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Ultimo chilometro: verso la fine del monopolio

Una centrale locale Swisscom che collega gli allacciamenti telefonici degli utenti Keystone Archive

Con una semplice modifica legale, il Consiglio federale vuole far cadere in fretta il monopolio di Swisscom sull'ultimo chilometro di telefonia fissa.

Vacilla sempre più il monopolio di Swisscom sull'”ultimo chilometro” della rete telefonica, ossia la linea che raccorda il telefono degli utenti alla centrale telefonica locale. Anche dopo la liberalizzazione dei servizi telefonici, la gestione di questa linea è rimasta esclusivamente nelle mani dell’ex-azienda delle PTT.

Secondo il Consiglio federale, una semplice modifica di ordinanza dovrebbe bastare per farlo cadere, il che scongiurerebbe l’eventualità di un referendum. Il governo ha messo venerdì il suo progetto in consultazione fino al 15 ottobre.

Il governo si propone tre obiettivi: aprire al più presto alla concorrenza l’ultimo chilometro, fornire alla Commissione federale delle comunicazioni (ComCom) strumenti di regolamentazione più facili e adattare il diritto svizzero sulle telecomunicazioni a quello europeo.

Con il progetto del Consiglio federale, Swisscom sarebbe tenuta ad offrire ai concorrenti tre diverse varianti di accesso disaggregato alla «rete locale», cioè il raccordo tra l’allacciamento dell’utente e la centrale telefonica locale. Gli altri fornitori telecom potrebbero scegliere in funzione delle prestazioni che intendono a loro volta offrire e dell’infrastruttura che sono in grado di istallare.

Alla ricerca di basi legali

Berna ha deciso prendere nuove disposizioni dopo che il Tribunale federale aveva considerato, lo scorso autunno, che manca una base legale per rompere il monopolio di Swisscom sull’ultimo chilometro. In virtù di tale monopolio, i clienti del «gigante blu» sono attualmente tenuti a versare a Swisscom 25 franchi al mese per disporre di una linea telefonica, anche se sono abbonati presso una compagnia concorrente.

Parallelamente, il governo propone di sottoporre chiaramente la locazione di linee al regime dell’interconnessione. Swisscom, che pratica prezzi elevati rispetto al resto d’Europa, sarebbe tenuta ad adattarli ai costi. La ComCom sarebbe incaricata del controllo in caso di denuncia.

Il governo intende inoltre rafforzare il ruolo della commissione diretta da Fulvio Caccia dandole la possibilità di intervenire spontaneamente sul mercato dell'”ultimo miglio”. La ComCom potrebbe così obbligare Swisscom a presentare offerte standard.

Questa nuova competenza necessita tuttavia di una modifica della Legge federale sulle telecomunicazioni (LTC), pure messa venerdì in consultazione. Per quanto riguarda l’ultimo chilometro, invece, secondo il governo le basi legali già contenute nella LTC sono sufficienti per un disciplinamento a livello di ordinanza. Ciò escluderebbe contestazioni a mezzo referendum. Solo il Tribunale federale potrebbe cassare norme fissate in una ordinanza.

Adeguamento al diritto europeo

Il Consiglio federale propone ancora di adattare altri punti della legge al diritto europeo. Non ci sarebbe per esempio più bisogno di una concessione per fornire servizi di telecomunicazione a terzi. Un semplice annuncio all’Ufficio federale delle comunicazioni basterebbe, salvo che per il servizio universale, assicurato da Swisscom, e per l’utilizzo delle frequenze radio.

Il Consiglio federale potrebbe inoltre esigere la pubblicazione di informazioni concernenti la qualità dei servizi offerti e fissare prezzi «plafond» per il servizio universale e per i servizi a valore aggiunto, come i numeri che cominciano con 0906. Infine, i messaggi pubblicitari via fax, e-mail, SMS o telefono sarebbero autorizzati solo con il consenso del destinatario.

Reazioni negative da Swisscom

Swisscom, controllata per il 62,7% dalla Confederazione, si oppone alla liberalizzazione dell'”ultimo” chilometro» della rete telefonica e contesta in particolare che il Consiglio federale possa prendere simili decisioni promulgando una semplice ordinanza.

Secondo il principale operatore telecom svizzero, per decretare la revoca del monopolio è necessaria una revisione della legge. Swisscom ritiene che «le disposizioni auspicate dalle autorità equivalgano a un esproprio» e si riserva quindi il diritto di avviare passi giuridici in difesa degli interessi degli azionisti.

Soddisfatti i concorrenti

Reazioni chiaramente positive da parte degli operatori concorrenti di Swisscom, riuniti nell’associazione «Inside Telecom», che approvano sia la decisione di fondo, sia quella di procedere per ordinanza. La fine del monopolio comporterà una riduzione dei prezzi, in particolare nell’accesso a internet.

Parlare di «esproprio» è inopportuno, afferma inoltre «Inside», perché Swisscom continuerà ad essere proprietaria della parte finale della rete: sarà semplicemente costretta, dietro retribuzione, a condividerla con gli altri operatori telecom. Monika Walser, portavoce di Sunrise, ha affermato «che la Svizzera deve urgentemente aprire l’ultimo chilometro», sul modello di quanto si sta facendo a livello europeo.

Molto positivi anche i commenti della ComCom: il presidente Fulvio Caccia si è detto «molto soddisfatto delle modalità con le quali il Consiglio federale cerca di sbloccare la situazione». La scelta di procedere per ordinanza – e quindi di evitare il dibattito parlamentare – è giuridicamente acquisita, ha detto Caccia in base a informazioni fornite dal Dipartimento delle comunicazioni.

La fine del monopolio sull’«ultimo chilometro», secondo Caccia, interverrà nel febbraio del 2003.

swissinfo e agenzie

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