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Un nuovo volto per il Kosovo

Hashim Thaci, il nuovo uomo forte del Kosovo Keystone

Dopo le elezioni parlamentari in Kosovo, i ministri degli esteri dell'Unione europea hanno messo in guardia da un'affrettata dichiarazione di indipendenza da parte della provincia serba.

Il governo svizzero, che intende pronunciarsi solo dopo il 10 dicembre sulla questione dell’indipendenza, ha annunciato di voler mantenere in ogni caso il contingente militare della Swisscoy in Kosovo.

Otto anni dopo la guerra del Kosovo, l’ex-guerrigliero Hashim Thaci è a un passo dalla stanza dei bottoni.

In un’elezione segnata dal più basso tasso di partecipazione della storia, il suo Partito democratico (PDK) è diventato, stando al conteggio del 90% delle schede, la formazione con il maggior numero di seggi in parlamento.

Seconda forza politica per numero di voti è risultata la Lega democratica del Kosovo (LDK), che attualmente governa la provincia. La terza posizione è occupata dall’Alleanza Nuovo Kosovo (AKR).

La minoranza serba in Kosovo ha disertato in massa le urne. Già prima del voto Thaci aveva fatto appello a tutti i partiti albanesi in vista della rapida formazione di un governo di coalizione. Secondo le previsioni, tra le prime decisioni del nuovo esecutivo vi sarà la proclamazione dell’indipendenza del Kosovo.

Trattative difficili

Le trattative sul futuro statuto della provincia amministrata dal 1999 dalle Nazioni Unite si trovano al momento in una fase cruciale. Se le parti non giungeranno ad un’intesa entro il 10 dicembre, i kosovari vogliono dichiarare l’indipendenza anche senza l’accordo della Serbia.

Thaci, che fu tra i fondatori della guerriglia indipendentista UCK, potrebbe dunque diventare il primo capo di governo di un nuovo piccolo stato europeo. Giunto martedì a Bruxelles per colloqui sul futuro della provincia serba, il nuovo uomo forte di Pristina ha detto che «il Kosovo è pronto per l’indipendenza».

Avvertimento dell’UE

Bruxelles tuttavia frena. «Il Kosovo deve ottenere l’indipendenza, ma questo non deve avvenire attraverso una dichiarazione disorganizzata e unilaterale. Deve essere coordinata con la comunità internazionale», ha dichiarato lunedì a Bruxelles il ministro britannico per l’Europa Jim Murphy.

Il ministro degli esteri svedese Carl Bildt ha dal canto suo ammonito che un gesto precipitato del Kosovo potrebbe condurre all’isolamento internazionale della provincia.

Anche Cipro, Grecia, Slovacchia e Spagna hanno espresso delle perplessità sui progetti di indipendenza kosovari.

Prudenza in Svizzera

Il Ministero svizzero degli affari esteri (DFAE), contattato martedì da swissinfo, non ha voluto rilasciare dichiarazioni sull’attuale situazione in Kosovo. Il governo svizzero dovrebbe prendere posizione ufficialmente dopo il 10 dicembre.

Finora la posizione ufficiale della Svizzera è stata molto simile a quella dei partner europei, favorevoli all’indipendenza, ma a certe condizioni. Per il DFAE, la via verso l’indipendenza del Kosovo richiede una sorveglianza internazionale e deve essere negoziata con Belgrado.

In passato la ministra degli esteri Micheline Calmy-Rey si è tuttavia dichiarata in varie occasioni favorevole ad un’«indipendenza formale» del Kosovo.

Una posizione criticata da Thomas Fleiner, direttore dell’Istituto per il federalismo di Friburgo e consulente giuridico dello stato serbo. Il giurista ha affermato lunedì che il sostegno all’indipendenza contraddice la Costituzione federale, che chiama il paese a contribuire alla «coesistenza pacifica tra i popoli».

Nexhat Maloku, membro dell’associazione degli insegnanti e allievi albanesi in Svizzera, loda invece l’impegno di Calmy-Rey. «Il sostegno della presidente della Confederazione all’indipendenza del Kosovo è un fatto importante. Sicuramente favorirà le buone relazioni tra Kosovo e Svizzera», ha detto a swissinfo.

La Swisscoy rimane in Kosovo

Da parte sua, il consigliere federale Samuel Schmid intende lasciare il contingente militare svizzero in Kosovo – attualmente 220 uomini – anche nel caso che il nuovo governo di Hashim Thaci dichiari unilateralmente l’indipendenza dalla Serbia.

Secondo il il portavoce del Dipartimento federale della difesa (DDPS) Sebastian Hueber, anche dopo un’eventuale proclamazione di rimarrebbe in vigore la risoluzione 1244 delle Nazioni Unite: la truppe svizzere resterebbero quindi nell’ambito del mandato ONU. La Svizzera prende parte alla forza di stabilizzazione in Kosovo dal 1999.

swissinfo e agenzie

Il nuovo uomo forte del Kosovo, Hashim Thaci, ha vissuto per qualche anno in Svizzera. Nel 1992 ha lasciato il suo paese per studiare diritto internazionale e storia dell’Europa sudorientale all’Università di Zurigo.

Nel 1993 è stato uno dei fondatori dell’esercito di liberazione del Kosovo (UCK). Dopo un periodo di formazione militare in Albania è tornato in Kosovo per combattere. Il suo nome di battaglia era «Gjarper» (il serpente).

Nel 1997 un tribunale serbo ha condannato Thaci a dieci anni di carcere in contumacia per i reati di terrorismo e omicidio.

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