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Un mondo globalizzato ha bisogno di un’ONU forte

Micheline Calmy-Rey parla di fronte all'Assemblea generale delle Nazioni Unite Keystone

La presidente della Confederazione Micheline Calmy-Rey ha invitato i membri delle Nazioni Unite ad assumere le proprie responsabilità per trovare una soluzione alle crisi che scuotono il mondo .

Nel suo discorso di fronte all’Assemblea generale dell’ONU a New York ha esortato al rispetto dei diritti umani e dello stato di diritto. Alcune regole fondamentali dovrebbero valere per tutti.

«L’ONU è una piattaforma importante per la politica estera svizzera. Qui possiamo presentare a livello globale le nostre priorità, quali la politica di pace, lo sviluppo sostenibile e sociale, i temi relativi all’ambiente», ha detto Calmy-Rey di fronte ai media svizzeri, dopo il suo intervento di fronte all’Assemblea generale dell’ONU.

Analogamente al nuovo segretario delle Nazioni Unite Ban Ki-moon, Calmy-Rey pensa che il multilateralismo sia molto importante. «Viviamo in un mondo globalizzato, abbiamo bisogno di soluzioni comuni».

Nessun paese può ottenere da solo dei risultati in ambiti quali la sicurezza, il terrorismo, l’ambiente, la migrazione, ha affermato la presidente della Confederazione. Per trovare delle soluzioni condivise occorre una ONU forte. Per questo la Svizzera dà molta importanza alla riforma dell’organizzazione, ha detto Calmy-Rey.

Rispondendo ad una domanda di swissinfo, Calmy-Rey ha lodato il nuovo segretario nelle Nazioni Unite Ban Ki-moon. La Svizzera, una delle sedi dell’ONU, avrebbe un interesse particolare ad intrattenere buone relazioni con il segretario generale. Gli incontri avvenuti finora hanno lasciato una buona impressione alla presidente svizzera. «Ha il nostro sostegno», ha affermato.

Preoccupazione per la Birmania

Calmy-Rey si è detta preoccupata per la situazione nel Myanmar (ex Birmania). Anche in questo ambito la Svizzera sostiene un dialogo tra le parti sotto l’egida dell’ONU. «Abbiamo esortato il Myanmar a non usare la violenza contro la popolazione civile».

In precedenza, nel suo discorso davanti all’Assemblea generale, ha detto che in un’epoca in cui un numero crescente di civili è vittima di conflitti, in cui dei bambini vengono costretti a diventare soldati e in cui il cambiamento climatico minaccia la sopravvivenza del pianeta, è necessario tenere alto il vessillo dei diritti umani e dello stato di diritto.

La violazione senza scrupoli di questi principi sarebbe la causa di molti conflitti in questo mondo.

Sicurezza umana

La politica di sicurezza non può essere regolata solo fra gli stati, perché sono i civili ad essere le prime vittime dei conflitti. La comunità degli stati dovrebbe impegnarsi affinché gli stati e i gruppi armati rispettino le regole fondamentali che devono valere per tutti.

I conflitti dovrebbero lasciare il posto al dialogo e alla ricerca di una soluzione. Il dialogo non sarebbe però sufficiente. Sarebbe necessario anche superare ostacoli regionali, ideologici e culturali che impediscono la nascita di alleanze basate sugli stessi valori. Per questo sono necessari obiettivi chiari.

Dei progetti concreti portano spesso ad un avvicinamento fra le parti in conflitto, ha detto Calmy Rey, che ha citato fra gli esempi di questa via al dialogo la Corte penale internazionale e il Consiglio dei diritti dell’uomo a Ginevra.

Indicare la via di soluzioni pacifiche

Per trovare delle soluzioni alle crisi bisogna tener conto degli interessi di tutte le parti in causa. In questo contesto la presidente della Confederazione ha menzionato gli sforzi della Svizzera per dar vita in Libano ad un dialogo tra tutte le forze politiche del paese.

Sempre al fine di favorire lo sviluppo di una cultura del dialogo la Svizzera fa parte anche dell’Alleanza delle civiltà, un’iniziativa del segretario generale dell’ONU per favorire la comprensione tra le culture.

«L’approccio corrisponde esattamente al profilo della Svizzera. Il nostro paese può contribuire qui con la sua esperienza nella costruzione di ponti», ha detto Calmy-Rey dopo un incontro dell’Alleanza.

Mutamento climatico

La presidente della Confederazione ha anche insistito sull’importanza di un impegno serio da parte degli stati nella lotta contro il surriscaldamento del clima. Sarebbero necessario fissare rapidamente degli obiettivi chiari e vincolanti.

Ribadendo la posizione espressa lunedì dal ministro dell’ambiente Moritz Leuenberger, Calmy-Rey ha detto che tutti gli stati devono impegnarsi nella fase successiva al protocollo di Kyoto.

swissinfo, Rita Emch, New York
(traduzione dal tedesco: Andrea Tognina)

A margine dell’Assemblea generale dell’ONU la ministra degli esteri svizzera e attuale presidente della Confederazione Micheline Calmy-Rey ha avuto vari incontri bilaterali.

Durante un colloquio con il ministro degli esteri cinese Yang Jiechi ha firmato un accordo che regola i principi del dialogo politico fra i due stati.

Calmy-Rey ha inoltre preso parte ad un incontro dell’»Alleanza delle civiltà» e ha incontrato il presidente palestinese Abbas e il ministro degli esteri siriano Walid Al- Moallem.

Rispetto alla situazione in Medio Oriente, Calmy-Rey ha espresso la sua speranza in nuovi progressi grazie ai colloqui previsti per il mese di novembre.

Nell’agenda della presidente della Confederazione c’erano anche incontri con il presidente ceco Vaclav Klaus e con rappresentanti della Bosnia-Erzegovina, della Colombia, della Macedonia e del Niger.

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