Un museo da mangiare
Cultura e piacere: il Museo del cioccolato, il più visitato e assaggiato del Canton Ticino, racconta la storia della "delizia degli dei".
Il cioccolato ha sedotto la Svizzera già oltre un secolo fa, fino a diventare uno dei suoi prodotti di maggior consumo ed esportazione.
Una tradizionalissima mucca finta, provocatoriamente dipinta di rosso acceso, sorride sorniona alle migliaia di visitatori che ogni giorno le passano accanto per varcare la soglia del Museo del cioccolato di Caslano, a sud delle Alpi.
Il sorriso si estende automaticamente ai visitatori che, all’interno, vengono subito accolti da una fontanella zampillante cioccolata calda, da assaggiare. Una degustazione che invita ad assaporare ancora meglio il museo.
Cultura e affari
Fondato dall’azienda Chocolat Alprose, il museo è ormai diventato una delle maggiori attrazioni turistiche della Svizzera italiana. E la crescita del flusso di visitatori non sembra volersi arrestare: dai 210 mila nel 1995 si è passati a quasi 300 mila nel 2001.
“Il nostro museo del cioccolato è visitato da una media di 270 mila persone all’anno, circa 1000-1500 al giorno. C’è chi si organizza in gruppo: ogni giorno arrivano una decina di autobus”, precisa Paul Nussbaumer, direttore del museo, denominato Choko Land.
Fondato nel ’91, il museo attira pubblico addirittura superiore a quello del Museo di arte moderna di Lugano dove, in occasione delle grandi mostre, si contano code di visitatori chilometriche. Come si spiega una cifra simile?
La fortuna del museo è anche la vicinanza fisica dello stesso con la fabbrica di cioccolato. Le “forche caudine” sono rappresentate dall’entrata al negozio, tappa quasi obbligata dopo la visita al museo, dal quale visitatori di tutto il mondo escono con le borse piene di cioccolato.
C’era una volta
Con grandi pannelli fotografici e spiegazioni scritte, il museo narra innanzitutto la straordinaria storia del frutto del cacao, già apprezzato dai popoli antichi dell’America centrale, come i Maya e gli Aztechi. In queste regioni le fave di cacao vengono coltivate ancora oggi, prima di essere esportate e utilizzate per la produzione di cioccolato.
In Svizzera, il cioccolato ha cominciato a conquistare il gusto della gente già nel 1891, quando François-Louis Cailler fondò a Vevey la più antica marca di cioccolato tuttora esistente nel Paese.
Antichi ritratti mostrano le espressioni fiere dei capostipiti delle grandi famiglie di “cioccolatai” svizzeri, dalle alterne fortune: Philippe Suchard, Jacques Foulquier, Rudolf Sprüngli-Ammann, Henri Nestlé.
Si viene così a sapere che Daniel Peter si innamorò della figlia di Cailler e del suo cioccolato, inventando tra l’altro il cioccolato al latte. Il padre di Aquilino Maestrani invece aveva fatto parte di quella schiera di ticinesi emigrati in Lombardia verso la metà del diciottesimo secolo, per imparare in Italia “l’artigianato del cioccolato”! Si apprende infine che il famoso “Toblerone” prende il nome proprio da Jean Tobler.
Immancabile presenza
La varietà degli oggetti esposti mostra come il cioccolato è diventato di uso giornaliero fin dalla sua nascita: come un rito veniva sorseggiato caldo da tazze d’argento, probabilmente nelle famiglie della buona borghesia.
Raffinati cioccolatini erano regalati in preziose confezioni che ammiccano nostalgicamente dalle vetrine del museo, mentre elaborati stampi a forma di coniglio ricordano che la tradizione di gustarsi questo animaletto in cioccolato per Pasqua è un’usanza di lunga data.
Ma anche lo stampo di Santa Claus ha il suo bel posto accanto ad una sorta di antica, piccola impastatrice di cioccolato uguale, nella forme, alle moderne betoniere da cemento…
Fiumi di cioccolato
Una particolarità: all’Alprose di Caslano vi è anche la possibilità – unica in Svizzera – di seguire la produzione del cioccolato. La fabbrica cura tutta la lavorazione del prodotto, dalla pulitura e tostatura delle fave di cacao fino all’ottenimento del prodotto finito e confezionato.
Da un corridoio aereo i visitatori vedono scorrere chilometri di cioccolato in quasi tutte le fasi della produzione. “La Svizzera è il miglior produttore europeo di cioccolato”, afferma orgoglioso Paul Nussbaumer, direttore di Alprose.
Di certo, la Svizzera è perlomeno il maggior produttore europeo di cioccolato: nel 2001 lavoravano per il settore circa 5 mila persone per una produzione annua di 140 mila tonnellate. La Alprose, fondata nel ’57, occupa il quarto posto nella graduatoria, con 8 mila tonnellate di cioccolato all’anno e 140 dipendenti.
Per la prestigiosa fabbrica la Svizzera rappresenta il 33% cento delle vendite mentre l’esportazione vede questo cioccolato ticinese presente negli Stati Uniti, Australia, Canada, Israele, Taiwan, Bangladesh, Egitto, Giappone, Norvegia, Argentina per citarne alcuni. Insomma, un grande manto di cioccolato che ricopre idealmente il mondo e che narra la sua storia in Ticino, al Museo del cioccolato.
swissinfo, Maddalena Guareschi, Caslano
1957, nascita dell’azienda Chocolat Alprose di Caslano.
1991, apertura del Museo del cioccolato.
Con 200’000 a 300’000 entrate ogni anno, il museo è il più visitato del Canton Ticino.
Il Choko Land Museum di Caslano propone un quadro sulla storia del cioccolato: dalla prime pietanze rudimentali a base di cacao, preparate dai popoli antichi dell’America centrale, alla sua fabbricazione moderna, sotto mille forme deliziose.
Attualmente la Svizzera è il più grande produttore mondiale di cioccolato, con oltre 140 mila tonnellate all’anno.
Con un volume d’affari di 1,2 miliardi di franchi all’anno, il settore da lavoro a circa 5 mila persone.
La Svizzera figura pure tra i più grandi consumatori di cioccolato, con circa 12 chili pro persona all’anno.
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