Una corte dell’UE mette al bando un erbicida di Syngenta
Il Tribunale di primo grado dell'Unione europea (UE) ha vietato il paraquat, un erbicida fabbricato dalla multinazionale svizzera Syngenta e spesso utilizzato in condizioni pericolose nei Paesi in via di sviluppo.
L’ONG svizzera Dichiarazione di Berna, che da anni si batte per mettere al bando questo prodotto, parla di decisione storica.
Il verdetto dei giudici del Tribunale di primo grado (TPG) dell’UE è in linea con quanto formulato dal governo svedese, il quale considera che il paraquat non rispetta gli standard sanitari europei.
Nella sua sentenza, la corte ha criticato la Commissione europea per non aver analizzato, in modo approfondito, il grado di tossicità del prodotto per gli esseri viventi prima di autorizzarne la vendita nel 2003. I giudici sostengono che Bruxelles non abbia rispettato le esigenze procedurali, supponendo che l’erbicida non avesse alcuna conseguenza sul sistema nervoso di persone e animali.
Fabbricato dalla multinazionale agrochimica basilese Syngenta, il paraquat è la sostanza principale che compone il Gramoxone, uno dei tre diserbanti più utilizzati al mondo.
«E una grande vittoria per la società civile e per i paesi in via di sviluppo», ha reagito Oliver Classen, portavoce dell’organizzazione non governativa Dichiarazione di Berna.
«Syngenta aveva sempre affermato che ciò che non era proibito nell’UE non poteva essere nocivo. Hanno impugnato questi argomenti per anni, ma ora è finita. Si tratta di una decisione storica», ha aggiunto.
Migliaia di atroci decessi
Secondo le organizzazioni terzomondiste, il Gramoxone è responsabile dell’intossicazione di decine di migliaia di persone e ha provocato migliaia di decessi in condizioni atroci.
Il prodotto è all’origine di lesioni oculari, cutanee, al sistema nervoso e agli organi interni, in particolare ai polmoni (fibrosi polmonare responsabile della morte per deficienza respiratoria).
Syngenta si è detta da parte sua sorpresa della sentenza. Un portavoce del gruppo renano ha riferito che la multinazionale intende cooperare con le autorità di sorveglianza e con l’esecutivo comunitario per capire le implicazioni della decisione e per comprendere i «dubbi» del TPG.
Syngenta ha sempre sostenuto che il pesticida non rappresenta alcun problema se il suo utilizzo avviene nel rispetto delle necessarie precauzioni. Nei Paesi in via di sviluppo spesso viene però usato a mani nude, come hanno documentato inchieste giornalistiche.
Proibito in Svizzera
In Svizzera qualsiasi prodotto fitosanitario contenente paraquat è proibito dal 31 dicembre 1989. Un divieto era stato pronunciato in passato anche da più di dieci paesi europei, prima che la commissione UE, nel 2003, autorizzasse di nuovo il prodotto.
Uno degli stati interessati, la Svezia, ha quindi impugnato la decisione presso il TPG, il secondo più importante tribunale dell’UE. Ora la Commissione può a sua volta fare ricorso.
swissinfo e agenzie
Syngenta è il leader mondiale per i prodotti fitosanitari ed è tra gli attori principali sul mercato delle sementi commerciali.
Nel 2006 ha incrementato l’utile netto del 12% alla cifra record di 872 milioni di dollari (1,05 miliardi di franchi).
Syngenta è nata nel 2000 dalla fusione tra la britannica AstraZeneca e la divisione Protezione delle piante dell’elvetica Novartis.
Impiega circa 21’000 persone in oltre 90 paesi.
Gli oppositori al paraquat sostengono che un’esposizione durante la fase di miscelatura e di vaporizzazione può produrre, a corto termine, acuti effetti tossici come epistassi, irritazioni e bruciature della pelle.
Un’esposizione cronica potrebbe poi incidere sui polmoni, il sistema nervoso o il cervello. Alcuni studi epidemiologici hanno rilevato che a lungo termine il paraquat aumenta il rischio di sviluppare il morbo di Parkinson.
Syngenta afferma dal canto suo che il Gramoxone, che contiene il paraquat, è stato approvato dalle maggiori istanze internazionali. Le sue proprietà fisiche lo renderebbero un prodotto sicuro. Basta rispettare le prescrizioni di sicurezza ed equipaggiarsi con abiti protettivi.
In conformità con gli standard di JTI
Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative
Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.
Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.