Una vita in comune sempre più intricata
Le strutture famigliari sono cambiate notevolmente negli ultimi decenni: ne risulta una situazione giuridica spesso complessa.
Per rispondere ad un numero sempre più numeroso di richieste di consiglio, i servizi di consultazione hanno pubblicato una nuova guida.
«Un anno fa ho iniziato a convivere con il mio amico. Sono divorziata. Con il mio nuovo compagno abbiamo iniziato a parlare di matrimonio. So che lui per il momento non ha nessun diritto sui miei bambini. Però mi aiuta molto, ben di più di quanto faceva loro padre. Cosa posso fare affinché i miei figli non vengano separati dal mio futuro marito nel caso in cui dovessi morire? È inoltre possibile che i miei figli prendano il mio stesso cognome dopo il nuovo matrimonio?»
Domande di questo genere ce ne sono a decine su www.parent.ch, un sito internet dedicato alle famiglie monoparentali o che vivono in concubinato. E i servizi sociali che si occupano di fornire consigli giuridici su questo tema sono spesso oberati dal lavoro.
Un nodo giuridico inestricabile
Malgrado la famiglia classica – padre, madre e figli – continui ad essere la regola, negli ultimi decenni le strutture famigliari hanno subito trasformazioni notevoli. Sono infatti sempre più numerose le coppie non sposate con figli, le famiglie monoparentali oppure i bambini nati da un secondo o da un terzo matrimonio.
Un’evoluzione sociale spesso fonte di problemi giuridici difficili da risolvere. Questioni finanziarie o d’eredità, cognomi, diritti del patrigno e della matrigna, adozione… Per chi ad esempio è divorziato, ha dei figli a carico e si è poi risposato con qualcuno che aveva già un figlio, il diritto di famiglia svizzero rischia di diventare un nodo estremamente ingarbugliato.
Le domande per ottenere un consiglio sono talmente numerose che per cercare di far chiarezza i servizi giuridici dei quattro Centri sociali protestanti (CSP, istituzioni indipendenti che si occupano principalmente di aiuto sociale) della Svizzera romanda hanno addirittura pubblicato una guida destinata alle famiglie ricomposte, ossia quelle famiglie dove almeno uno dei due adulti non è il genitore di tutti i bambini.
Bisogno di consigli sempre più grande
«Abbiamo l’impressione di essere sempre più spesso confrontati a questo genere di casi», dice a swissinfo Claudia Frick, giurista presso il CSP del canton Vaud e tra gli autori della guida.
Tra le domande più ricorrenti vi sono soprattutto quelle legate alle pensioni alimentari. Ad esempio quando l’ex congiunto non paga, oppure quando una persona si trasferisce in un altro cantone, precisa Claudia Frick. Ogni cantone, infatti, ha regole proprie quando si tratta di anticipare questo contributo nel caso in cui il congiunto non dovesse versare regolarmente la pensione.
La giurisprudenza in materia di diritto della famiglia è molto ricca. «Molte questioni restano tuttavia aperte», afferma la giurista del CSP.
In particolare vi sono ancora diverse zone grigie per quanto concerne diritti e doveri di un patrigno o di una matrigna.
Essi possono adottare il figlio del congiunto nato da un primo matrimonio, a patto di rispettare numerose condizioni. Ad esempio, devono provare di essersi occupati dell’educazione del loro figliastro per almeno un anno. Quest’ultimo (se ha più di 14 anni) deve inoltre dare il suo accordo, così come il padre biologico. Una procedura piuttosto complicata: nel 2002, stando a quanto si legge sulla guida, solo 163 patrigni e 22 matrigne hanno adottato il loro figliastro.
Una strada tortuosa
La situazione si complica ulteriormente in caso di separazione d’una famiglia ricomposta. L’ottenimento del diritto di visita è lasciato all’apprezzamento del giudice. In altre parole, un patrigno o una matrigna potrebbero vedersi privati di questo diritto malgrado abbiano vissuto con il bambino per diversi anni.
Un cammino irto d’ostacoli devono affrontarlo pure le coppie che non vogliono sposarsi ma che vogliono lo stesso dare una base legale alla loro unione, ad esempio per il riconoscimento dei figli e l’autorità parentale, oppure che dopo un lungo concubinato decidono di separarsi.
«Molte persone che chiedono ragguagli attraverso il nostro sito lo fanno poiché si lamentano di una mancanza di informazioni da parte dei servizi competenti», ci dice Rebecca Hänggi, creatrice del sito «parent.ch». «Accade che negli uffici di stato civile queste coppie si sentano rispondere ‘se volete che sia più semplice sposatevi’».
Basato sulle fondamenta della famiglia tradizionale, il diritto di famiglia elvetico comincia insomma a dover rincorrere con affanno l’evoluzione della società.
swissinfo, Daniele Mariani
Divorzi pronunciati nel 2003: 16’799
Matrimoni nel 2003: 40’056
Uomini al primo matrimonio: 30’743
Donne al primo matrimonio: 31’227
Dal 1990 al 2000 il numero di famiglie monoparentali è progredito dell’11,2% a quota 161’000.
Quello delle coppie in unione libera del 28,6% a 189’000 (di cui 36’000 con almeno un bambino).
9 famiglie monoparentali su 10 sono composte da una madre con uno o più figli
Circa 8 famiglie su 100 con bambini sono delle famiglie ricomposte, ossia nelle quali uno dei due adulti non è il genitore di tutti i bimbi.
L’evoluzione delle strutture famigliari, con un numero crescente di famiglie monoparentali, di concubini con figli o di uomini e donne che si risposano, ha fatto sì che negli ultimi anni le strutture che si occupano di fornire consigli giuridici in materia siano sempre più sollecitate.
Per cercare di rispondere a molte di queste domande, i Centri sociali protestanti della Svizzera romanda hanno pubblicato una guida giuridica intitolata «Familles recomposées».
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