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Una politica d’asilo che continua a dividere gli animi

Christoph Blocher è soddisfatto dell'inasprimento della politica d'asilo Keystone

Due anni dopo la soppressione dell'aiuto sociale ai richiedenti l'asilo colpiti da una decisione di non entrata in materia, il ministro della giustizia traccia un bilancio positivo.

I difensori dei rifugiati non condividono però l’analisi fatta da Christoph Blocher un mese prima della votazione su un progetto di inasprimento della legge sull’asilo.

L’esclusione dall’aiuto sociale delle persone colpite da una decisione si sarebbe dimostrata efficace. Lo hanno affermato venerdì mattina in una conferenza stampa a Berna il ministro di giustizia e polizia Christoph Blocher e il direttore dell’Ufficio federale della migrazione (UFM) Eduard Gnesa, presentando il secondo rapporto annuale «Monitoraggio NEM».

L’esclusione dei NEM (non entrata in materia) dall’aiuto sociale, in vigore dall’aprile 2004, mira a spingere queste persone a lasciare il più rapidamente possibile la Svizzera, a ridurre i costi e in generale a rendere meno attrattiva la Svizzera per i richiedenti l’asilo.

Convinte a partire

Dal rapporto risulta che il numero delle domande d’asilo palesemente immotivate è diminuito – meno 12,5% nel 2005 con conseguenti risparmi per 92 milioni di franchi – e le persone colpite da una decisione di non entrata nel merito sono state convinte a partire.

Si tratta tuttavia di una supposizione basata sul fatto che due terzi delle 6685 persone colpite da una decisione di non entrata in materia dopo il 1° aprile 2004 non hanno sollecitato un aiuto d’urgenza (che copre i fabbisogni vitali). Lo stesso Blocher ha ammesso che questi dati non forniscono una prova certa che queste persone abbiano lasciato la Svizzera.

Durante la conferenza stampa sono state respinte anche le critiche relative all’accesso all’aiuto d’urgenza e al trattamento riservato alle persone vulnerabili. Né l’accoglienza dei rifugiati, né la situazione delle persone vulnerabili sarebbero state pregiudicate. Christoph Blocher ha garantito che saranno attentamente esaminati tutti i casi controversi di cui si viene a conoscenza.

Altro dato: nemmeno nel secondo anno di blocco dell’aiuto sociale si è verificato il temuto forte aumento della delinquenza fra le persone con una NEM. Con il provvedimento la criminalità sarebbe anzi diminuita.

Rimasti in Svizzera

Un rapporto pubblicato venerdì dall’Organizzazione svizzera d’aiuto ai rifugiati (OSAR) contraddice però l’analisi fornita dal Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP).

«Blocher dice che due terzi dei NEM hanno lasciato la Svizzera, ma nessuno lo sa con certezza», critica Jürg Schertenleib, esperto legale dell’Organizzazione di aiuto ai rifugiati. «Al contrario, noi crediamo che la maggior parte di loro stia ancora vivendo in Svizzera»

L’accesso all’aiuto urgente per i NEM in Svizzera non è inoltre garantito dappertutto. Le pratiche variano sensibilmente da cantone a cantone. «Alcuni cantoni si sono rifiutati di fornire cibo ai richiedenti d’asilo e alcuni alloggi, in cui dovrebbero vivere anche bambini, non sono in condizioni accettabili», aggiunge Schertenleib.

Quanto al risparmio di 92 milioni di franchi, il giurista dell’OSAR è lapidario: «Il prezzo di questo denaro è la dignità umana. Per me non è una buona notizia».

Secondo il documento presentato dall’OSAR, il canton Glarona, ad esempio, rifiuta l’aiuto urgente ai NEM che non possono provare la loro identità. Giura e Svitto lo concedono solo se la persona coopera con le autorità. I Grigioni lo rifiutano se il richiedente bocciato ha con sé più di cento franchi. A Friburgo e a Zugo i NEM beneficiano dell’assicurazione malattia. A Ginevra e Basilea Città invece un’assicurazione è stipulata solo se le persone devono assumere spese mediche rilevanti.

Alloggi inammissibili

L’OSAR denuncia pure l’alloggio «inammissibile», soprattutto per le persone più vulnerabili. Ad esempio, in un centro nel canton Zurigo l’organizzazione ha rilevato la presenza in un dormitorio comune di una donna incinta non accompagnata, un malato di cancro, vari ammalati cronici e mentali, una famiglia con un bebè e 70 uomini soli. Secondo l’OSAR, tra questi vi erano spacciatori, ladri, sessuomani e individui violenti.

L’aiuto urgente, che deve coprire le necessità immediate, è destinato alle persone che nel settore dell’asilo non hanno diritto all’aiuto sociale. L’OSAR invita i Cantoni a «rispettare la dignità umana» e «boccia la prevista estensione dell’esclusione dall’aiuto sociale (parte della revisione della legge sull’asilo in votazione il prossimo 24 settembre) perché questa misura spinge le persone che ne sono oggetto nell’illegalità e nella miseria e non fornisce alcuna soluzione al ritorno dei richiedenti l’asilo respinti».

swissinfo e agenzie

Dal 1° aprile 2004 la Confederazione non versa più ai cantoni l’importo destinato a finanziare l’aiuto sociale per le persone sulla cui domanda d’asilo le autorità non sono entrate in materia (NEM). La misura era stata presa nel quadro del piano di risparmio 2003 della Confederazione.

I NEM privati dell’aiuto sociale hanno comunque diritto ad un aiuto minimo d’urgenza (cibo, alloggio e altre necessità basilari), per un valore di 21 franchi al giorno.

Sulla questione si è espresso nel marzo del 2005 il Tribunale federale. La più alta istanza giuridica svizzera si è opposta alla decisione del canton Soletta – sostenuta da Christoph Blocher – di privare dell’aiuto d’urgenza un NEM che si opponeva alla sua espulsione.

Il numero di domande d’asilo manifestamente infondate sarebbe diminuito di circa il 30% nel 2005, ciò che ha permesso di ridurre il numero di persone coinvolte nel settore dell’asilo del 12,5% a circa 48’200.

Secondo l’Ufficio federale delle migrazioni sono state realizzate economie dell’ordine di 92 milioni di franchi. Di questa somma, 42 milioni dipenderebbero dalla soppressione dell’aiuto sociale.

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