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Valanga di sì ai principi per garantire sicurezza alimentare svizzera

Schweizer Schweine
Una filiera agroalimentare orientata verso il mercato, sostenibile e rispettosa delle risorse dev'essere alla base di un approvvigionamento fondato sia sulla produzione indigena che sulle importazioni: la nettissima maggioranza dei votanti ha approvato oggi i principi costituzionali su cui poggerà la sicurezza alimentare della Svizzera. Keystone

Con il 78,7% di sì, gli svizzeri hanno adottato oggi l’articolo costituzionale che fissa i principi in base ai quali si deve garantire la sicurezza alimentare del Paese a lungo termine. Il testo ingloba tutta la catena agroalimentare e riguarda sia la produzione indigena, sia le importazioni.

Quasi quattro votanti su cinque hanno approvato l’articolo costituzionale 104aCollegamento esterno. Se un netto sì era atteso, la quota di accettazione ha persino superato le rosee attese della vigilia. Nell’ultimo sondaggio condotto dall’istituto gfs.bern per conto della Società svizzera di radiotelevisione (SSR), era infatti risultata una proporzione di sì del 69%, contro il 20% di no e l’11% di indecisi.

Trattandosi di una modifica costituzionale, oltre alla maggioranza di sì dei votanti, per l’approvazione occorreva anche quella dei cantoni. Una doppia maggioranza che l’emendamento costituzionale sulla sicurezza alimentare ha ampiamente conquistato: in tutti i cantoni è stato nettamente avallato.

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Campagna a senso unico

Il verdetto popolare riflette il sostegno quasi unanime che il testo ha ricevuto dai partiti e dalle organizzazioni economiche e professionali. Esso è giunto al termine di una campagna per il voto quasi inesistente e a senso unico: solo i suoi fautori sono scesi in campo per raccomandare all’elettorato di accettare il nuovo articolo.

I rari critici, così come i pochissimi parlamentari che avevano tentato di opporsi in seno alle Camere federali, hanno infatti desistito dal lanciare una battaglia che appariva persa in partenza. La Camera del popolo lo aveva approvato con 175 voti contro 5 e 10 astensioni, la Camera dei Cantoni con 36 voti contro 4 e 4 astensioni. 

Dal campo al piatto, su cinque pilastri

Il nuovo articolo 104a della Costituzione federale è suddiviso in cinque punti. Innanzitutto stabilisce che si devono preservare le basi della produzione agricola. 

In secondo luogo, la produzione di derrate alimentari deve essere adeguata alle condizioni locali ed efficiente sotto il profilo dello sfruttamento delle risorse. 

Terzo: l’agricoltura e la filiera alimentare devono essere orientate verso il mercato. Con questo principio si mette in chiaro che il settore agricolo svizzero non dovrà puntare su una politica di sovvenzionamenti e decreti statali. 

Quarto punto: Pur sancendo che il pilastro principale della sicurezza alimentare svizzera resta la produzione indigena, nel testo si è precisato il ruolo complementare delle importazioni e della necessità di buoni rapporti commerciali con l’estero per assicurarsele. Benché la Svizzera abbia un grado di autoapprovvigionamento alimentare elevato – ora si aggira sul 60% – non può infatti essere autarchica.

Infine l’impiego di derrate alimentari dev’essere rispettoso delle risorse. I consumatori vanno sensibilizzati e responsabilizzati affinché in Svizzera si riduca lo spreco alimentare. 

Un controprogetto a un’iniziativa popolare

Il testo su cu cui hanno votato oggi gli svizzeri è un controprogetto elaborato dal parlamento all’iniziativa popolare “Per la sicurezza alimentareCollegamento esterno“. Questa era stata lanciata con successo nel 2014 dall’Unione svizzera dei contadini (USC): aveva raccolto quasi 150mila firme in soli tre mesi.

L’iniziativa esigeva il rafforzamento dell’approvvigionamento della popolazione “con derrate alimentari di produzione indigena variata e sostenibile”. La Confederazione avrebbe in particolare dovuto adottare provvedimenti contro la perdita di terre coltive, come pure misure per contenere l’onere amministrativo nell’agricoltura e per garantire gli investimenti nel settore.

Quasi tutti i parlamentari hanno condiviso l’idea di fissare dei principi costituzionali che mirano a garantire la sicurezza alimentare alle generazioni future e un avvenire al settore agroalimentare svizzero, di fronte alle sfide della globalizzazione. Ma molti hanno giudicato l’iniziativa troppo vaga, con un margine di interpretazione eccessivo e unilateralmente incentrata sulla produzione indigena.

Il parlamento ha dunque deciso di opporre un controprogetto diretto all’iniziativa, formulato in maniera più precisa e completa. Vale a dire che inglobasse tutta la catena agroalimentare, dalla produzione al consumo, passando per la trasformazione, la commercializzazione e includendo anche le importazioni.

Il testo ha convinto anche gli stessi promotori dell’iniziativa, che l’hanno ritirata. Perciò il popolo svizzero oggi ha votato unicamente sul controprogetto.

Giocando d’anticipo su altre iniziative

Oltre a soddisfare la maggior parte delle richieste dell’iniziativa “Per la sicurezza alimentare”, in questo testo sono state recepite anche parte delle esigenze di altre due iniziative popolari riguardanti il settore agroalimentare su cui il popolo sarà chiamato a votare probabilmente l’anno prossimo: quella “Per alimenti equiCollegamento esterno“, lanciata dai Verdi, e quella “Per la sovranità alimentareCollegamento esterno“, lanciata dal sindacato dei piccoli contadini Uniterre. 

Ad entrambe queste ultime risponde l’abbinamento del criterio della sostenibilità anche alle importazioni. A una delle esigenze dell’iniziativa dei Verdi corrisponde anche l’iscrizione nella Costituzione federale del principio di limitare lo spreco di derrate alimentari.

In questo modo il controprogetto ha accontentato un po’ tutti – o quasi – in parlamento. Poche voci si sono levate per contestare un controprogetto che hanno definito “superfluo”, su obiettivi già iscritti nella Costituzione, che non assegna alcun nuovo compito alla Confederazione e ai Cantoni. E gli oppositori sono rimasti isolati.

Se il trionfo odierno alle urne è ovviamente accolto con grande soddisfazione da tutti i sostenitori del nuovo articolo, l’esito del voto è interpretato in modi diversi.

Una guida per il governo

In una conferenza stampa, il ministro dell’agricoltura Johann Schneider-Ammann ha puntualizzato che il sì all’articolo sulla sicurezza alimentare non deve essere inteso come un voto in favore del protezionismo. Ha quindi invitato i contadini svizzeri ad orientarsi alle esigenze del mercato e a non aver paura del libero scambio, bensì ad approfittare delle opportunità che esso offre ai prodotti elvetici.

Il ministro ha poi ribadito che il nuovo articolo costituzionale non comporterà modifiche legislative. Esso servirà da guida per la futura politica agricola, che il governo federale vorrebbe discutere ancora quest’anno.

Vincitori contenti, ma in modi diversi

“Il popolo vuole salvaguardare un’agricoltura di prossimità forte e mantenere il controllo sul contenuto del proprio piatto”, ha dichiarato all’agenzia di stampa Ats Jacques Bourgeois, direttore dell’Unione svizzera dei contadini e deputato nazionale liberale radicale.

Questo articolo permette di affrontare sfide come la demografia, l’erosione dei terreni coltivabili e il riscaldamento globale, ha aggiunto Bourgeois. Consente inoltre di continuare a rafforzare la qualità dei prodotti e di offrire condizioni decenti alle famiglie contadine. Il direttore dell’USC osserva pure che d’ora in poi la Svizzera considererà maggiormente la sostenibilità, e quindi i fattori ambientali e sociali, dei prodotti importati.

I Verdi avvertono che la loro iniziativa “Per alimenti equi” rimane comunque necessaria. La sua approvazione, secondo il partito ecologista, è importante affinché la decisione odierna non rimanga una semplice lettera di intenti.

Anche l’Unione democratica di centro (UDC, destra conservatrice) vede nel risultato odierno un punto di partenza, ma sottolinea la necessità di rafforzare ulteriormente la produzione interna, ad esempio adeguando il sistema dei pagamenti diretti. I democentristi mirano inoltre a fermare la tendenza che vede la Svizzera come uno dei maggiori importatori pro capite a livello mondiale.

Per le organizzazioni ambientaliste BirdLife Svizzera, Greenpeace, Pro Natura e WWF Svizzera, il plebiscito odierno rappresenta un “mandato chiaro” del popolo “in favore di un’agricoltura più sostenibile ed ecologica”. Per attuare questo mandato, occorre diminuire l’impiego di pesticidi, promuovere la biodiversità e proteggere le terre coltivabili, precisano.

Sconfitti esigono rispetto promesse

Sul fronte degli oppositori, l’Alleanza per la sovranità alimentare teme che le relazioni commerciali transfrontaliere, menzionate nell’articolo, vadano a scapito dei contadini svizzeri. Il presidente dell’Alleanza, Pierre-André Tombez, non ha comunque espresso amarezza all’Ats “Non abbiamo perso oggi, perché durante la campagna, il ministro dell’agricoltura Johann Schneider-Ammann ha fatto molte promesse. Adesso osserveremo attentamente se le manterrà”.

Contraria al nuovo articolo costituzionale, l’Unione svizzera delle arti e mestieri mette in guardia contro nuovi diritti a sovvenzioni o a regolamentazioni supplementari. La politica agricola non dovrà inoltre ostacolare gli accordi internazionali di libero scambio, scrive in un comunicato.

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