Verso un marchio di qualità per gli sport estremi.

Le idee non mancano ai promotori di sport estremi per attirare i turisti in cerca di emozioni: rafting, hydrospeed, tubbing. Un marchio di qualità, in previsione per l'autunno, potrebbe presto contribuire a differenziare le offerte "sicure" da quelle troppo avventurose.
La domanda per gli sport estremi è diminuita del 60 per cento rispetto agli ultimi anni, ha detto all’ats Thierry Gasser, della società vallesana Outdoor activity. La diminuzione è dovuta in particolare a un cambiamento di moda e agli incidenti che hanno gettato ombre sulla professione. Sempre più promotori partecipano a questo mercato e le società sono perciò costrette a offrire «avventure» sempre più «folli» per poter sopravvivere.
Oggi si possono scendere i fiumi con varie imbarcazioni, oppure in hydrospeed – una sorta di «slittino» lungo un metro e mezzo sul quale si viaggia sul ventre con le gambe in acqua – e in tubbing – una specie di camera d’aria munita di pagaie. Altre società
propongono invece di lasciarsi dondolare sotto la volta di un ponte aggrappati a un’altalena elastica. Questi sport ed altre avventure da Indiana Jones dovrebbero accontentare il bisogno di adrenalina dei turisti.
Tali attività funzionano bene, secondo Felix Schmidhalter, della «Maison du Sport» di Verbier (VS). Ma per Thierry Gasser si tratta di una moda passeggera. Questi nuovi sport estremi rilanciano soprattutto il dibattito sulla sicurezza. Per praticare tubbing e hydrospeed non occorre essere in possesso di un’autorizzazione speciale perché sono dei modi di navigazione individuale, ricorda Gasser. E in fin dei conti, vista l’assenza di leggi ad hoc, «la sicurezza dipende dalla filosofia di ogni singola società».
Il modello bernese di certificazione, studiato dopo l’incidente di canyoning al Saxetbach di due anni fa, potrebbe fare scuola. Tre società hanno già superato in giugno i test e altre dieci hanno mostrato interesse per questo «attestato», ha spiegato Eveline Lanz, responsabile per questo progetto.
Da settembre una fondazione creata dalla Federazione svizzera del turismo si occuperà di estendere al maggior numero di promotori il marchio di qualità «safety in adventures», che per ora concerne solo il canyoning, il rafting e il bungee jumping ma verrà ampliato anche ad altri sport estremi.
Gli operatori della categoria sono tuttavia divisi sulla necessità di una legge, come vuole il consigliere nazionale Jean- Michel Cina (PPD/VS). Le guide, che si lamentano della deregolamentazione di certi cantoni, sono piuttosto favorevoli, ha indicato Urs Baumgartner, vicedirettore dell’Ufficio federale dello sport.
Gasser sottolinea però che la situazione e le discipline praticate cambieranno radicalmente e quindi quando una legge entrerà in vigore sarà ormai superata o inadatta.
Cina replica però che una legge è il solo modo per escludere definitivamente le pecore nere dalla categoria. Inoltre – sostiene- un marchio di qualità costa molto e le società che lo otterranno dovranno fare i conti con i prezzi più vantaggiosi dei concorrenti. Il Consiglio federale si pronuncerà in merito prima della sessione autunnale delle camere.
swissinfo e agenzie

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