Un registro per imparare dagli errori medici
Nell'aviazione è la regola: l'analisi degli incidenti permette di imparare. Il governo vuole applicare il sistema anche alla medicina.
Una piattaforma per lo scambio e la valutazione degli errori medici, come un obbligo di denuncia: questi gli strumenti per difendere i diritti dei pazienti.
La statistica, pubblicata ormai quattro anni fa, aveva creato scompiglio a livello nazionale: da cifre ufficiose raccolte dall’Ufficio federale delle assicurazioni sociali, risultava che ogni anno in Svizzera muoiono dai 2’000 ai 3’000 pazienti per errori medici.
Gli errori sono spesso banali, ma non le conseguenze; la lista presenta esempi sconcertanti, spesso legati alla fatalità, molto più spesso all’errore umano. Si passa da un errore di gruppo sanguigno nel caso di una trasfusione, al dimenticare un attrezzo o una garza nelle interiora del paziente, creando gravi problemi collaterali. Negli ospedali svizzeri ci sono stati anche casi di trapiantati di organi sbagliati.
La statistica aveva però un grosso problema: mancavano e mancano a tuttora dei dati concreti; in quell’occasione erano stati necessari dei paragoni con la realtà statunitense per definire l’entità del fenomeno.
Analizzare per migliorare
Adesso il Consiglio federale starebbe preparando una serie di misure per rimediare alla situazione. Il giornale domenicale «NZZ am Sonntag» rivela infatti che gli esperti dell’Ufficio federale della sanità stanno vagliando diverse possibilità.
I responsabili indicano il caso dell’aviazione: ogni incidente viene analizzato con meticolosità. Tutti gli elementi che possono aiutare ad aumentare la sicurezza generale finiscono il prima possibile nella pratica. In termini tecnici questo sistema si chiama «Critical Incident Reporting».
Adesso si cerca di affinare un sistema analogo per la sanità. «Puntiamo a degli accordi volontari con gli ospedali, perché una valutazione possa portare a veri miglioramenti», spiega dalle colonne del giornale di Zurigo il responsabile del dossier, Manfred Langenegger.
Statistica anonima
Concretamente si tratterebbe di un sistema anonimo in cui medici, chirurghi e il personale curante potrebbero annunciare i propri errori, senza paura di repressione. Dall’analisi, una centrale nazionale potrebbe poi cristallizzare delle misure concrete e puntali per evitare il ripetersi dell’errore.
Già con la nuova legge sull’assicurazione malattia del 1994, il parlamento auspicava la creazione di sistemi più efficaci per il controllo della qualità. Negli ultimi anni si è data la priorità ai miglioramenti gestionali, adesso si focalizza dunque anche sulla parte più difficile della medicina, l’errore.
Strutture per cambiare
Nel 2003 la Confederazione e il personale del settore sanitario hanno creato una fondazione comune che avrà un compito esecutivo nel progetto. Malgrado le difficoltà iniziali, adesso il finanziamento sarebbe garantito: con sei centesimi per abitante, l’istituzione paritetica dispone dei mezzi per agire.
Adesso il progetto parte per una larga consultazione fra specialisti e coinvolti. Si spera di poter iniziare prima della fine dell’anno.
Centrale, afferma ancora il settimanale, è il controllo della sommistrazione dei medicinali; in questo settore avvengono gli errori più frequenti. Ma i responsabili avvertono: «Ci vorrà molta discrezione e professionalità: se i coinvolti non avranno fiducia nel sistema, non denunceranno i propri errori e non sarà possibile imparare.
swissinfo
Domenica è la giornata del malato sotto il motto «chiedere aiuta a sopportare». In un intervento, anche il Presidente della Confederazione Samuel Schmid, si è chinato sui problemi umani e tecnici collegati alla malattia.
«I pazienti hanno il diritto di accettare un trattamento o di rifiutarlo», ha detto Schmid. Ma per fare ciò devono essere debitamente messi al corrente. «Il malato deve essere informato in merito alla diagnosi, allo scopo del trattamento, ai rischi, alle alternative e alla copertura da parte della cassa malattia».
Il personale ospedaliero invece si appella alla politica, perché non si occupi della sanità solo sotto un’ottica contabile, ma pensando anche alle persone coinvolte.
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