Svizzeri nello Zimbabwe minacciati di espulsione
Gli agricoltori svizzeri si sentono sempre più a disagio di fronte alle minacce del governo di Harare di espropriare i loro terreni per darli ai neri.
Nell’ambito di questa amara disputa territoriale, iniziata due anni fa, il governo di Harare ha annullato le iscrizioni nel registro fondiario di 53 proprietà svizzere. Secondo le informazioni fornite dal ministero degli esteri elvetico, 28 di queste 53 fattorie sono state occupate da veterani della guerra d’indipendenza dello Zimbabwe.
Di fronte all’aumento della tensione e alle prospettive tutt’altro che incoraggianti, molti proprietari terrieri svizzeri si chiedono se non vendere tutto e lasciare il Paese.
I problemi sono cominciati con le riforme avviate nel luglio del 2000 dal presidente Mugabe che voleve ridistribuire il 70% del territorio, attualmente nelle mani della minoranza bianca, ai senza terra neri.
Molto contadini bianchi hanno perso la vita negli scontri, scoppiati durante la ridistribuzione di più di sette milioni di ettari di terreno.
Sale la tensione
Nella prima fase della riforma la ridistribuzione ha toccato proprio gli agricoltori svizzeri. Grazie all’intervento del Dipartimento federale degli esteri, a dodici di loro è stato accordato un rinvio.
Tuttavia, dopo la riconferma di Mugabe nelle elezioni presidenziali di marzo, si è registrata una nuova ondata di espropriazioni e una ripresa della violenza.
“Nei suoi discorsi il presidente Robert Mugabe parla di impossessarsi nuovamente di tutte le aziende agricole”, dice Muriel Berset Kohen, portavoce del ministero svizzero degli esteri. La tensione fra la comunità bianca è palpabile e sta aumentando, sottolinea la portavoce.
Dopo gli olandesi e gli italiani, gli svizzeri possiedono la più grande area di terreno coltivato nello Zimbabwe. Il Dipartimento degli esteri ha detto di voler dare assistenza a 20 agricoltori svizzeri, compresi i 13 direttamente toccati dalle espropriazioni dei 53 terreni.
Relazioni tese
La portavoce del Dipartimento degli esteri spiega che gli sforzi diplomatici continuano ma che le relazioni fra la Svizzera e lo Zimbabwe si sono deteriorate dopo il 19 marzo quando la Svizzera, seguendo l’esempio dell’Unione europea, ha deciso di imporre sanzioni contro il governo di Harare.
“Nonostante l’attuale tensione continueremo a cercare la via negoziale per risolvere la questione”, dichiara Muriel Berset Kohen.
swissinfo
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