Un corpo che sta stretto
L’urbanista Nina Steiger è da poco ufficialmente iscritta come donna nel registro anagrafico. Per 54 anni è stata Ueli. Dopo un lungo processo, costellato da discriminazioni varie, un sogno si è trasformato in realtà. Ritratto.

Dirigo il team di lingua spagnola di SWI swissinfo.ch, che si occupa di garantire la qualità delle nostre pubblicazioni e di renderle comprensibili a persone ispanofone provenienti da oltre 20 Paesi. Faccio anche parte di un team di giornalisti specializzati in affari esteri. Spiegare l'attualità e le relazioni con la Svizzera è una parte essenziale del mio compito. Giornalista senior con oltre 30 anni di esperienza nel giornalismo d'inchiesta, nelle trasmissioni, nella produzione di contenuti multimediali e nella distribuzione sui social media.

Come editor fotografico sono responsabile dell'uso editoriale della fotografia su SWI swissinfo.ch e delle nostre collaborazioni con le e i fotografi. Quando se ne presenta l'occasione, prendo la macchina fotografica e accompagno uno dei nostri giornalisti. Mi sono formato come fotografo a Zurigo e ho iniziato a lavorare come fotoreporter nel 1989. Nel 1990 ho fondato l'agenzia fotografica svizzera Lookat Photos. Vincitore per due volte del World Press Award, ho ricevuto anche diverse borse di studio nazionali svizzere. Il mio lavoro è stato ampiamente esposto ed è presente in diverse collezioni.
Con il termine ‘transgender’ si definiscono quelle persone che non si riconoscono o non vogliono sentirsi racchiuse nel loro sesso biologico. A volte, per sentirsi in sintonia con la propria identità di genere, ricorrono a cure ormonali o si sottopongono ad interventi chirurgici. Nina Stieger collabora con l’Associazione Transgender Network Switzerland per migliorare la situazione giuridica e sociale di queste persone, troppo spesso ancora stigmatizzate.
(Thomas Kern, Patricia Islas e Daniel Wihler, swissinfo.ch)
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