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Una missione d’esperti si recherà nel Darfur

Il Consiglio ha raggiunto una soluzione di compromesso sostenuta da tutti i membri Keystone

Riunito in sessione straordinaria a Ginevra, il Consiglio dei diritti umani dell'ONU ha approvato l'invio di una missione di alto livello nel Darfur.

La Svizzera ha reagito con soddisfazione alla decisione, sottolineando come per la prima volta il nuovo Consiglio ha provato di essere in grado di parlare con una sola voce.

La regione sudanese è teatro di scontri e violazioni dei diritti umani che hanno causato un disastro umanitario che dal 2003 ha fatto oltre 200 mila morti.

Frutto di un compromesso, la risoluzione è stata approvata dai rappresentanti dei 47 paesi membri del Consiglio. Il testo non condanna le violazioni, ma “esprime preoccupazione per la gravità della situazione umanitaria e dei diritti umani” nel Darfur e chiede alle parti di applicare l’accordo di pace ed osservare un cessate il fuoco.

La risoluzione decide soprattutto di “inviare una missione di alto livello per valutare la situazione dei diritti umani nel Darfur ed i bisogni del Sudan”.

Sollievo elvetico

La Svizzera è soddisfatta del risultato raggiunto. “Finalmente il Consiglio ha dato prova di essere in grado di parlare con una sola voce”, ha affermato l’ambasciatore elvetico Blaise Godet.

“Mi sento sollevato, poiché se il Consiglio non fosse riuscito ad inviare un simile segnale su una delle più gravi crisi umanitarie, l’istituzione non ne sarebbe uscita bene”, ha detto Godet.

L’invio nella regione di una missione di cinque persone, appartenenti ad altrettanti gruppi regionali, “è un buon compromesso”, ha aggiunto.

La Svizzera ha operato per facilitare la discussione e far emergere il consenso, ottenuto anche grazie agli sforzi congiunti del gruppo africano e dei paesi dell’Unione europea.

Due varianti

I membri della missione includeranno cinque personalità altamente qualificate nominate dal presidente del Consiglio dopo consultazione dei Paesi membri, nonché il Relatore speciale dell’Onu sulla situazione dei diritti umani in Sudan”.

La missione dovrà presentare un rapporto alla prossima sessione ordinaria del Consiglio (12 marzo-6 aprile).

L’accordo è stato raggiunto dopo una giornata e mezzo di discussioni. Al vaglio del Consiglio erano infatti due risoluzioni, una promossa dai Paesi europei, l’altra dal gruppo africano.

Entrambe chiedevano l’invio di una missione, ma divergevano sulla sua composizione: per gli europei, la missione doveva essere composta da esperti indipendenti. Gli africani volevano invece inviare una missione più politica, guidata dal presidente del Consiglio accompagnato da rappresentanti dei Paesi membri.

Accolto l’invito di Annan

Aprendo martedì i lavori della sessione straordinaria, il Segretario generale dell’Onu Kofi Annan si era pronunciato per l’invio urgente di una missione di esperti indipendenti ed universalmente rispettati per indagare sul recente aumento di violazioni e di abusi dei diritti umani nel Darfur.

“È urgente agire per prevenire ulteriori violazioni”, aveva affermato in un messaggio.

Voluta fortemente da Annan, la sessione straodinaria sul Darfur è stata chiesta dai Paesi europei. Il Consiglio, subentrato nel giugno scorso all’omonima e screditata Commissione, aveva già indetto tre sessioni speciali tutte dedicate alla situazione in Medio Oriente.

swissinfo e agenzie

Il Consiglio dei diritti dell’uomo ha la sua sede a Ginevra ed ha rimpiazzato la Commissione dei diritti umani. Finora l’organo delle Nazioni Unite si è focalizzato soprattutto sul conflitto arabo-israeliano.

La sessione consacrata al Darfur è la quarta sessione speciale organizzata dalla creazione, sei mesi fa, del nuovo Consiglio. Due sessioni speciali sono state dedicate ai Territori palestinesi e la terza al Libano.

Il Consiglio dei diritti dell’uomo si riunisce almeno tre volte l’anno per un minimo di dieci settimane e può indire delle sessioni speciali in caso di crisi maggiori.
Per indire una sessione speciale, uno Stato ha bisogno del sostegno di altri 16 membri.
La Svizzera è stata eletta il nove maggio scorso per un mandato della durata di tre anni.

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