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Wouter Basson accusa Peter Regli: “aiutò il Sudafrica ad acquistare droga”

Wouter Basson al suo arrivo all'Alta Corte di Pretoria, lo scorso luglio Keystone Archive

Il divisionario in pensione Peter Regli ancora sulla graticola a causa dei contatti tra il servizio di informazione dell'esercito, di cui fu capo, e il Sudafrica. Secondo il controverso medico sudafricano Wouter Basson Regli lo avrebbe aiutato ad acquistare mezza tonnellata di una potente droga - il Mandrax - in Russia mentre la Svizzera aveva interesse a procurarsi materiale nucleare. Regli nega tutto.

“Stiamo verificando la credibilità di tali affermazioni”, ha affermato mercoledì il portavoce del DDPS Oswald Sigg, confermando una notizia del Tages-Anzeiger. I risultati dell’indagine interna saranno resi noti tra una decina di giorni. Intanto il diretto interessato ha dichiarato a radio DRS di non sapere nulla di questa vicenda, aggiungendo inoltre di non essere mai stato in Sudafrica.

Le dichiarazioni di Basson risalgono al 27 luglio scorso: sono state fatte durante un’audizione davanti a un tribunale di Pretoria dove è accusato di assassinio, truffa e traffico di droga. Durante il periodo dell’Apartheid, Basson fu il “cervello” del programma militare chimico e batteriologico del regime. Durante la sua deposizione, Basson ha affermato che Peter Regli lo aiutò nel 1992 a negoziare l’acquisto dalla Russia di 500 kg di Mandrax, un sedativo di sintesi, di cui l’esercito sudafricano voleva dotarsi per il suo arsenale chimico: questa sostanza, rivela il “Tages-Anzeiger”, si sarebbe potuta usare per rendere “inoffensivi” eventuali dimostranti. Sempre secondo Basson, la sostanza chimica sarebbe andata distrutta.

Contatti tra Regli e Basson erano già stati oggetto nel 1999 di un’inchiesta interna al DDPS e di un’inchiesta parlamentare, dove però non si era mai parlato del “Mandrax”. Stando ai risultati dell’inchiesta parlamentare condotta nel 1999, Regli aveva ammesso un incontro con Basson a Berna nel suo ufficio. Tuttavia egli ha sempre negato di aver saputo di che cosa Basson si occupasse in Sudafrica, come riporta anche il quotidiano zurighese.

Stando all’inchiesta, non era stato possibile provare un coinvolgimento della Svizzera nel programma chimico-batteriologico sudafricano diretto contro la popolazione di colore. La commissione di indagine aveva però constatato che i protocolli degli incontri tra agenti sudafricani e servizi di informazione svizzeri antecedenti al 1992 erano stati distrutti da Regli, dopo che questi ne aveva informato lo stato maggiore generale dell’esercito. Il DDPS non era stato invece consultato. Regli ha ribadito mercoledì di non aver mai saputo nulla dei progetti sudafricani.

Intanto in Sudafrica, la commissione Verità e Riconciliazione ha chiesto una ricerca approfondita sulle relazioni a livello di servizi segreti tra i due paesi. Questa commissione rinfaccia a Regli la distruzione di scottanti documenti relativi a contatti tra i servizi segreti svizzeri e quelli di altri paesi. Regli ha affermato invece che tali carte esistono ma che sono gelosamente custodite in un qualche armadio di Palazzo federale.


swissinfo e agenzie

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