Terrorismo: otto arresti in Svizzera
Hanno portato all'arresto di otto stranieri in Svizzera le inchieste sul terrorismo, legate al triplice attentato di Riad (Arabia Saudita) del maggio scorso, che fece 34 morti e 200 feriti.
Le otto persone sono state arrestate in cinque cantoni diversi e poste in detenzione preventiva.
Arresti, interrogatori e perquisizioni domiciliari sono stati compiuti giovedì in cinque cantoni – Vaud, Ginevra, Argovia, Berna e Zurigo – in un’operazione di polizia giudiziaria federale (Pgf), in collaborazione con le polizie cantonali, sotto la direzione del Ministero pubblico della Confederazione (MPC).
Il portavoce del Ministero pubblico ha confermato a swissinfo l’arresto delle otto persone, ma si è rifiutato di precisare la loro nazionalità, a causa dell’inchiesta tuttora in corso.
Tra di loro forse anche kamikaze
Lo specialista francese di terrorismo internazionale Roland Jaccard è invece più loquace. Secondo lui, si tratta di gente vicina all’organizzazione terroristica Al Qaïda. In particolare, secondo questo consulente dell’ONU, si tratterebbe di “cittadini sauditi memebri della Jihad islamica del Golfo, organizzazione vicina ad Al Qaïda.”
Per Jaccard, queste persone arrestate si trovavano in Svizzera per impiantare cellule non attive. Tra di loro figurano specialisti delle finanze, della propaganda e fors’anche futuri attentatori suicida.
In una nota diramata venerdì, la Procura federale precisa che le persone finite in manette sono sospettate di fornire sostegno logistico a un’organizzazione criminale. Complessivamente sono state interrogate una ventina di persone.
All’operazione hanno preso parte un centinaio di agenti della Pgf coadiuvati da colleghi dei cantoni in questione.
Ancora nessun particolare
L’MPC indica che l’inchiesta è stata aperta il 20 maggio 2003 contro ignoti. I reati ipotizzati erano partecipazione e sostegno a un’organizzazione criminale, assassinio, uso delittuoso di materie esplosive e lesioni semplici.
«Tenuto conto del segreto istruttorio e degli eventuali sviluppi del procedimento penale», gli inquirenti per ora non forniscono ulteriori particolari.
Nel devastante triplice attentato terroristico del 12 maggio 2003 a Riad morirono 34 persone, tra cui uno svizzero e i nove attentatori. I feriti furono quasi 200, fra i quali una ventina di cittadini elvetici.
L’ambasciata statunitense in Svizzera si è detta soddisfatta dell’operato della polizia elvetica. Il portavoce dell’ambasciata USA Bruce Armstrong ha detto a swissinfo che il suo paese è disposto a fornire tutta l’assistenza necessaria alle autorità svizzere.
Primi arresti
In Svizzera sin dal 15 settembre 2001 si sta indagando sugli ambienti del terrorismo islamico. Le autorità elvetiche hanno però sempre negato che la Svizzera abbia un ruolo centrale nell’attività dei terroristi. Ora per la prima volta sono stati resi noti degli arresti.
L’avvio di un’inchiesta quattro giorni dopo gli attentati dell’11 settembre 2001 era dovuto al fatto che tra le vittime del World Trade Center c’erano anche due cittadini svizzeri.
Tre attentatori, Mohamed Atta,Abdulaaziz Alomari e Salem Alhamzi avrebbero inoltre trascorso alcune ore nell’aeroporto di Kloten il 29 giugno e l’8 luglio 2001.
Le indagini, svolte in stretta collaborazione con gli Stati Uniti, avevano portato il 7 novembre 2001 ad un’azione contro la società finanziaria Nada/AlTaqwa, con sede in Ticino.
82 conti bancari bloccati
I conti bancari della società erano stati bloccati e il ministero pubblico aveva aperto un procedimento contro i responsabili della società per il sospetto di appartenenza ad un’organizzazione terroristica.
In relazione alle indagini su Al Qaida, la Svizzera ha bloccato finora 82 conti bancari, per un valore di 34 milioni di franchi.
Altre tracce di Al Qaida in Svizzera si sono trovate in relazione con il caso José Padilla, il cittadino statunitense sospettato di preparare un attentato con materiale radioattivo. Padilla è stato nel frattempo rilasciato su ordine di un tribunale americano.
Recentemente si è inoltre venuto a sapere che alcuni terroristi di Al Qaida coinvolti negli attentati dell’11 settembre avevano fatto uso di carte SIM prepagate svizzere.
Nell’aprile del 2003 il capo della polizia federale Urs von Däniken aveva confermato in un’intervista all’agenzia AP l’esistenza di legami fra gruppi vicini ad Al Qaida all’estero e persone in Svizzera.
Finora le autorità svizzere avevano però sempre negato un ruolo centrale della Svizzera nelle attività del terrorismo islamico. Ancora non è noto se i recenti arresti cambieranno questa valutazione.
swissinfo e agenzie
Nel corso delle indagini sugli attentati in Arabia Saudita del maggio scorso, la polizia svizzera ha compiuto otto arresti tra Vaud, Ginevra, Argovia, Berna e Zurigo.
Il ministero pubblico della Confederazione ha confermato gli arresti, ma non ha voluto rivelare la nazionalità degli arrestati, per non intralciare l’inchiesta ancora in corso.
È la prima volta che in Svizzera si parla di arresti in relazione ad indagini sugli ambienti del terrorismo di matrice islamica dopo l’11 settembre 2001.
Nel triplice attentato di Riad del 12 maggio 2003 erano morte 34 persone, tra cui un cittadino svizzero. Quasi 200 i feriti.
8 arresti in 5 cantoni
Inchiesta iniziata il 20 maggio 2003
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