ZH: sesso con una 12enne, condannati cinque giovani adulti
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Un giovane oggi 23enne che a più riprese ha fatto stuprare una ragazzina di dodici anni da almeno quattro suoi amici è stato condannato oggi dal Tribunale cantonale di Zurigo a sette anni e un mese di prigione.
(Keystone-ATS) Il tribunale di seconda istanza ha riconosciuto il giovane adulto colpevole in particolare di ripetuti atti sessuali con fanciulli, violenza carnale, tratta di esseri umani, come pure di reati contro la proprietà. Nel giro di due anni, il ha infatti fatto in modo che la ragazza rubasse alla sua famiglia un totale di 15’000 franchi. E se lei non gli portava i soldi, lui la picchiava.
La ragazza era follemente innamorata dell’adolescente, all’epoca 16enne, e avrebbe fatto di tutto per lui. Il giovane adulto ha commesso parte dei reati da minorenne, ma gli abusi sono continuati anche dopo i 18 anni.
Condanne ridotte per le lungaggini
Nel 2022, al processo di primo grado, il Tribunale dei minorenni di Winterthur aveva fissato una pena di otto anni e nove mesi di prigione per l’imputato principale. La riduzione della pena è stata motivata dalla corte d’appello con la lunga durata del procedimento.
Anche i quattro amici hanno beneficiato di riduzioni della pena. Sono state loro inflitte pene detentive con la condizionale fra i dieci e i 22 mesi e pene pecuniarie pure sospese. A due di loro è stato inoltre imposto un divieto di lavorare in contatto con minorenni per tutta la vita.
In aula, il “rubacuori” (“Loverboy”) e i suoi amici – che tra loro si chiamavano “Bros” (“fratelli”) – hanno sostenuto che la ragazza avrebbe partecipato volontariamente e che si erano “divertiti tutti insieme”.
Nessuno dei “Bros” ha detto di essersi reso conto di avere a che fare con una 12enne, perché la ragazza sembrava molto più grande. Fra i reati ritenuti nei loro confronti figurano in particolare la violenza carnale, la coazione sessuale e gli atti sessuali con fanciulli.
La ragazza ha cercato ancora il contatto
Al dibattimento davanti al Tribunale cantonale è emerso chiaramente che l’infatuazione nei confronti dell’imputato principale ha rappresentato a lungo un problema per la vittima, che oggi ha 19 anni. La giovane donna ha cercato più volte un contatto con il suo “aguzzino” nel 2023, cioè dopo la condanna in primo grado.
Da quanto si è appreso ha suonato al suo campanello, ha messo una rosa nella cassetta delle lettere e un’altra volta un braccialetto davanti alla porta. La ragazza sperava in un suo abbraccio. “Volevo parlargli per chiudere la questione”, ha dichiarato. La giovane donna ha inoltre affermato che ora sta abbastanza bene. Non fa più brutti sogni e non segue più una terapia.