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ZH: condannata per riciclaggio amica di un boss della droga belga

Con i soldi provenienti dal traffico di droga, la donna ha pernottato in vari hotel zurighesi di lusso come il Dolder Grand KEYSTONE/STEFFEN SCHMIDT sda-ats

(Keystone-ATS) Il tribunale distrettuale di Zurigo ha condannato oggi per riciclaggio di denaro aggravato e altre infrazioni una donna olandese di 29 anni rea di aver sperperato 2,5 milioni di franchi, denaro proveniente dal traffico di stupefacenti.

Alla donna, che è la fidanzata del boss della droga belga Flor Bressers, è stata inflitta una pena detentiva di due anni con la condizionale e una pena pecuniaria di 100 aliquote giornaliere da 60 franchi pure con la condizionale.

L’imputata, che non si è presentata stamane in aula, ha utilizzato i soldi per pernottare in alberghi di lusso zurighesi quali il Dolder Grand e il Baur au Lac, nonché in un costoso appartamento della città sulla Limmat e in una villa sul Lago di Zurigo a Rüschlikon.

Poiché la donna sapeva che i soldi provenivano da attività illecite, i suoi atti sono considerati particolarmente riprovevoli, ha dichiarato il giudice all’inizio del processo.

Stando all’atto d’accusa, la 29enne prenotava le stanze negli alberghi e stipulava contratti d’affitto con un falso documento di identità. Inoltre, per ottenere il permesso di soggiorno B, presentava un finto contratto di lavoro.

Sempre secondo l’atto d’accusa, la donna si è permessa costose stravaganze quali 131 bottiglie di vino del valore di 400’000 franchi o una barca Boesch per un ammontare di 175’000 franchi, pagate con i soldi provenienti dal traffico di droga.

Poiché l’imputata ha in linea di principio confessato i reati e il Ministero pubblico si è messo d’accordo con la difesa per una procedura abbreviata, il giudice ha ritenuto adeguata la pena di due anni sospesi con la condizionale e la pena pecuniaria inflitta alla 29enne.

L’imputata era stata dispensata dal partecipare all’udienza. Dal suo arresto, nel febbraio 2022, l’olandese si trova in carcere e non è autorizzata a lasciare il Belgio. Secondo la corte, il fatto di aver trascorso diversi mesi in detenzione preventiva – assieme al figlio – ha lasciato un segno indelebile sulla donna.

Quest’ultima dovrà inoltre assumere i costi della procedura, mentre quelli per la sua difesa d’ufficio – oltre 85’000 franchi – saranno sostenuti dalle casse dello Stato.

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