Viaggio nel labirinto dei finanziamenti agli atleti d’elite
Quest'anno l'associazione olimpica elvetica ha lanciato un programma volto a potenziare il sostegno agli atleti in grado di vincere una medaglia a livello internazionale.
Il modello elvetico di finanziamento degli atleti di punta, diverso da quello in vigore nei paesi limitrofi, è basato essenzialmente sull’economia privata.
Il programma «Top Athlete» dell’organizzazione mantello delle federazioni sportive elvetiche, si prefigge di sostenere in modo mirato gli atleti che hanno il potenziale di salire sul podio alle olimpiadi estive di Pechino del 2008 o a quelle invernali di Vancouver del 2010.
Ma non solo: «Non volendo limitarci agli sport olimpici abbiamo deciso di estendere l’aiuto anche ad altri sportivi in grado di vincere una medaglia ai campionati europei o mondiali della loro disciplina», spiega a swissinfo Werner Ausburger, direttore tecnico di «Swiss Olympic». Ecco perché a beneficiare di questo contributo vi è pure la bernese Simone Niggli-Luder, regina incontrastata della corsa d’orientamento mondiale, o l’asso giurassiano dell’arrampicata Cédric Lachat.
I «top atleti» ricevono un versamento mensile di 1000 franchi a titolo d’indennità. L’anno prima delle olimpiadi e durante l’anno olimpico il contributo sale a 1500, rispettivamente a 2000 franchi, e dovrà servire loro ad affrontare con maggiore serenità le importanti sfide sportive che li attendono.
Nei casi come quello di Roger Federer, che figura nella lista degli atleti ai massimi livelli ma non ha certo bisogno di questi fondi per continuare la sua attività, «Swiss Olympic» ha previsto una soluzione speciale: «In accordo con la federazione sportiva e con l’atleta, tale sussidio andrà in favore delle nuove leve», precisa Ausburger.
Economia privata
Oltre che con questo contributo, l’associazione olimpica elvetica promuove economicamente lo sport d’elite attraverso finanziamenti mirati alle differenti federazioni sportive o contributi diretti agli atleti per un totale di circa 20 milioni l’anno.
Per gli atleti di punta, aiuti come quello fornito da Swiss Olympic sono fondamentali. In Svizzera infatti spetta proprio all’economia privata fornire i fondi necessari all’attività di questi sportivi di alto livello.
L’articolo sullo sport della Costituzione federale non attribuisce allo Stato alcuna specifica competenza in tal senso. «Troppo spesso si tende a dimenticare che il popolo stesso ha voluto che sia così», sottolinea Urs Baumgartner, vicedirettore dell’Ufficio federale dello sport. Di conseguenza, aggiunge Bruno Barth, della fondazione Aiuto sportivo svizzero, impegnata essenzialmente nella ricerca di fondi nel mondo economico per il sostegno delle nuove leve «quando la delegazione elvetica non ottiene risultati ai mondiali o alle olimpiadi in molti erroneamente attribuiscono la colpa allo Stato, accusato di non finanziare in modo sufficiente i suoi atleti».
Così ad esempio era accaduto nel 2005, quando dai mondiali di sci alpino di Bormio gli atleti rossocrociati erano rientrati in patria senza nemmeno una medaglia. Un vero smacco per un paese considerato la culla degli sport invernali.
Ruolo dello Stato
La situazione è invece diversa nei Paesi limitrofi, dove gli atleti ai massimi livelli ottengono dallo Stato finanziamenti mirati e consistenti per le loro prestazioni.
Tali aiuti possono assumere forme diverse. In Francia ad esempio gli sportivi d’elite godono di determinati vantaggi, fra cui borse di studio per la preparazione olimpica. In Italia ad alcuni di loro è data la possibilità di entrare a far parte del corpo dei carabinieri (in Germania dell’esercito o delle guardie di frontiera) e di essere poi esonerati dai normali compiti legati a questa funzione per potere praticare il loro sport.
Con circa un miliardo annuo consacrato allo sport – principalmente a quello di massa – anche gli organismi pubblici elvetici (Confederazione, cantoni comuni) esercitano un’influenza importante sulle possibilità di sviluppo degli sport d’elite. Si tratta però soltanto di un’influenza indiretta.
Oltre a sostenere finanziariamente le federazioni sportive, lo Stato costruisce e mette a disposizione le istallazioni sportive dove praticare la loro attività. «La Confederazione, ad esempio, dà la possibilità agli atleti di punta di allenarsi presso i suoi centri nazionali di Macolin e di Tenero», sottolinea Baumgartner.
Senza dimenticare che la maggior parte di questi atleti ha in passato usufruito del programma di promozione dello sport «Gioventù e sport», gestito in collaborazione con le federazioni sportive, e a cui lo Stato consacra circa 60 milioni di franchi l’anno.
swissinfo, Anna Passera
Swiss Olympic è finanzata dalla Confederazione e dalle lotterie cantonali, ma allo sport d’élite sono destinati solo una ventina di milioni di franchi.
Il compito di reperire finanziatori privati spetta alle singole federazioni, che si trovano confrontate con serie difficoltà.
Swiss Olympic raggruppa 81 federazioni, per un totale di 3,2 milioni di affiliati, ripartiti in oltre 27’000 società sportive.
Sulla lista dell’organizzazione mantello delle federazioni sportive elvetiche figurano per il momento 32 sportivi. Ogni anno la loro situazione viene riesaminata per valutare se l’aiuto si giustifica.
Judo: Sergei Ashwanden, Lena Göldi
Lotta: Reto Bucher
Triathlon: Magali Di Marco Messmer, Reto Hug, Olivier Marceau, Sven Riederer
Beach-volley: Markus Egger, Patrick Heuscher, Sascha Heyer, Martin Laciga, Paul Laciga
Tennis: Roger Federer
Scherma: Marcel Fischer
Ciclismo su pista: Alexander Aeschbach, Marvulli Franco
Ciclismo VTT: Thomas Frischkencht, Petra Henzi, Christoph Sauser, Ralph Näf
Ciclismo su strada: Karin Thürig
Tiro: Cornelia Froelich
Corsa d’orientamento: Daniel Hubmann, Vroni König-Salmi, Marc Lauenstein, Simone Niggli-Luder
Ginnastica artistica: Ariella Käslin, Christoph Schärer
Arrampicata: Cédric Lachat
Equitazione, salto: Christina Liebherr
Nuoto: Flavia Rigamonti
Canottaggio: André Vonarburg
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