Giorni contati per i pesticidi più tossici
La Svizzera, patria dell'agricoltura biologica, sta valutando se adottare le nuove direttive europee sui pesticidi. I residui di antiparassitari nei prodotti venduti nella Confederazione sono nella media internazionale, anche se c'è chi denuncia un impiego esagerato.
L’Europa intende fissare regole più precise nella lotta chimica agli organismi nocivi. Con una netta maggioranza, il Parlamento europeo ha adottato, all’inizio del 2009, un maxi emendamento sull’autorizzazione, la vendita e l’uso sostenibile dei pesticidi.
Per combattere l’azione di piante e insetti dannosi, la nuova direttiva chiede di incentivare l’agricoltura biologica e le misure di difesa integrata, ad esempio facendo ricorso alla rotazione delle colture. La direttiva mette poi al bando le sostanze altamente tossiche – in particolare quelle cancerogene, mutagene o con effetti sulla riproduzione – e impone agli Stati membri di assicurare che l’impiego di pesticidi sia ridotto al minimo o vietato in alcune zone pubbliche (vedi dettagli a fianco).
«In sostanza – ci spiega Fabio Cerutti dell’Ufficio federale dell’agricoltura (UFA) – i paesi membri sono incitati a promuovere progetti per diminuire i rischi associati all’uso di pesticidi».
«Lo scopo del Parlamento europeo – puntualizza – non è di limitare questi prodotti, ma di impiegarli in maniera più mirata e prendendo le precauzioni necessarie. In un futuro a medio termine è comunque probabile che ciò porterà ad una diminuzione».
Contributi ecologici
L’agricoltura è uno dei settori per i quali Svizzera e Unione europea (Ue) stanno definendo la loro relazione. Nel novembre dell’anno scorso sono stati avviati i negoziati in vista di una liberalizzazione degli scambi agroalimentari. Lo scopo è di giungere a un accordo globale che copra l’intero settore, dai fertilizzanti ai prodotti finiti.
«La Confederazione vuole ridurre il più possibile le barriere allo scambio delle merci: siamo quindi favorevoli a un’armonizzazione della legislazione sull’autorizzazione dei prodotti fitosanitari», indica Cerutti.
In merito al progetto di legge sull’uso sostenibile dei pesticidi, la Svizzera si mostra invece più prudente. «Dobbiamo innanzitutto valutare se vogliamo orientarci verso le proposte del Parlamento europeo, dal momento che già disponiamo di programmi e di strumenti operativi in questo senso, peraltro invidiatici da molti paesi».
Grazie al sistema dei pagamenti diretti (contributi ecologici), agricoltori e allevatori sono ad esempio incitati a conservare e aumentare la biodiversità, così come a limitare l’uso dei pesticidi e l’impiego di fosforo e nitrato quali concimi.
«La metà dei cereali in Svizzera non è trattata né con insetticidi né con fungicidi. Lo stesso vale per buona parte della produzione di colza», rileva Fabio Cerutti.
Il doppio di pesticidi in Svizzera?
I pesticidi omologati in Svizzera sono «diverse centinaia», segnala l’UFA. Nel periodo compreso tra il 1990 e il 2005, si legge in un rapporto della rete di organizzazioni ambientaliste europee Pan Europa, le vendite in Svizzera sono scese del 40%. In agricoltura sono utilizzate circa 1’400 tonnellate di pesticidi all’anno (2005).
«La politica agricola federale è abbastanza restrittiva sull’uso di pesticidi», osserva la portavoce di Greenpeace, Nadia Boehlen. «L’assenza di campagne nazionali contro l’impiego di antiparassitari dimostra d’altronde che le misure adottate nel nostro paese sono giudicate, tutto sommato, adeguate». Greenpeace, puntualizza Boehlen, insiste tuttavia sullo sviluppo dell’agricoltura biologica.
Più critico il collaboratore di Pro Natura, Marcel Liner, secondo cui la Svizzera è molto meno sensibile alla problematica – e meno reattiva – rispetto all’Ue. «Nelle acque di superficie si trovano ancora molte tracce di pesticidi».
Da uno studio comparativo tra la Svizzera e l’Ue, ci dice Liner, emerge che l’agricoltura elvetica utilizza, per ettaro, il doppio di pesticidi rispetto a Germania o Austria. (nota: nella ricerca commissionata dall’Ufficio federale dell’ambiente si sottolinea che si tratta di stime, dal momento che non esistono statistiche attendibili).
«Nel caso della moria di api – prosegue l’esperto dell’associazione ambientalista – paesi come la Germania o la Francia hanno immediatamente vietato la clotianidina, la sostanza attiva responsabile. La Svizzera si è invece limitata a invitare gli agricoltori ad adottare alcuni accorgimenti sul terreno».
Coscienza ecologica
Dai controlli effettuati in Svizzera risulta ad ogni modo che le tracce di pesticidi in frutta e legumi sono minime.
Nel 2008, tra i 1’740 campioni prelevati presso i fornitori e analizzati dall’associazione elvetica SwissGAP, solamente 76 (4,4%) sono stati oggetto di un reclamo: 58 presentavano un valore superiore alla soglia di tolleranza o limite e 18 hanno rivelato la presenza di sostanze attive non autorizzate per la coltura in questione.
«La proporzione di prodotti contenenti tracce di pesticidi in Svizzera rientra nella media internazionale, che si situa tra il 3 e il 6%», afferma a swissinfo l’addetta alla sicurezza alimentare Petra Sieghart.
«Da un paio di anni osserviamo una diminuzione di questo valore». Merito della legislazione? «Non direi: l’evoluzione positiva deve molto alla crescente presa di coscienza biologica degli agricoltori».
Luigi Jorio, swissinfo.ch
Le nuove direttive sui pesticidi adottate dal Parlamento europeo prevedono di:
– Incentivare una difesa fitosanitaria a basso apporto di pesticidi, privilegiando l’agricoltura biologica e la difesa integrata.
– Ridurre al minimo o vietare l’uso di pesticidi in aree pubbliche (parchi, giardini, campi sportivi, cortili delle scuole).
– Vietare l’irrorazione aerea, a meno che non vi siano alternative praticabili.
– Assicurare l’adozione di misure appropriate per tutelare l’ambiente acquatico e le fonti di approvvigionamento di acqua potabile.
– Vietare le sostanze altamente tossiche, in particolare quelle cancerogene, mutagene o dannose per la riproduzione (possibilità di deroga in caso di gravi emergenze fitosanitarie)
– Consentire l’uso di pesticidi vietati fino alla scadenza della loro autorizzazione (10 anni).
– Informare adeguatamente la popolazione.
Con il termine “pesticida” si fa riferimento ad un ampio spettro di sostanze a composizione chimica, utilizzate per combattere organismi dannosi per l’uomo, gli animali e le piante.
Nella categoria sono inclusi insetticidi, fungicidi, erbicidi e parassiticidi.
I pesticidi non vengono utilizzati esclusivamente in agricoltura, ma sono impiegati anche in risposta a problemi di igiene pubblica (scarafaggi nelle abitazioni) o di sanità (debellamento della malaria).
L’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO) rammenta che «l’uso eccessivo di pesticidi ha avuto una serie de conseguenze ambientali».
Ci sono molti esempi di intere comunità che soffrono di avvelenamento cronico da pesticidi, sottolinea la FAO. I residui di alcuni composti chimici, anche quando usati correttamente, rimangono nell’ambiente per anni, evaporando nell’atmosfera e inquinando l’intero pianeta.
In Europa, oltre 200’000 tonnellate di pesticidi sono rilasciate ogni anno nell’ambiente (Svizzera: 1’400).
Francia e Olanda sono i maggiori utilizzatori europei di prodotti fitosanitari per ettaro di terreno. I principali consumatori nel mondo sono Stati Uniti e Giappone.
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