Prospettive svizzere in 10 lingue

Anche la democrazia diretta ha il suo manuale per gli utenti

L'opuscolo informativo del Consiglio federale aiuta numerosi cittadini a capire temi a volte complessi. Christian Flierl

In un paese in cui si vota più volte all’anno, il cittadino svizzero è a volte confrontato con temi complessi. Per vederci più chiaro, il governo fornisce un opuscolo che presenta gli argomenti di favorevoli e contrari. Sebbene questa forma di comunicazione non sia esente da critiche, i suoi difensori la reputano indispensabile per l’esercizio della democrazia diretta.

Le “Spiegazioni del Consiglio federale” sono inviate al domicilio dei cittadini tre settimane prima del voto. Si tratta di una procedura normale prevista dalla legge, che si ripete prima di ogni votazione federale.

Quest’opuscolo – tra le pubblicazioni di maggior tiratura della Svizzera – è redatto dall’Amministrazione federale. Lo scopo è di presentare ai cittadini le domande relative a un referendum o a un’iniziativa, in un linguaggio facilmente comprensibile. «Auspichiamo che tutti possano capire il tema, anche se non lo conoscono», afferma Thomas Abegglen, che è stato coordinatore dell’opuscolo alla Cancelleria federale per oltre dieci anni.

Documento ufficiale

Questo libretto esplicativo ha la dimensione di un foglio A4 piegato in due. La copertina è di colore rosso e ricorda un passaporto svizzero con il suo testo in caratteri bianchi e l’emblema della Confederazione nella parte inferiore. «È per indicare che si tratta di un documento ufficiale», spiega Thomas Abegglen.

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Il numero di pagine può variare a seconda del numero di oggetti in votazione. La sua forma è invece sempre la stessa. Per ogni oggetto si trova dapprima la domanda rivolta al popolo, accompagnata dalla raccomandazione di voto di governo e parlamento. Seguono l’essenziale in breve, una spiegazione più dettagliata, il testo sottoposto al voto, gli argomenti degli avversari e quelli del Consiglio federale.

Questo formalismo si spiega con esigenze legali. «Il governo ha l’obbligo costituzionale di fornire agli elettori la sua posizione e delle spiegazioni sull’oggetto in questione», puntualizza l’ex coordinatore, che prima di lavorare alla Cancelleria federale è stato giornalista politico e corrispondente parlamentare.

Thomas Abegglen sottolinea che le regole rigide applicate durante l’elaborazione dell’opuscolo impediscono una manipolazione delle opinioni. «L’opuscolo presenta non solo il punto di vista del governo, ma anche quello dei comitati d’iniziativa o referendari, che d’altronde sono assolutamente liberi di comunicare le loro posizioni sotto altre forme, ad esempio con manifesti e campagne in strada», aggiunge.

Questo lavoro d’informazione avviene da decenni. Il primo opuscolo è stato pubblicato nel 1977. Oggigiorno, l’elettore non può più farne a meno. Secondo gli studi d’opinione realizzati dall’Istituto Vox, il tasso di attenzione è del 90% per i temi complessi e del 60% per i temi ampiamente discussi.

Sforzo di neutralità

Gli oggetti in votazione sono a volte estremamente polemici, come il divieto di costruire minareti nel 2009. Ci sono ovviamente anche temi meno sentiti, ma lo sforzo di neutralità rimane lo stesso. «Numerosi organi dell’Amministrazione federale sono implicati in questo complicato processo di realizzazione», dice Thomas Abegglen.

Il lavoro inizia sei mesi prima della votazione. In una prima fase, dei rappresentanti del dipartimento toccato dall’oggetto sono invitati a redigere dei progetti di testo. Queste proposte sono poi discusse durante le tre riunioni a cui partecipano rappresentanti del governo, specialisti in comunicazione dei ministeri, della Cancelleria federale e pure dei servizi di traduzione.

La sfida consiste nel rispondere in maniera chiara e succinta a tutte le domande che i cittadini potrebbero porsi in relazione al tema, indipendentemente dal loro livello di formazione o di conoscenze. «Durante queste riunioni, ci mettiamo spesso nei panni del cittadino interrogando gli specialisti e tentando di trovare un linguaggio che sia il più chiaro possibile», spiega Thomas Abegglen.

Una grande attenzione è rivolta anche all’esattezza delle informazioni che saranno pubblicate. «Tutto, compresi i grafici e le cifre, deve essere verificato e confermato», osserva l’ex coordinatore della Cancelleria federale. La versione finale è consegnata direttamente al ministero responsabile, il quale può esigere delle modifiche nella formulazione del testo. La versione definitiva è in seguito approvata dall’insieme del Consiglio federale.

Costo per unità poco elevato

Dopo l’approvazione, i testi sono inviati in stampa. Secondo i dati ufficiali della Cancelleria federale, il costo di produzione di 5,4 milioni di opuscoli è di 507’000 franchi, ciò che corrisponde a 9,4 centesimi per copia.

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Si vota!

Questo contenuto è stato pubblicato al L’elettorato svizzero ogni anno è chiamato alle urne diverse volte per esercitare i diritti popolari. Nel sistema di democrazia diretta, oltre che per le elezioni, i cittadini votano su temi di carattere locale, cantonale o nazionale, tramite iniziative e referendum.

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In merito al costo ambientale – carta, trasporto e riciclaggio – e alla possibilità di rinunciare alla stampa dell’opuscolo, Thomas Abegglen adduce ancora una volta spiegazioni di natura legale. «Non è motivo di discussione siccome l’opuscolo è già proposto in forma elettronica. Detto questo, la legge ci obbliga a offrire questo strumento a ogni cittadino, anche a quelli che non possiedono un computer a casa o che non vogliono farsi le proprie opinioni politiche davanti a uno schermo», afferma.

Le persone con disabilità fisiche hanno pure loro accesso all’informazione. La versione elettronica dell’opuscolo è disponibile in una forma adattata. Inoltre, delle iniziative private offrono del materiale informativo aggiuntivo basato sul contenuto dell’opuscolo. «Gli opuscoli sono letti al microfono e registrati per essere in seguito distribuiti ai ciechi. Ci sono anche dei testi pubblicati a caratteri grandi, ciò che facilita la lettura», indica Thomas Abegglen.

Nell’era di Internet, le autorità discutono di come modernizzare il linguaggio dei libretti esplicativi. Si scontrano però con barriere legali. «Ci sono discussioni in questo senso, ma la legge non ci dà molto margine di manovra: prevede la pubblicazione di queste raccomandazioni in una forma ben precisa», rammenta l’ex coordinatore. Thomas Abegglen non esclude però il ricorso alla tecnologia sul sito dell’opuscolo. «Abbiamo già iniziato a includere dei filmati, dei grafici semplici o dei testi addizionali per dei pubblici specifici come i giovani».

Ci sono comunque degli errori

Il grande sforzo per informare non è però privo di errori. Nel 2011, i giudici del Tribunale federale – la più alta istanza giuridica della Svizzera – hanno criticato l’opuscolo della votazione sulla riforma fiscale delle aziende, giudicandolo «incompleto» ed «errato». Nel 2013, l’opuscolo ha attribuito alle ditte farmaceutiche una posizione che non avevano avuto nel dibattito sulla revisione della Legge sulle epidemie. E nel 2014, il testo dell’iniziativa “Ecopop”, che mirava a limitare l’immigrazione in Svizzera, è stato tradotto male in francese.

In casi come questi, la Cancelleria federale corregge immediatamente i testi, anche se non è più possibile ristampare i libretti. «In questi casi, pubblichiamo un comunicato e procediamo alle correzioni nella versione online», puntualizza Thomas Abegglen.

In merito alla critica sugli influssi esterni durante la redazione dei testi, l’ex coordinatore respinge ogni accusa. «Sappiamo che alcuni comitati hanno ingaggiato delle società di relazioni pubbliche, ma escludo qualsiasi influenza esterna per tutto ciò che è di nostra responsabilità», afferma Thomas Abegglen, per il quale l’opuscolo è una pubblicazione unica nel suo genere. «Non conosco nessun esempio nel mondo di un lavoro simile per informare l’elettore».

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