È oro per lo svizzero Bucher a Edmonton
Il lucernese Andre Bucher ha realizzato il suo sogno, diventanto il primo svizzero a vincere una gara di corsa del campionato del mondo di atletica con una convincente prova nella finale degli 800 metri a Edmonton, in Canada. Con il cronometro di 1'43"70, Bucher ha preceduto il kenyano Wilfred Bungei e il polacco Pawel Szapiewski.
Scattato con il pettorale 1039, Bucher ha corso in maniera tatticamente perfetta. L’atleta, che compirà 25 anni ad ottobre, ha dato una dimostrazione di forza assoluta: ha corso i primi 400 m in 50’41, in scia al keniano Bungei (che ha “lavorato” per Yiampoi, 4° al termine), prima di salutarlo ai 600 m e vincere la medaglia d’oro in scioltezza con il tempo di 1’43’70, un’ottantina di centesimi sopra il suo personale fatto segnare al Meeting di Montecarlo nella Golden League.
“E’ al secondo anno a grandi livelli ma la medaglia l’aveva sognata fin dal ritiro in quota a St. Moritz: “è stato davvero fantastico: sono riuscito a mettermi in seconda posizione subito in partenza – ha detto il neo campione del mondo del doppio giro di pista – e quindi ho potuto condurre la gara come avrei voluto. A 200 metri dal termine ho allungato il passo e, sul rettilineo d’arrivo, ho potuto voltarmi a vedere che cosa succedeva alle mie spalle. Uno sguardo e ho capito che avrei vinto l’oro: negli ultimi 100 metri mi sembrava di volare, le gambe viaggiavano ad alti ritmi e stavo per tagliare il traguardo. Poi sono scoppiato in lacrime e ho ringraziato Dio”.
Occhialini arancio, sguarda allampanato, l’André nazionale ha regalato una grande soddisfazione alla Svizzera dell’atletica: il suo ringraziare il cielo sia all’arrivo sia sul podio, ha inoltre messo in luce l’immagine di un uomo maturo rispetto a quello che l’anno scorso andò alla deriva alle Olimpiadi di Sydney.
Ora André Bucher è cambiato: non è più quel ragazzo velocissimo che però sente troppo la pressione di una gara. Ora sembra un “ingegnere”: corre con sensazionale acume tattico e vince. Nils Schumann, colui che avrebbe dovuto lottare fino alla fine con Bucher, è finito addirittura 5°, dimostrando di essere ancora “grezzo” rispetto all’atleta di Lucerna.
Ma chi è Andrè Bucher? 186 cm per 86 chilogrammi, Bucher ha iniziato nei 1’500 m prima di passare agli 800 (ma in carriera ha corso pure un 10’000…): di lui si diceva che era un eterno secondo. Poi, proprio dalla catastrofica gara olimpica, è scattata la scintilla. Il Bucher “brutto anatroccolo” si è trasformato nell’André “Speedy Gonzales” e ha messo in fila tutti.
Ha un diploma da maestro di scuola elementare ed è iscritto all’università di Berna. Da ragazzo ha praticato diverse discipline: dalla ginnastica al calcio e all’hockey su ghiaccio. Del resto arriva da una famiglia di sportivi: papà Anton era un discreto ciclista, mamma Agata invece, ai tempi della scuola, ha brillato nel cross e ora gestisce un negozio di biciclette.
Non c’è stata, e sarebbe stata la classica ciliegina sulla torta, la gioia del nuovo primato personale: ma l’1’43’71 vale molto di più se si tien conto che Bucher ha chiuso quasi in “frenata”. Per limare il personale c’è tempo: a partire dalla Weltklasse di Zurigo, prevista per il 16 agosto, e alla quale Bucher parteciperà con la medaglia d’oro vinta a Edmonton, quando in Svizzera erano le 4 del mattino.
Filippo Frizzi
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