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Henri Guisan, resistenza e vanità

ritratto
Ritratto del generale Guisan del 1939. Museo nazionale svizzero

Il generale Henri Guisan, nato il 21 ottobre di 150 anni fa, ha presieduto le sorti della Svizzera durante la Seconda guerra mondiale. La sua volontà di resistenza e la sua vanità spiegano il controllo esercitato sulla sua immagine pubblica.

SWI swissinfo.ch pubblica regolarmente articoli dal Blog del Museo nazionale svizzeroCollegamento esterno dedicati a temi storici. Gli articoli originali sono generalmente in tedesco, talvolta in francese o in inglese.

Nel 2011, i telespettatori e le telespettatrici hanno eletto Henri Guisan svizzero francese del secolo, davanti a Nicolas Hayek, Auguste Piccard, Claude Nicollier, Jean Tinguely e molti altri.

Nel 1941 dei nazisti svizzeri, i cui telefoni erano stati messi sotto controllo, avevano pianificato il suo assassinio. Logico, visto che il comandante in capo dell’esercito svizzero era diventato un simbolo della resistenza dopo il Rapporto del GrütliCollegamento esterno del 1940. Tuttavia, prima di poter uccidere qualcuno, è necessario sapere dove si trova. Vi erano quindi buone ragioni per tenere segreta l’ubicazione dei posti di comando del generale a Spiez, Gümligen, Interlaken e Jegenstorf, così come quella del suo piccolo appartamento nella Schänzlihalde a Berna.

Le informazioni o le immagini che rivelassero il luogo in cui si trovava il generale non erano per nulla gradite. Non si poteva neppure sfruttare la figura di Henri Guisan a fini commerciali. Per questo motivo, tra il 1940 e il 1942, le seguenti disposizioni vennero gradualmente inserite nel diritto d’urgenza sulla stampa (nota 8c del Kompendium des schweizerischen PressenotrechtsCollegamento esterno):

Luoghi in cui si trova il generale.

È vietato:

comunicare informazioni sulle visite o sugli spostamenti del generale, compresa la sua partecipazione a parate, a meno che non siano state approvate dal generale stesso o da un ufficiale debitamente autorizzato;

è vietato qualsiasi uso dell’immagine del generale a fini pubblicitari, ad esempio per spettacoli che coinvolgano i soldati o siano destinati ai soldati, ecc;

gli annunci relativi alle apparizioni del generale e di altri alti ufficiali sono soggetti a censura preventiva.

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Disapprovato dallo Stato Maggiore: Guisan che fuma una sigaretta in una foto per la stampa. VBS/DDPS

Il controllo sull’immagine del capo delle forze armate fu ulteriormente rafforzato nell’agosto 1943. Da quel momento in poi, ogni fotografia doveva essere sottoposta al suo quartier generale personale: “Tutte le fotografie del generale destinate a essere diffuse in qualsiasi forma (pubblicazione sulla stampa, esposizione nelle vetrine dei negozi o in locali accessibili al pubblico, cartoline vendute dai negozi al dettaglio, ecc.) devono essere controllate da voi”. La responsabilità era dei proprietari dei giornali, che dovevano informare in ogni momento lo staff personale del generale in merito alle fotografie in cui compariva e dovevano garantire che le decisioni dello stato maggiore venissero applicate.

Le restrizioni vere e proprie, cioè quelle applicate nella pratica e che andavano ben oltre quelle previste dalla legge, avevano lo scopo di garantire la sopravvivenza di Henri Guisan. Esse contribuirono anche a mantenere segreta la sua diplomazia, che andava molto più in là dei compiti che incombevano al comandante dell’esercito. La diplomazia del generale consisteva essenzialmente nel trasmettere instancabilmente lo stesso messaggio a tutti, tedeschi, americani o inglesi, sia in pubblico che in discussioni più confidenziali: la determinazione incondizionata della Svizzera a resistere.

due militari
Guisan (a destra) proclamava instancabilmente la determinazione della Svizzera a difendersi. Museo nazionale svizzero
Contenuto esterno

Anche nei film si cercava di fare in modo che venissero trasmessi i messaggi adeguati (archivi SRF, in tedesco)

La diplomazia segreta del generale

Mantenere segreti i rapporti diplomatici era una questione delicata. Il 22 gennaio 1941, Henri Guisan ricevette l’addetto militare americano Barnwell Rhett Legge per un incontro privato al castello di Gümligen e gli spiegò in dettaglio il dispositivo difensivo della Svizzera.

Ma tali informazioni non dovevano giungere alle orecchie di certe persone, come quelle dei filo-tedeschi all’interno dell’esercito, critici nei confronti di Henri Guisan. Ad esempio Ulrich WilleCollegamento esterno junior, Eugen BircherCollegamento esterno e Gustav DänikerCollegamento esterno senior. O quelle dell’avversario vodese di Henri Guisan, Marcel Pilet-GolazCollegamento esterno, il quale, dopo aver pronunciato un timido discorso nel 1940 in qualità di presidente della Confederazione, aveva ricevuto di propria iniziativa una delegazione di frontisti svizzeri (nazisti e simpatizzanti nazisti). Il 21 settembre 1940, la Rheinfelder Zeitung Volksstimme scrisse: “Non solo si è dimostrato maldestro, ma come presidente della Confederazione ha anche e soprattutto introdotto metodi incompatibili con il principio di collegialità all’interno del Consiglio federale”. Pur essendo malaccorto, Marcel Pilet-Golaz era un consigliere federale in carica. La segretezza con cui il generale circondava le sue attività era tale che l’addetto americano, Barnwell Legge, inviò il dispaccio direttamente al War Office, il futuro Pentagono, all’insaputa del rappresentante statunitense a Berna e del Dipartimento di Stato americano.

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Il generale Guisan e il consigliere federale Marcel Pilet-Golaz (in una foto del 1939) non erano di certo i migliori amici del mondo. Museo nazionale svizzero

Henri Guisan controllava la sua immagine pubblica, come gli consentivano le sue funzioni di generale, per garantire la sua sicurezza personale e proteggere le sue azioni da occhi indiscreti. La censura, compresa quella dell’immagine, si basava quindi su ragioni tangibili. In un momento in cui, secondo il verbale ufficiale di un incontro tra Hitler e Mussolini al Brennero il 2 giugno 1941, il Führer dichiarò che la Svizzera aveva “il più ripugnante e miserabile dei popoli e dei sistemi politici” e il Duce descrisse la Confederazione come un anacronismo, era importante per il generale posizionarsi come uomo forte. All’indomani dell’incontro al Brennero, il Reichsleiter Martin Bormann annunciò che Guglielmo Tell era caduto in disgrazia: “Il Führer desidera che l’opera di Schiller Guglielmo Tell non venga più rappresentata […] Heil Hitler!”

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Pubblicazione vietata! Il motivo: Guisan dà l’impressione di essere stato colto in fallo – o almeno l’impressione c’è – dopo aver visto un film di Walt Disney al cinema. Archivio federale svizzero

Una questione anche di vanità

Lo spirito di resistenza di Henri Guisan è innegabile. Tuttavia, la censura che circondava le fotografie in cui appariva non era priva di vanità. Nel 2015, in occasione della mostra sull’ultimo incarico di Guisan, quello di comandante in capo del Castello di Jegenstorf, un’intera vetrina è stata dedicata alle foto dell’Archivio Federale. Queste immagini erano state originariamente censurate dallo staff personale del generale, in altre parole non potevano circolare. All’epoca, ho esaminato diversi metri lineari di scatole d’archivio e ho trovato numerose foto di Guisan che fumava (era un accanito fumatore) o in compagnia di donne (il generale, che era sposato, non era insensibile al fascino femminile).

uomo in divisa fa il baciamano a una donna
Pubblicazione vietata! Il motivo: il generale che bacia la mano di una donna. Archivio federale svizzero

Nel complesso, il controllo dell’immagine ha dato i suoi frutti. I contatti segreti con l’addetto militare americano e l’inviato britannico rimasero effettivamente segreti. Tuttavia, a differenza delle riunioni con diplomatici occidentali e militari, gli incontri di Guisan con il generale delle SS Walter Schellenberg a Biglen e ad Arosa, organizzati dal capo dei servizi segreti, furono rivelati. Il Consiglio federale, che non era stato consultato, rimproverò il generale.

In ultima analisi, Guisan non era privo di vanità. La sfiducia del comandante in capo nei confronti del Consiglio federale era più problematica, anche se per certi versi comprensibile. Tuttavia, nessuno di questi fattori fu decisivo. Non c’è neppure nulla di disonorevole nell’amare la bellezza. Per quanto mi riguarda, sono totalmente d’accordo con i telespettatori che hanno eletto il grande vodese per quello che è e probabilmente resterà, lo svizzero francese del secolo.

uomo e donna
Pubblicazione vietata! Il motivo: il generale è in compagnia di una donna e sta fumando. Archivio federale svizzero
documento
La parola d’ordine continuamente ripetura era: non è consentita la pubblicazione! Archivio federale svizzero

Murielle Schlup è storica dell’arte e specialista di cultura indipendente.

L’articolo originale sul Blog del Museo nazionale svizzeroCollegamento esterno

Traduzione di Daniele Mariani

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