Un manifesto per promuovere gli interessi della diaspora
La Quinta Svizzera mette già le carte in tavola per le elezioni federali. Questa comunità di oltre mezzo milione di aventi diritto di voto formula sette rivendicazioni per la prossima legislatura. Nell'ottica della loro attuazione farà le proprie scelte alle legislative del 23 ottobre.
Determinata ad occupare un posto di primo piano nella politica federale, la diaspora si rivolge direttamente ai partiti e ai candidati al parlamento elvetico. A tutti trasmetterà il “Manifesto elettorale 2011 dell’OSE” (Organizzazione degli svizzeri all’estero), in cui sono illustrate esigenze precise.
In sintesi vuole: una legge specifica per gli espatriati, l’agevolazione dell’esercizio dei diritti politici fuori dai confini nazionali, la promozione della mobilità degli svizzeri, un’assistenza consolare adeguata, il potenziamento della comunicazione con la Quinta Svizzera, il consolidamento del Consiglio degli svizzeri all’estero (CSE) come organo rappresentativo della Quinta Svizzera, il rafforzamento e lo sviluppo della presenza e della partecipazione internazionale della Svizzera.
Sette richieste che costituiscono il denominatore comune dell’elettorato elvetico all’estero. Un elettorato sparso in tutto il pianeta, ma “con il cuore sempre in Svizzera”, ha detto a swissinfo.ch Giuseppe Broggini, architetto urbanista ticinese in pensione, che da quarant’anni vive a Londra.
Se le ragioni affettive spingono gli espatriati a partecipare alla vita politica in Svizzera, la ragione tout court li induce a concertare una strategia per raggiungere i loro obiettivi.
Priorità: una legge per gli svizzeri all’estero
Il bilancio della corrente legislatura è in chiaroscuro per gli espatriati, secondo il direttore dell’OSE Rudolf Wyder. Fra gli esempi che cita, sono stati conseguiti progressi nel voto elettronico, ma si è ancora lontani dalla generalizzazione. La Quinta Svizzera chiede un’accelerazione.
Per il direttore dell’OSE, un passo molto importante è stato il riconoscimento da parte del governo della necessità di una politica coerente per gli svizzeri all’estero. “Nella prossima legislatura dovrà essere concretizzata”, sottolinea Wyder. Proprio per questo la prima delle sette richieste del manifesto è la creazione della base legale che consenta di condurre tale politica.
Nella diaspora serpeggia il sentimento di essere trascurata dalla classe politica elvetica. “Promettono sempre tanto, ma poi non fanno nulla. Anzi chiudono consolati”, lamenta Greta Latini, una zurighese che dal 1969 vive a Perugia.
Secondo Rudolf Wyder, globalmente la classe politica elvetica non si rende ancora esattamente conto dell’importanza della diaspora per la Svizzera. È una rete di relazioni internazionali – economiche, politiche e culturali – “senza la quale il nostro paese s’impoverirebbe. Questa rete va gestita con consapevolezza”.
Contatto diretto con i politici
Coscienti del valore della Quinta Svizzera e vicini alle sue preoccupazioni si sono invece dimostrati quei parlamentari che hanno preso contatto con le comunità di espatriati, si sono interessati ai loro problemi concreti e hanno fatto campagna elettorale nella diaspora, spiega Jean-Paul Aeschlimann, console onorario nel sud della Francia, che ha alle spalle 40 anni trascorsi all’estero in diversi paesi.
Anche quest’anno gli svizzeri di Francia – che, con 181’462 cittadini elvetici, ospita la diaspora più numerosa – percorreranno questa strada. Al loro congresso annuale che si terrà alla fine di aprile a Bordeaux, hanno invitato cinque rappresentanti dei cinque più grandi partiti presenti nel parlamento svizzero ad esporre le rispettive posizioni su diversi temi.
Appuntamenti simili sono in calendario in altri paesi. Per esempio in Gran Bretagna, dove in settembre, tramite l’ambasciata, si organizzerà un forum dedicato alle elezioni federali, indica Giuseppe Broggini.
Ricerca di candidati ideali
In corsa alle elezioni del 23 ottobre ci saranno anche espatriati. Ma i delegati del CSE con cui abbiamo parlato, concordano che questi candidati non hanno grandi possibilità di essere eletti. Servono però la causa della Quinta Svizzera, che guadagna visibilità in patria. Parallelamente la loro candidatura crea dibattiti elettorali nella diaspora e accresce l’interesse degli espatriati per il voto.
Gli svizzeri all’estero sono ormai convinti che sia “più utile avere in parlamento parecchi rappresentanti di diversi partiti che vivono nella Confederazione e difendono gli interessi della diaspora, piuttosto di avere qualche espatriato che si perde nella massa”, afferma Roberto Engeler, presidente della scuola svizzera di Milano.
È giusto che gli svizzeri che risiedono all’estero votino e così influenzino la politica della Confederazione. “Ma per esercitare un mandato parlamentare, si deve vivere nel paese stesso”, aggiunge la vicepresidente dell’OSE Elisabeth Michel, che da 35 anni vive in Germania.
Anche per Jean-Paul Aeschlimann, è importante per la diaspora essere rappresentata da parlamentari in Svizzera che conoscono molto bene il terreno sul quale si muovono. L’ideale sarà il giorno in cui si potrà organizzare “l’elezione delle Camere federali in parallelo con quella del Consiglio degli svizzeri all’estero. Perché se il CSE fosse eletto dall’insieme degli espatriati con diritto di voto, diventerebbe più rappresentativo e coinvolgerebbe maggiormente” gli svizzeri nel mondo.
“È il nostro sogno”, dice Aeschlimann. Il voto elettronico e la piattaforma SwissCommunity potrebbero farlo diventare realtà.
Nella Confederazione l’Organizzazione degli svizzeri all’estero (OSE) rappresenta gli interessi degli espatriati. Le autorità la riconoscono come portavoce della Quinta Svizzera.
La diaspora ha il proprio parlamento: il Consiglio degli svizzeri all’estero (CSE), che si riunisce in Svizzera due volte all’anno, in primavera e in estate in occasione del Congresso annuale degli svizzeri all’estero.
Alla seduta primaverile svoltasi l’8 aprile a Brunnen, nel cantone di Svitto, il CSE ha adottato all’unanimità il “Manifesto elettorale 2011 dell’OSE”, che si rivolge a tutti i partiti e i candidati alle elezioni federali del 23 ottobre. Si tratta di un catalogo di sette richieste concrete della Quinta Svizzera per la prossima legislatura.
Alla fine del 2010 nelle rappresentanze svizzere all’estero erano immatricolati 695’101 cittadini elvetici, l’1,5% in più di un anno prima. Di questi ben 538’243 sono maggiorenni ed hanno dunque diritto di voto e di eleggibilità.
Per partecipare alle votazioni e alle elezioni federali, devono essere immatricolati nella rappresentanza elvetica nel paese di residenza e iscriversi in un registro elettorale di un comune della Confederazione.
La partecipazione politica della Quinta Svizzera aumenta costantemente. Alla fine del 2010, nei registri elettorali erano iscritti 135’877 svizzeri dell’estero, pari a una crescita del 4,5% in un anno.
In conformità con gli standard di JTI
Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative
Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.
Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.