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Un giudizio intransigente sul caso Phonak

Serge Demierre, allora direttore sportivo della Post swiss team Keystone

Ex corridore e direttore sportivo, Serge Demierre non risparmia le critiche all'unica squadra ciclistica professionistica svizzera.

Esclusa dal futuro circuito ProTour, la Phonak, sostiene il ginevrino, non avrebbe saputo assumersi le proprie responsabilità.

Per 14 anni, Demierre è stato corridore professionista, e in seguito ha pure diretto due squadre, oggi scomparse. Dapprima la Helvetia, nel 1992, e poi nel 2000-2001, la Post swiss team.

Sebbene sia deluso di veder scomparire un’ulteriore squadra svizzera dalla scena internazionale, Demierre non può impedirsi di considerare fondata la decisione della commissione licenze dell’Unione ciclistica internazionale (UCI).

Se la Phonak avesse assunto le sue responsabilità a tempo debito, avrebbe potuto sperare di figurare l’anno venturo tra le 20 squadre del circuito ProTour, il nuovo circuito ciclistico professionistico, spiega Serge Demierre nell’intervista.

swissinfo: Serge Demierre, la decisione della commissione delle licenze dell’UCI è un colpo duro per il ciclismo svizzero?

Serge Demierre: È indubbiamente un colpo duro per lo sport e per l’immagine del ciclismo. Quando ho saputo la notizia, sono rimasto molto deluso.

Ma non si può combattere contro il doping senza prendere decisioni dolorose. Oggi, purtroppo, è una squadra svizzera che fa le spese di questa lotta. Domani sarà forse una squadra francese, o belga, perché i corridori della Phonak non sono i soli a scherzare con il fuoco.

Ma ciò non significa che per il ciclismo svizzero tutto sia perso. Innanzitutto, la Phonak non cesserà definitivamente l’attività. E fra quattro anni – trascorso cioè il periodo durante il quale sono accordate le licenze ProTour – potrà ripartire da zero e ricostruire una squadra competitiva.

swissinfo: La decisione di non concedere alla Phonak il diritto di correre con l’elite l’anno prossimo può comunque sembrare severa…

S.D.: Dopo la famosa storia della Festina al Tour de France, i dirigenti dell’UCI si sono messi al lavoro per lottare contro il doping.

E ora, se una squadra passa i limiti, viene punita ed è meglio così. È come se il conducente di un autobus passa con il rosso: deve aspettarsi una sanzione, deve aspettarsi che gli venga ritirata la patente.

La Phonak, d’altronde, aveva già ricevuto molti avvertimenti. Per esempio in occasione dell’ultima edizione del Dauphiné libéré, allorché tutti i suoi corridori si erano presentati con dei tassi di ematocrito molto alti. Ma nessuno aveva voluto vedervi un problema.

E invece di prendere subito le misure che si imponevano, i dirigenti hanno preferito tergiversare e sostenere pubblicamente i loro corridori, prima di licenziarli. E ora è la squadra che ne paga lo scotto.

swissinfo: La Phonak potrà continuare a fare affari nel ciclismo, anche se non ha accesso al ProTaour?

È difficile dire, non so come reagirà. Comunque potrà continuare a sopravvivere anche fuori da ProTour e, teoricamente, potrebbe ricevere inviti per partecipare a certe gare. Ma penso sia poco probabile.

Quel che è certo, è che un’altra squadra svizzera dovrà subentrare per offrire delle prospettive alle giovani speranze elvetiche. Che hanno bisogno di un inquadramento sano, di possibilità di correre e di uno scopo da perseguire.

swissinfo: Ma non è semplice riuscire in un’impresa del genere. D’altronde, nemmeno lei, nel 2002, aveva saputo trovare i fondi necessari per costituire una nuova squadra…

S.D.: Non avevo trovato i fondi, perché il ciclismo ha una cattiva immagine e gli sponsor hanno paura di vedere il loro nome associato a quello di imbroglioni.

Ma la volontà dichiarata dell’UCI, di combattere il doping e di applicare delle misure, come nel caso della Phonak, permetteranno forse al ciclismo di ridiventare più pulito.

Se i corridori torneranno a pedalare sulle salite a velocità normale, questo bello sport potrà ripartire su nuove basi.

E ciò potrà infondere speranza e coraggio ai corridori, ai manager e agli sponsor. Che forse torneranno a investire nel ciclismo, perché si tratta di uno sponsoring che non costa molto rispetto alle potenziali ricadute pubblicitarie.

swissinfo, intervista di Mathias Froidevaux
(traduzione dal francese: Fabio Mariani)

Serge Demierre è nato il 16 gennaio 1956.

Ha corso come professionista dal 1977 al 1991 per le squadre della Bianchi, della Campagnolo, della Cilo e della Helvetia.

Nel 1976 è stato Campione svizzero dei dilettanti, nel 1981 ha vinto il Trofeo Baracchi insieme a Daniel Gisiger e nel 1983 ha conquistato il titolo di Campione svizzero su strada.

Demierre ha vinto parecchie tappe del Giro della Svizzera e una tappa del Tour de France (la Roubaix-le Havre) nel 1983.

È pure stato direttore sportivo di due formazioni svizzere: la Helvetia nel 1992 e la Post swiss team nel 2000-2001.

Nel 2002, ha tentato di costituire una nuova squadra svizzera, Swiss team 2002, ma non ci è riuscito per mancanza di fondi.

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