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UE-Turchia: un processo positivo per la Svizzera

L'avvicinamento tra Ankara e Bruxelles potrebbe aver ricadute positive per la Svizzera. European Community

I negoziati d'adesione di Ankara all'Unione Europea potrebbero favorire le relazioni economiche tra la Svizzera e la Turchia.

All’indomani del via libera europeo, le reazioni sono piuttosto positive in Svizzera, in particolare sulla stampa.

Ufficialmente, il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) non ha voluto commentare l’inizio dei negoziati d’adesione tra la Turchia e l’Unione Europea.

«Non appartenendo all’UE, la Svizzera non deve commentare questo processo d’adesione», ha dichiarato il portavoce del DFAE Lars Knuchel.

Ricadute positive

Le trattative – ha comunque stimato Lars Knuchel – potrebbero avere un impatto positivo sulle relazioni economiche e commerciali tra la Svizzera e la Turchia.

Un’analisi condivisa anche da Pascal Gentinetta, di economiesuisse, la principale organizzazione mantello dell’economia elvetica. Durante la fase di negoziazione, le economie svizzera e turca potrebbero avvicinarsi, con delle ricadute positive per l’industria d’esportazione elvetica, in particolare per l’industria farmaceutica, delle macchine e l’edilizia.

Nel corso dei negoziati di adesione, Berna ed Ankara dovranno però vegliare affinché le relazioni bilaterali tra i due paesi non ne patiscano, ha messo in guardia Lars Knuchel. È chiaro in effetti che la Turchia concentrerà tutta la sua attenzione sulla futura adesione all’Europa.

Tempi molto lunghi

Per quanto concerne le relazioni con Bruxelles non vi sono cambiamenti in vista. La Confederazione dovrà riconsiderarle sono nell’eventualità di un’adesione della Turchia, adesione che – se avverrà – non si verificherà prima del 2014, ha spiegato il portavoce del DFAE.

A dover essere riesaminato sarà soprattutto il dossier concernente la libera circolazione delle persone. Libera circolazione che però, viste le clausole di salvaguardia previste dagli accordi bilaterali con Bruxelles e i lunghi termini transitori, non sarà effettiva prima di un paio di decenni. Inoltre, la popolazione svizzera avrà la possibilità di pronunciarsi nel caso in cui verrà lanciato un referendum.

Dal canto suo, la stampa svizzera ha commentato martedì in maniera abbastanza positiva il lancio dei negoziati d’adesione, deplorando però il «gran bazar europeo» – come si legge dalle colonne de «La Regione» – che ha fatto da sfondo alla decisione.

Una buona decisione, ma uno spettacolo di pessima qualità

«Dopo decenni di esitazione, l’avvio delle trattative è una buona decisione che mostra la strada da seguire», scrive la «Neue Zuercher Zeitung».

Il «Tages Anzeiger» non risparmia le critiche all’Austria e definisce quanto successo «un grottesco e imbarazzante teatrino con l’UE nella veste di attore principale».

Pure «Le Temps» biasima l’operato di Vienna, sottolineando che il cancelliere Schüssel è stato sul punto di soccombere alla «paura di un’opinione pubblica austriaca in preda a un violento accesso di febbre turcofoba».

Per l’«Aargauer Zeitung», «i tentennamenti sulla Turchia mostrano una volta ancora come l’UE sia attualmente destabilizzata».

«Lo spettacolo offerto – si legge infine su «La Liberté» – rivela un male profondo, quello di un continente che ha perso i suoi punti di riferimento, senza avere avuto il tempo di ridisegnarne dei nuovi».

swissinfo e agenzie

Dopo un accordo dell’ultimo minuto sull’apertura dei negoziati di adesione della Turchia all’UE, le due parti si incamminano verso delle trattative che si preannunciano lunghe e difficili.

Si stima che queste dureranno almeno 10-15 anni.

L’avvio dei negoziati di adesione è il punto culminante del processo di avvicinamento tra le due parti, processo che era iniziato nel lontano 1963 con un accordo di associazione con la Turchia.

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