Uno sguardo dall’estero sulla Svizzera
Chi guarda a una situazione dall'interno corre il rischio non vedere l'essenziale o di perdersi nei dettagli. Sulla base di questa constatazione apriamo oggi la nuova rubrica «l'osservatorio».
Periodicamente un osservatore critico avrà la possibilità di comparare le esperienze e le constatazioni fatte quando risiedeva in Svizzera con quelle della sua attuale vita all’estero.
La visione dall’interno viene così corretta e relativizzata. Il nostro sguardo imparerà a riconoscere una realtà sempre in bilico fra interno ed esterno, fra qui e altrove.
Il senatore della Repubblica italiana Claudio Micheloni vi accompagnerà nei prossimi mesi. Auguriamo anche a voi di scoprire in tal modo nuovi punti di vista. Buona lettura!
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Si accende in Italia il dibattito sulle “stanze del buco”
Qualche giorno fa il Ministro per la Solidarietà Sociale, Paolo Ferrero, si è dichiarato disponibile a discutere su quelle che, in modo poco elegante vengono definite le “stanze del buco”: luoghi protetti e dotati di personale sanitario nei quali i tossicodipendenti si possono appunto “bucare”, assistiti e in condizioni igieniche garantite.
La cocaina e i palazzi della politica
Il Ministro è andato anche oltre, segnalando che la cocaina è una droga che circola anche nei Palazzi della politica. A suo avviso, lo dimostrerebbero le tabelle fatte dal Ministro per la Salute del governo precedente, Francesco Storace, più permissive sulla cocaina che sulla cannabis.
Visti l’argomento e il tenore delle dichiarazioni, immediate si sono accese le polemiche. Non solo nel centrodestra, ma anche nella nostra coalizione.
In Svizzera e in altri Paesi europei, le “stanze del buco” esistono da diversi anni e stanno dimostrando di essere una possibile ed efficace risposta al problema delle dipendenze.
Reazioni negative alla proposta di Ferrero vengono dall’opposizione e dal Sir, Servizio Informazione Religiosa della Chiesa Italiana, che ha definito la proposta di Ferrero “una scorciatoia, che rischia di aggravare il fenomeno della tossicodipendenza, più che risolverlo”.
Nel centrodestra, primo fra tutti l’ex ministro Giovanardi – che della legge nr. 49, recentemente approvata dal governo uscente, è firmatario assieme a Fini – ritiene che “Ferrero provoca così danni irreparabili dal punto di vista culturale.” Insistendo: “tra liberalizzazione e “stanze del buco” Ferrero tenta di colpire al cuore i capisaldi della politica antidroga”.
Critiche anche dalla maggioranza
Ma critiche vengono anche dalla maggioranza. Il ministro per la Famiglia, Rosy Bindi, fa notare che “le ‘stanze del buco’ non sono nel programma dell’Unione”. Lo stesso Prodi prende le distanze dalla proposta di Ferrero, sottolineando che “il governo non c’entra”.
Dalla parte del Ministro Ferrero si è schierata la FeDerSerd, la Federazione Italiana degli Operatori dei Dipartimenti e dei Servizi delle Dipendenze, i partiti di sinistra, oltre ad alcune autorevoli personalità come l’europarlamentare Vittorio Agnoletto di Rifondazione comunista, lo stesso partito di Ferrero, e l’ex Ministro della Salute e autorevole scienziato, Umberto Veronesi.
Assumere droga in un ambiente controllato
Agnolotto, un medico, che per molti anni si è occupato di droga, ha invitato ad evitare un dibattito ideologico. “L’obiettivo – ha affermato – è quello di offrire a coloro che assumono sostanze per via endovenosa la possibilità di farlo in un ambiente controllato sul piano sanitario, con strumenti sterili al fine di evitare di contrarre patologie che possono essere mortali quali l’AIDS, l’epatite B e C e con la vicinanza di personale sanitario in grado di intervenire immediatamente di fronte ad un’eventuale overdose”.
L’esperienza svizzera
Dal canto suo, Umberto Veronesi è intervenuto nel dibattito illustrando il progetto di somministrazione controllata di eroina avviato in Svizzera, dove, uno studio condotto dall’università di Zurigo rileva una riduzione dell’82% dei neoconsumatori di eroina. Veronesi ha poi aggiunto che “questi dati dimostrano che la politica liberale della Svizzera non ha provocato la tanto temuta ‘banalizzazione’ del consumo di eroina e che la proibizione non è un deterrente, ma al contrario fa aumentare nei giovani il desiderio della trasgressione”.
Veronesi ha concluso precisando che: “il proibizionismo è all’origine del mercato nero che alimenta la malavita internazionale e in Italia è il più forte sostentamento per la mafia. Sono convinto che se vogliamo combattere davvero la criminalità organizzata bisognerà considerare seriamente l’abolizione del proibizionismo”.
Sul fronte dei media va segnalato come il quotidiano La Repubblica abbia pubblicato un reportage illustrando ed elogiando l’esperimento della somministrazione controllata dell’eroina di Zurigo.
L’impegno degli operatori sociali
Dal dibattito che si è sviluppato, sembrerebbe che coloro che conoscono da vicino il problema delle dipendenze, siano fra i più convinti sostenitori della proposta del Ministro Ferrero. Non è un caso se, anche in Svizzera, furono dei medici impegnati e specialisti delle tossicodipendenze, preoccupati per il gran numero di morti da eroina, da contagio del virus HIV e dell’epatite B e C, a creare delle strutture che si ponevano l’obiettivo di ridurre almeno gli effetti deleteri derivati dalla totale assenza di condizioni igieniche e di adeguata informazione, cercando di tenere sotto controllo la dimensione del consumo.
Ciò non toglie che, inizialmente, queste forme di sperimentazione – che ormai, soprattutto grazie ai risultati positivi che ottengono, vengono regolarmente riproposte – hanno avuto, e ancora hanno detrattori, sia fra i politici che fra alcune frange della popolazione.
Pur non sottovalutando la dimensione, la complessità e la pericolosità del fenomeno droga, ritengo che con l’umiltà necessaria e senza pregiudizi ideologici sia importante analizzare l’esperimento di Zurigo per farlo conoscere in Italia, perché è uno dei possibili approcci positivi al problema.
Da alcuni giorni sto definendo contatti con gli organi competenti della città di Zurigo per approfondire la questione, prevedendo, qualora se ne verificassero le condizioni, la realizzazione di un Convegno sulla tematica da tenersi in Italia.
Il progetto realizzato a Zurigo dovrà necessariamente essere adattato alla realtà italiana, ma, tenuto conto anche dei buoni risultati, rappresenta una base significativa per iniziare una campagna di sensibilizzazione tra l’opinione pubblica e i politici della Penisola.
Senatore Claudio Micheloni, Roma
Claudio Micheloni è nato a Campli in provincia di Teramo (Italia) nel 1952, emigra con la famiglia nel 1960 in Svizzera dove tuttora risiede nel cantone di Neuchâtel.
È sposato e padre di due figli. Di formazione è disegnatore progettista del genio civile.
Prima di assumere numerosi incarichi professionali di impegno sociale e politico è stato attivo nel settore come libero professionista.
Claudio Micheloni è stato eletto nel Senato italiano alle ultime elezioni politiche. Fa parte della coalizione di maggioranza condotta dal presidente del Consiglio Romano Prodi.
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