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I Pardi di domani, impronte del futuro

Tra i Pardi di domani le orme dei giovani ticinesi Thierry Moro e Paola Fanetti swissinfo.ch

La sezione dedicata ai talenti emergenti è sempre stata un punto di riferimento forte al Festival Internazionale del Film di Locarno.

Una vetrina davvero unica per molti giovani che muovono i primi passi in un mondo di sogni, quello del cinema, ma anche di grandi ostacoli.

Lo sa bene Chicca Bergonzi, responsabile della selezione dei “Pardi di domani”, il cui ruolo, in fondo, è quello di scoprire nuovi talenti.

In un settore, come il cinema, dove c’è molto fermento. L’avvento del digitale ha infatti spinto molti giovani a misurarsi con la cinepresa. “Negli ultimi anni – spiega a swissinfo Chicca Bergonzi – abbiamo ricevuto molte più opere rispetto a dieci anni fa”.

Non ci si improvvisa cineasti

“Ma non è necessariamente positivo, perché non tutti i lavori che visioniamo per la selezione sono di qualità. Perché cineasti non ci si improvvisa. Bisogna cercare, osservare, ascoltare, imparare e avere l’umiltà di capire che non si è necessariamente geni a 19 anni”.

“Il digitale, questo sì, ha indubbiamente favorito la sperimentazione. I giovani – sottolinea Bergonzi – hanno maggiore possibilità di provare. Ma per verificare l’impatto che il digitale ha effettivamente avuto sulla produzione cinematografica degli esordienti, sarà necessario attendere ancora qualche anno”.

Nella passata edizione il Festival aveva selezionato per il concorso quattro lavori ticinesi; quest’anno uno soltanto. “Occorre tenere presente – commenta Chicca Bergonzi – che l’anno scorso è stato un anno eccezionale”.

Mettere in rete le risorse della Svizzera italiana

“Proprio perché la Svizzera italiana è una regione piccola è chiaro che l’offerta non può sempre essere la medesima”.

“I giovani che muovono i primi passi in questo mondo non mancano, ma è chiaro che non possono realizzare un film ogni sei mesi”.

“Siccome il Festival riconosce l’attuale fermento in Ticino – continua la responsabile di “Pardi di domani” – abbiamo pensato ad un progetto che, al di là del concorso, permettesse a queste forze di realizzare qualcosa”.

Ai giovani della Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana, del CISA e di TiKino è stata così data l’opportunità di sperimentare il linguaggio cinematografico. Una sfida di improvvisazione audiovisiva sotto il titolo: “Kabaret TIKino a Locarno, 4 giorni in corto”.

“In quattro giorni, durante la seconda settimana di Festival, dovranno concepire, scrivere, realizzare, montare e presentare un corto metraggio. Tema del lavoro – precisa Bergonzi – “Le film perdu” che sarà presentato e giudicato dal pubblico locarnese sabato 13 agosto”.

Un trampolino di lancio

“L’obiettivo principale dei “Pardi di domani” – conclude Bergonzi – consiste nell’offrire ai giovani un trampolino di lancio. Un giorno, spero, questi ragazzi si faranno. Intanto si fanno le ossa”.

E in effetti è così. Il giovane regista ticinese Thierry Moro (classe 1974) e la sceneggiatrice Paola Fanetti (classe 1975) considerano il Festival una buona vetrina per i giovani esordienti.

Thierry e Paola colpiscono per il loro realismo e la loro lucidità. Non sognano ad occhi aperti Hollywood, ma si confrontano sul terreno della realtà. In un settore, come quello della cinematografia, che può essere anche molto tagliente.

A Locarno Thierry e Paola sono presenti nel concorso dei “Pardi di domani” con la pellicola “Le beau-frère”. “Oggi le condizioni per fare dei film – dichiara a swissinfo Thierry Moro – sono molto cambiate rispetto al passato. Siamo, insomma, più facilitati perché gli strumenti di base sono accessibili”.

La ricerca dei finanziamenti

Ma alla maggiore accessibilità degli strumenti di lavoro – una videocamera, un computer – non corrisponde un maggiore accesso ai finanziamenti.

“A livello svizzero – commenta il giovane regista – il corto non è valutato veramente per quello che è. E, quindi, non ha riscontri né a livello finanziario, né a livello di immagine”.

“In Francia – gli fa eco Paola – la situazione è un po’ diversa perché il cortometraggio è considerato in tutte le sue lettere di nobiltà. Il corto è un esercizio di stile in cui si cimentano anche professionisti navigati del cinema”.

Thierry e Paola si muovono nel settore con i piedi per terra. Riconoscono l’esistenza di difficoltà, sanno che nell’ambiente ci sono anche manovre poco chiare. Ma non si scoraggiano e affrontano gli inevitabili ostacoli con spirito di sfida. E senza presunzione alcuna.

Certo è che per crescere, per proporre nuovi lavori, occorre del denaro. Ma, prima ancora, maggiore fiducia nei giovani e nelle loro idee. “La vetrina internazionale di Locarno – concludono Thierry e Paola – è sicuramente importante per noi”.

“Ma a Locarno non troveremo né più finanziamenti, né più produttori interessati. Ma conosceremo altri giovani nella nostra stessa situazione. Con alcuni di loro uniremo le nostre forze e guarderemo avanti”.

swissinfo, Françoise Gehring, Locarno

Nel 1991 nascono i “Pardi di domani” come sezione competitiva di corti e medio-metraggi dedicata ai giovani registi indipendenti o studenti di scuole di cinema
2 competizioni distinte strutturano la sezione: una riservata alle recenti produzioni elvetiche; una monografica, dedicata di anno in anno a differenti regioni geografiche o culturali.
19 i film selezionati nella categoria Nuovi talenti svizzeri
26 le opere selezionate per il concorso monografico
27 i lavori della retrospettiva “Pardi di domani”

Per la prima volta i “Pardi di domani” presentano quest’anno alcuni lavori della Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana.

E intanto Berna promette più soldi per il cinema italofono. Venerdì 5 agosto è stata infatti firmata una Convenzione tra l’Ufficio federale della cultura e il Canton Ticino per sostenere la produzione cinematografica.

L’accordo, valdio fino al 31 dicembre 2007, prevede che ogni anno i due enti mettano a disposizione, per la realizzazione di lavori, 200 mila franchi a testa.

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