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Turismo e patrimonio dell’umanità

L’ammissione nella lista del patrimonio mondiale dell’umanità dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per la scienza, l’educazione e la cultura, significa un aumento del turismo.

Un beneficio che, a volte, mal si concilia con il valore dei luoghi protetti.

In Svizzera i siti che vantano la garanzia di qualità dall’UNESCO sono sei: la biblioteca del monastero di San Gallo, il chiostro di Mustair, la città vecchia di Berna, i castelli medioevali di Bellinzona, la regione della Jungfrau-Aletsch-Bietschhorn ed il Monte San Giorgio.

Riconoscimenti avvenuti nel corso degli ultimi vent’anni. I primi, nel 1983, sono stati la città vecchia di Berna, il Chiostro di Mustair e la biblioteca del Monastero di San Gallo. Nel 2000 è stata la volta dei castelli di Bellinzona; l’anno successivo il ghiacciaio della Jungfrau-Aletsch-Bietschhorn e quest’anno il Monte San Giorgio.

Promozione globale

Le ricadute turistiche sono evidenti, come conferma il presidente di Bellinzona Turismo Brenno Martignoni: “Il riconoscimento dell’UNESCO ci ha fatti conoscere in tutto il mondo. I mass media ne hanno parlato, invogliando molti turisti svizzeri tedeschi ed europei a visitarci”.

Soddisfatti delle ricadute turistiche anche i responsabili degli altri cinque siti svizzeri, anche se vent’anni fa l’assioma patrimonio mondiale dell’umanità turismo non era così evidente.

Raimond Gertschen, direttore di Bern Tourismus: “All’inizio il riconoscimento dell’Unesco non era conosciuto come al giorno d’oggi. Il fatto di essere una città patrimonio mondiale dell’umanità, pone Berna allo stesso livello di Roma, le piramidi ed il Taj Mahal”.

Gruppo di lavoro nazionale

Un potenziale turistico che anche Alberto Vonaesch, direttore di St.Gallen-Bodensee Tourismus, intende sviluppare. Il primo passo è stato quello di installare ai bordi dell’autostrada cartelli segnaletici che promuovono il Monastero di San Gallo quale patrimonio mondiale dell’umanità.

Proprio per sfruttare il potenziale turistico, i direttori degli uffici turistici dei sei siti svizzeri hanno reso operativo un gruppo di lavoro, coordinato da Raimond Gertschen: “Siamo convinti della necessità di una maggiore promozione dei setti e di una migliore coordinazione sia a livello nazionale che internazionale. La domanda turistica per le città d’arte e di cultura è in enorme crescita”.

A volte i turisti sono però troppi, com’è successo a ferragosto a Bellinzona ed al Chiostro di Mustair, quando la coincidenza del giorno festivo di Ferragosto in Italia ha prodotto un afflusso ingestibile nei due siti.

Non solo turismo

Un dilemma a volte inconciliabile, quello del turismo e della tutela del sito. Lo conferma Jürg Goll, storico dell’arte e responsabile del Chiostro di Mustair: “Nel rinnovato museo del chiostro, inaugurato lo scorso 13 luglio, possono accedere solo 25 visitatori alla volta”.

C’è chi, come Francesca Gemnetti, presidente della Commissione svizzera per l’UNESCO invoca una politica culturale legata ai siti e non solo ricadute turistiche.

“Abbiamo bisogno di garanzie che il turismo non rovini tutto. Il mio auspicio è che si sappia andare oltre le sole ricadute turistiche e si sappia sviluppare una politica culturale, progetti di riscoperta di mestieri dimenticati. Le premesse favorevoli ci sono, ora bisogna lavorare per evitare che il tutto si traduca in un’occasione mancata.

swissinfo, Sergio Regazzoni

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