Zugo: test di voto con blockchain ha funzionato
(Keystone-ATS) “La prima è riuscita”. Il test per il voto elettronico basato sulla tecnologia blockchain e lanciato una settimana fa a Zugo ha funzionato. I dettagli della sperimentazione saranno esaminati nei prossimi mesi.
Secondo quanto ha dichiarato oggi all’agenzia Keystone-ATS Dieter Müller, responsabile della comunicazione della Città, si dovranno in particolare esaminare gli aspetti legati alla sicurezza, alla protezione dei dati e alla segretezza del voto.
La ricca cittadina della Svizzera centrale – sede di un “ecosistema per le blockchain e la tecnologia crittografica” creato con il marchio “Crypto Valley” – ha dato il via un anno fa a questo nuovo tipo di sperimentazione proponendo ai suoi cittadini la possibilità di ottenere una “identità digitale”.
Fra le possibili applicazioni c’è appunto quella del voto elettronico, per il quale le autorità hanno lanciato il test iniziato il 25 giugno scorso. Su circa 240 abitanti che hanno finora installato sul proprio telefonino l’applicazione (app) che gestisce la propria identità digitale, sono stati 72 quelli che hanno preso parte alla nuova sperimentazione.
“Certo avrebbero potuto essere di più, ma la cifra è ok”, ha dichiarato Müller. Ai partecipanti è stato chiesto di rispondere a dei quesiti con un “sì” o con un “no”. La prima domanda riguardava i fuochi d’artificio organizzati durante la festa sul lago, mentre la seconda interessava più direttamente il nuovo sistema di voto.
Quasi tutti i partecipanti, ad eccezione di 3, hanno dichiarato di ritenere semplice il procedimento per il voto elettronico attraverso lo smartphone. In 22 si sono detti inoltre disposti a riempire ad esempio la dichiarazione dei redditi utilizzando la propria “carta d’identità digitale”. Altri 19 partecipanti si immaginerebbero di pagare le tariffe per i parcheggi con il medesimo sistema.
Si tratta soltanto di alcune delle nuove applicazioni dell’identità digitale, sottolinea il portavoce. Le autorità di Zugo ritengono che la soluzione basata sulle blockchain potrebbe rivelarsi come “l’uovo di Colombo”, soprattutto se si pensa alle critiche di chi teme che le votazioni elettroniche possano diventare bersaglio degli attacchi di “hacker”.
Il sistema testato a Zugo prevede la criptazione dei dati e la loro conservazione in due centri di calcolo in Svizzera e uno in Irlanda. Ciò serve ad aumentare la sicurezza e la robustezza del sistema, aveva dichiarato al momento del lancio del test Alexander Denzler, esperto di “blockchain” e “big data” all’Università di Lucerna.,