Troppi bambini poveri, anche in Svizzera
Quasi un bambino su 10 è povero. Lo afferma più di un'organizzazione attiva nella protezione dei minori.
Questi gruppi chiedono ora alle autorità di prendere le misure necessarie e di varare una vera politica familiare.
«Un bambino su dieci è povero», questo il motto della campagna di informazione 2003 del Soccorso operaio svizzero (SOS). «Sembra una provocazione, ma questa stima illustra perfettamente la situazione svizzera», afferma Frances Trezevant, responsabile della comunicazione dell’SOS.
L’analisi della situazione si basa su uno studio dell’Ufficio federale di statistica del 2001, dedicato ai «working poors», i lavoratori che non dispongono di un reddito sufficiente a sostenere la famiglia.
«Questa ricerca rileva la presenza in Svizzera di circa 232’000 bambini che vivono in famiglie con un reddito insufficiente», precisa Trezevant. «Se vi aggiungiamo i figli dei disoccupati possiamo ritenere che nel nostro paese vivono dai 250’000 ai 300’000 minori poveri».
La guerra delle cifre
E il Soccorso operaio non è il solo a proporre delle cifre per misurare il fenomeno. In effetti, in assenza di cifre ufficiali, anche altre organizzazioni attive nell’ambito della famiglia e dell’infanzia hanno presentato delle stime.
Così l’Associazione svizzera per la protezione dell’infanzia (Aspi), ritiene che siano fra i 200’000 e i 250’000 i bambini che vivono nel bisogno. La Commissione federale di coordinazione per le questioni familiari parla invece di 120’000. «Questi dati si basano su un’indagine condotta dall’Università di Berna nel 1997 – precisa Anouk Friedmann, segretaria della Commissione – ma non tiene conto delle famiglie che beneficiano degli aiuti sociali».
«Se diamo credito alle cifre fornite dalle grandi città elvetiche – conferma Walter Schmid, presidente della Conferenza svizzera delle istituzioni d’intervento sociale (Csis) – costatiamo che un bambino su dieci dipende dall’aiuto sociale».
Il costo dei figli
Al di là delle stime proposte, è ormai appurato che un numero consistente di giovani che crescono in uno dei paesi più ricchi al mondo, hanno dei seri problemi finanziari. «Nel 1997, l’Università di Berna aveva già dimostrato che le famiglie con bambini rappresentano il 60 per cento dei poveri in Svizzera», ricorda Anouk Friedman.
Dallo studio risulta inoltre che, continua la Friedman, «le famiglie numerose e le famiglie monoparentali presentano un rischio ancora maggiore di cadere nella precarietà finanziaria».
Il 18 per cento dei genitori con tre figli, nel 1997, faceva parte del gruppo dei «working poors». Con un tasso del 29 per cento, le famiglie monoparentali dominavano chiaramente la statistica dei lavoratori che non riuscivano a coprire le spese della propria economia domestica.
Il problema sta nel fatto che un bambino causa dei costi non coperti dalla socialità. Tanto da costituire ormai un fattore rilavante di povertà. Una statistica del 1998 stimava i costi educativi fino al ventesimo anno d’età a 340’000 franchi. Mensilmente dunque ben 1’400 franchi.
Volontà politica carente
Paragonata alla situazione dei paesi vicini, la politica familiare svizzera si presenta magra. «Sono i cantoni a sviluppare la politica per le famiglie, e se non fosse così la Confederazione non potrebbe permettersi la lacunosità del sistema attuale», rileva Walter Schmid.
Gli assegni familiari sono appannaggio dei cantoni, ma le differenze fra i vari sistemi sono notevoli. «Gli assegni sono ovunque bassi, ma in più ci sono delle differenze che raggiungono anche il 40 per cento fra i vari cantoni», continua l’esperto.
Il modello ticinese
Per affrontare il problema dell’indigenza che rende difficile la vita ai più piccoli, numerose organizzazioni cercano di raggiungere un’armonizzazione dei sistemi a livello federale. Il modello preferito per la sua efficacia è quello ticinese.
Schmid riassume così il sistema del cantone di lingua italiana: «Oltre agli assegni familiari, questo sistema accorda automaticamente delle prestazioni complementari alle famiglie in base al reddito».
Secondo una stima ufficiale, l’applicazione di questo sistema ridurrebbe della metà il numero di bambini discriminati per l’insufficienza del reddito dei genitori.
swissinfo, Vanda Janka
(adattamento, Daniele Papacella)
Lo studio dell’Ufficio federale di statistica registra:
10,6% della popolazione residente è sotto la soglia di povertà
38% è al margine del limite di povertà
7,5% sono i «working poors»
Sono considerati povere, le persone che hanno un reddito inferiore al 50% della media delle economie domestiche del paese
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