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Terrorismo: Svizzera e Spagna collaborano

Missione in terra iberica per il procuratore della Confederazione Valentin Roschacher Keystone Archive

Il procuratore generale della Confederazione è a Madrid per discutere del caso inerente al presunto terrorista islamico incarcerato in Svizzera.

In stretta collaborazione con le autorità spagnole, Valentin Roschacher conduce un’inchiesta sulla cellula terroristica smantellata in ottobre.

Malintesi tra la Confederazione e la Spagna nel caso del presunto terrorista detenuto in Svizzera? A dispetto delle ipotesi riportate dai media, non ce ne sarebbero stati. Ma per rendere più efficace la cooperazione con i colleghi spagnoli, il procuratore generale della Confederazione, Valentin Roschacher, si è recato a Madrid.

Roschacher è accompagnato da una delegazione del Ministero pubblico della Confederazione (MPC) e della Polizia giudiziaria federale (fedpol).

La visita di Roschacher e dei suoi collaboratori, arrivati nella capitale spagnola il 2 novembre, dovrebbe durare due giorni. Gli inquirenti elvetici s’incontreranno con i rappresentanti della polizia e della giustizia spagnole.

I colloqui riguarderanno l’inchiesta sulla cellula di fondamentalisti islamici smantellata in Spagna il 19 ottobre. La presunta mente del gruppo, che stava preparando un attentato all’Audiencia Nacional, la più alta istanza giudiziaria spagnola, è un uomo incarcerato in Svizzera.

Malumori

La stampa, in particolare quella domenicale, non è stata generosa nei confronti dell’operato della polizia e dei magistrati elvetici. La «NZZ am Sonntag» parlava di «malumori» tra i due paesi, dovuti «all’incapacità degli agenti svizzeri». Dal canto suo, «Le Matin Dimanche» sosteneva che in questi ultimi anni la caccia ai terroristi spagnoli dell’ETA non avrebbe ottenuto dai servizi segreti svizzeri la collaborazione auspicata.

Il portavoce del Ministero pubblico della Confederazione, Hansjürg Wiedmer, smentisce categoricamente queste voci e fa notare che una domanda di assistenza giudiziaria da parte della Spagna è già arrivata a Berna, e che altre seguiranno.

Terrorista scomparso

La prova della poca efficienza delle autorità elvetiche risiederebbe essenzialmente nella scomparsa di un secondo membro della cellula terroristica islamica che, come il detenuto Mohamed Achraf, viveva in Svizzera.

Si tratta di un uomo dal nome in codice «Salim», un palestinese esperto di elettronica che avrebbe dovuto costruire la bomba del progettato attentato nel centro di Madrid contro l’Audiencia Nacional. L’uomo sarebbe sfuggito all’arresto a causa dei cattivi rapporti che intercorrono fra i servizi segreti spagnoli e svizzeri

Secondo la ricostruzione della «NZZ am Sonntag», al più tardi il 14 settembre gli inquirenti spagnoli sapevano tutto della cellula di Mohamed Achraf. L’intelligence di Madrid era in particolare al corrente che il presunto algerino si trovava in Svizzera, che stava progettando un attentato suicida con 500 chili di esplosivo e che aveva contatti con «Salim», persona che a sua volta viveva o aveva vissuto in passato in Svizzera.

Queste informazioni non sarebbero però state passate alla Svizzera: il Servizio di analisi e prevenzione (SAP) dell’Ufficio federale di polizia (UFP) avrebbe saputo solo il 19 ottobre attraverso le agenzie di stampa dell’attività terroristica di Achraf, appena in tempo per bloccare la sua espulsione verso l’Algeria, decisa senza che nessuno, in Svizzera, sapesse veramente chi fosse.

Negligenza o strategia?

Se c’è chi rimprovera agli 007 svizzeri di aver brancolato nel buio e di non collaborare in modo sufficientemente stretto con il Ministero pubblico della Confederazione («Le Matin Dimanche» ha parlato di «guerra delle polizie»), altri pensano che dietro alle azioni del SAP ci sia una strategia ben precisa.

I servizi segreti svizzeri sarebbero stati al corrente dei piani terroristici. Il quotidiano spagnolo «El Pais» scrive che l’arresto casuale di Achraf per un’infrazione al codice della strada e per soggiorno illegale era solo una scusa: il presunto algerino era stato messo in cella per poterlo controllare meglio e per riuscire a risalire ai suoi complici.

Blocher difende i suoi servizi

Nel corso di una conferenza stampa, il ministro di giustizia e polizia Christoph Blocher ha difeso l’operato dei suoi servizi.

A detta di Blocher non vi è stata nessuna “panne” da parte svizzera. Prima del 19 ottobre, non vi era nessun elemento che potesse indicare la vera identità di Mohamed Achraf.

Una “panne” sarebbe invece da attribuire alle autorità spagnole che hanno informato molto tardi la Svizzera sul caso del presunto terrorista.

Non è una “buona cosa”, ha dichiarato il consigliere federale, che la Spagna abbia informato la stampa nazionale, prima di trasmettere queste informazioni alla Svizzera.

Blocher ha aggiunto di non voler comunque lanciare accuse in merito al governo spagnolo, dal momento che avrà probabilmente avuto le sue ragioni per agire in tal modo.

Il ministro di giustizia e polizia ha in seguito lodato l’operato professionale degli organi preposti alla sicurezza svizzera, grazie ai quali “è stato possibile conseguire un successo investigativo”.

A suo avviso non si impone quindi una nuova valutazione del dispositivo di sicurezza in Svizzera.

swissinfo e agenzie

Ottobre 2003: la Svizzera respinge la richiesta d’asilo di Mohamed Achraf, che si dà alla macchia.
28 agosto 2004: Achraf viene arrestato per infrazione al codice della strada.
19 ottobre: La Procura spagnola comunica alla Svizzera che Achraf sarebbe coinvolto negli attentati dell’11 marzo a Madrid e in altre attività terroristiche.
21 ottobre: La Svizzera acconsente all’estradizione di Achraf. L’uomo inoltra un ricorso evitando così un’immediata consegna alle autorità spagnole.

Il procuratore generale della Confederazione Valentin Roschacher si è recato a Madrid per una visita di lavoro di due giorni.

Al centro delle discussioni c’è l’inchiesta spagnola sul presunto capo di una cellula terroristica islamica, Mohamed Achraf, arrestato in Svizzera.

Un’inchiesta è stata aperta anche in Svizzera. La Procura federale vuole verificare se Achraf abbia organizzato attività terroristiche e messo in piedi una cellula eversiva sul territorio elvetico.

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