siano soci o meno del circolo. Tentativi vani, poiché l’altra notte, quando si è scatenato il terremoto, le linee telefoniche sono saltate, come pure la corrente elettrica”.

All’impossibilità di provare a contattare le persone sul telefono fisso, si sono aggiunti anche i problemi con i cellulari. “Da quanto ho potuto apprendere, le compagnie telefoniche hanno sospeso i collegamenti, aumentando notevolmente la preoccupazione di coloro che cercavano di avere informazioni”.

Il racconto di una notte da incubo

Ma la presidente del circolo svizzero abruzzese, che vive a Pescara, non si è data per vinta, e già da lunedì mattina ha cercato nuovamente di mettersi in contatto con alcuni soci, facendo però molto fatica. “Ho avuto le prime notizie solo perché sono stata richiamata”.

L’area più colpita dal terremoto è quella della città dell’Aquila e dei paesi situati nei dintorni, come Fossa, Paganica e Tornimparte. “Sono le immagini di quei paesi – commenta Mazziotti – che mostrano costantemente anche in televisione. E alcuni nostri soci abitano proprio in quelle zone”. Raggiunta al telefono da uno di loro, ha potuto farsi un’idea della confusione che regna.

“Tutti sono per strada, dal momento che hanno dovuto lasciare le loro abitazioni almeno per 48 ore. L’altra notte, quando la terra ha cominciato a tremare, sono stati in molti a non aver potuto fare niente, poiché tutto attorno a loro stava cadendo a pezzi. La persona con cui ho parlato al telefono mi ha raccontato che in un primo tempo non riusciva neppure ad alzarsi dal letto. Uno scenario terrificante vissuto inoltre completamente al buio, perché la corrente elettrica è stata immediatamente interrotta”.

Una tragedia annunciata? Dalle macerie alle tendopoli

A Cristina Mazziotti le persone scampate al pericolo hanno raccontato di aver sentito una forte scossa già domenica, verso le undici di sera. “Ma visto che era ormai da settimane che avvertivano ripetuti e frequenti movimenti tellurici, mai e poi mai avrebbero pensato di vedersi improvvisamente crollare il mondo addosso”.

Più passano le ore, più si sommano le testimonianze e più questo terremoto sembra assumere i contorni di una tragedia annunciata. Così, insieme agli edifici, è crollata tra gli abitanti anche la fiducia in coloro che non hanno preso seriamente in considerazione i segnali che da tempo inviava la terra.

Attualmente i connazionali che hanno perso la casa e di cui si hanno notizie, sono ospitati in alcune tendopoli allestite nel campo sportivo. “La persona con cui ho parlato – continua la presidente del circolo – cerca di vivere questo dramma mantenendo i nervi saldi, anche se due suoi vicini di casa sono morti. Una cosa è certa: il numero delle vittime è destinato a salire”.

Nei dintorni dell’Aquila, insomma, l’apprensione è enorme e le difficoltà di contatto telefonico con le persone, accresce paura e preoccupazione. Al circolo svizzero abruzzese, a cui sono iscritti una ventina di soci (ma il numero non è rappresentativo) non si è dunque in grado, per il momento, di avere una visione complessiva della situazione.

Le informazioni, intanto, continuano ad arrivare in modo frammentario. E rimane naturalmente altissima anche la preoccupazione degli abruzzesi che vivono e lavorano in Svizzera e che hanno famiglia e parenti in Italia.

Uno slancio spontaneo e immediato di solidarietà

“Come circolo svizzero – sottolinea Cristina Mazziotti – cerchiamo di facilitare come possiamo la comunicazione, tenendoci in contattato con l’ambasciata svizzera a Roma. Ma quello che mi ha impressionato, è lo slancio di solidarietà totalmente spontaneo da parte di numerose persone”.

“Quando questa mattina sono arrivata in ufficio – racconta – ho trovato numerose mail di soci che si sono messi a disposizione per dare aiuto, per provare a rintracciare le persone di cui non si ha ancora notizia. Si sono mobilitati anche dalle Marche, regione pure raggiunta da scosse telluriche. Nella provincia di Ascoli Piceno, in particolare, molte persone si sono riversate in strada”.

Secondo l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, i sismografi avrebbero registrato la scorsa notte un’intensità pari a 5,8 della scala Richter, con un’energia scatenata pari a 6,2.

Intanto si continua a scavare nelle macerie, tra i pianti e il dolore. Il bilancio delle vittime – tra cui, secondo i dati della protezione civile italiana, numerosi bambini – continua a salire. Il numero degli sfollati dovrebbe aver superato quota 70 mila. E mente cresce la disperazione, l’Italia si stringe attorno all’Abruzzo e da tutta Europa si offre aiuto. Perché la solidarietà non ha passaporti. E’ universale.

swissinfo, Françoise Gehring

La Protezione civile italiana ha attivato un numero speciale a cui possono rivolgersi per informazioni tutti coloro che hanno parenti nella zona sinistrata. Anche dalla Svizzera si può chiamare direttamente lo
0039 06 68 201

Informazioni sono ottenibili anche per e-mail:
salaoperativa@protezionecivile.it

Ancora oggi, la colonia italiana è la comunità straniera più numerosa in Svizzera: oltre mezzo milione di persone possiedono la cittadinanza italiana o la doppia cittadinanza.

Anche la colonia svizzera in Italia è cresciuta dopo la fine della seconda guerra mondiale e oggi conta circa 50 000 persone. In Italia risiede la quarta comunità di svizzeri all’estero in ordine di grandezza, dopo quelle di Francia, Germania e Stati Uniti.

Alla fine del 2008 erano registrati 48’147cittadini elvetici nei tre consolati svizzeri in Italia. I due terzi vivono nel nord del Paese.

Nella zona dell’Aquila sono registrati 104 svizzeri.

In Svizzera vivono circa 24mila abruzzesi. In Ticino è presente l’Associazione regionale emigrati abruzzesi.

swissinfo.ch

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