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Ginevra e i suoi ospiti illustri

Ginevra, città natale e punto di transito di grandi artisti del passato. swissinfo.ch

Ai margini delle turbolenze socio-culturali che hanno movimentato l’Europa, Ginevra ha ospitato alcuni grandi artisti del mondo della letteratura.

In pieno Salone del libro, visita guidata nella città di Calvino, alla scoperta dei personaggi che le hanno reso onore.

„Ginevra è spaventosa. Mi sono atrocemente sbagliato su questa città. È un orrore, non una città” sbottava lo scrittore russo Fjodor M. Dostojewskij nel 19esimo secolo.

“Tra tutte le città del mondo, tra tutte la patrie che un uomo tenta di meritarsi durante i suoi viaggi, Ginevra mi sembra la più propizia alla felicità”, ribatte invece l’argentino Jorge Luis Borges cento anni dopo.

Rifugio politico e religioso, fonte d’ispirazione artistica o semplice meta di villeggiatura. Tutto questo, e altro, è Ginevra.

Non solo diplomazia ed affari…

Oltre che sede di numerose organizzazioni internazionali e di banche, Ginevra si presenta anche come crocevia dove si sono incontrati, e si incontrano tutt’oggi, scrittori e filosofi di caratura mondiale.

Un ombelico del mondo… letterario, che ha ospitato alcuni tra i grandi artisti del passato. Dickens, Musil, Hohl, Rousseau, Amiel, Hugo, Byron, Goethe, solo per citarne alcuni.

“Perchè Ginevra? Ogni periodo storico ha le sue ragioni”, spiega Philippe Macasdar, direttore del teatro St. Gervais di Ginevra. “Se nel 18esimo secolo Ginevra era soprattutto un’apprezzata meta per i viaggiatori in direzione dell’Italia o della Francia, durante il 19esimo era più vista come un rifugio per contestatori e rivoluzionari”.

Alla ri-scoperta della città

L’idea di considerare la città di Calvino in chiave letteraria è nata in occasione della 18esima edizione del Salone internazionale del libro. “Il numero degli editori in lingua tedesca era in diminuzione, così abbiamo deciso di proporre un’alternativa ai visitatori germanofoni”, afferma Charles Linsmayer, membro del comitato organizzativo del Salone.

Un’alternativa che stimola l’interesse, non solo del pubblico di madre lingua tedesca, che conosce poco la città, ma anche degli stessi ginevrini, che potrebbero essere sorpresi di scoprire, o ri-scoprire, la dimensione culturale della loro città.

È così stata organizzata una gita turistica particolare, con tempi e luoghi differenti. Si parte dai comodi sedili del bus per poi ritrovarsi sul prato verde di un parco, in un cimitero o nella sala di uno dei più prestigiosi hotel di Ginevra.

La voce degli artisti

“Curano le malattie invece di curare l’uomo”. L’avversione di Ludwig Hohl per i dottori era tale, che lo scrittore svizzero si teneva in forma sulle rive del Lemano praticando molto sport.

Un’avversione che sicuramente non aveva Robert Musil, la cui ex dimora di Grange Canal, nella periferia ginevrina, fa tutt’ora parte del parco di una clinica.

Guardando dalla finestra del suo studio, Musil aveva scritto parole di lode proprio in onore degli alberi del giardino.

Parole che riecheggiano ancora oggi, grazie all’originale idea di leggere, durante le fermate lungo il percorso, alcuni testi dell’artista in questione. Ad ogni tappa, la storia e le emozioni “ginevrine” degli scrittori rivivono grazie alla lettura appassionata di commedianti a seguito dei visitatori.

Ginevrini in eterno

Oltre a coloro che hanno trascorso parte della loro vita a Ginevra, c’è anche chi, per forza di cose, ci è rimasto per sempre. Da più di cinque secoli il cimitero di Plainpalais è il testimone della storia della città.

Accanto alle sontuose tombe dei prestigiosi avvocati, dottori e giuristi della società ginevrina, spiccano nomi d’arte.

Le tombe di Borges e di Calvino sono però molto più modeste. Una placchetta commemorativa e qualche fiore. In memoria di Ludowig Hohl non rimane che un alberello ricoperto di licheni.

Il monumento più importante spetta al “figlio prediletto” di Ginevra, Jean Jacques Rousseau.

Lontano dal cimitero, la sua statua siede sull’isoletta dall’omonimo nome nel cuore della città. Una statua con lo sguardo rivolto verso le montagne, che gira le spalle ai francesi ed ai ginevrini che lo avevano rinnegato.

Salendo verso la città vecchia, le spiegazioni della guida che accompagna il gruppo si susseguono velocemente. Tante sono infatti le testimonianze del passaggio degli artisti. A destra la casa del filosofo Henri-Frédéric Amiel, a sinistra quella di Wolfgang Goethe, poi c’è quella di Stendhal e più avanti la piazzetta dove Charles-A. Cingria e Robert de Traz sono venuti alle mani il 24 novembre 1910.

La tana del mostro



La città sul Lemano è stata anche teatro della nascita di una delle creature più inquietanti della letteratura. Fu infatti dopo un incubo che, nella sua villa di Cologny fuori Ginevra, la scrittrice inglese Mary Shelley compose il suo primo libro: Frankenstein.

La maschera dell’orribile creatura appare all’improvviso all’Hotel des Bergues. La residenza, dove la scrittrice inglese aveva soggiornato nel 1840, è infatti teatro di una breve rappresentazione teatrale che fa rivivere le gesta del giovane dottore svizzero, padre del mostro.

Swissinfo, Luigi Jorio, Ginevra

Il nome “Genava” è menzionato per la prima volta in un testo nel 58 a.C. quando la città fu visitata da Giulio Cesare.

A metà del 16esimo secolo, l’autorità morale del teologo francese Giovanni Calvino fa della città la “Roma protestante” e Ginevra diviene il rifugio per molti Ugonotti.

Ginevra diviene una repubblica prospera grazie alle attività bancarie ed alle produzione di orologi nel 17esimo e 18esimo secolo.

Il 31 dicembre 1813 ritrova la sua indipendenza e l’anno seguente diviene il 22mo cantone svizzero.

oltre 600 autori sono passati da Ginevra
tra i principali: Goethe, Dostojewskij, Hugo e Rousseau

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