Il generale e la ragazza da copertina
Cosa hanno in comune Michelle Hunziker e il Generale Dufour? Sono celebrità svizzere ritratte da fotografi famosi. Mostra e libro della Biblioteca nazionale.
Le 200 stampe compongono un ritratto di famiglia eclettico della Svizzera, attraverso i volti di personaggi che hanno fatto la sua storia. Quella dei libri e quella delle riviste patinate.
La Biblioteca nazionale svizzera possiede un archivio fotografico che comprende 60’000 ritratti. Una collezione istituita proprio per trasmettere alle generazioni future le sembianze di personalità svizzere.
I primi dagherrotipi, ritratti del generale Dufour e di Albert Anker, risalgono addirittura al 1839. Se a quell’epoca solo un membro delle sfere più alte della società si poteva permettere un ritratto fotografico, a poco a poco la fotografia è diventata un’arte democratica, a portata di tutti. E anche il concetto di élite si è andato progressivamente allargando.
Elite e celebrità
All’inizio del Novecento furono gli autori, gli artisti, gli architetti famosi le vere icone dell’epoca: Carl Spitteler, Ferdinand Hodler, Le Corbusier. Nella nostra epoca entrano nell’archivio fotografico nazionale anche cuochi prestigiosi, come Irma Dütsch, editori, capitani d’industria, o cantanti rock, come Gölä.
Una star nella Svizzera tedesca, Gölä è pressoché sconosciuto nella parte latina del paese. Altro sintomo di come è cambiata la percezione del concetto di élite negli ultimi 150 anni.
Andri Pol, fotografo che pubblica su diverse riviste importanti, come Geo, Die Weltwoche o Das Magazin (inserto del Tages Anzeiger), racconta la genesi del suo ritratto preferito.
«Fotografando Gölä mi sono reso conto della differenza tra l’uomo privato e la star del rock locale. Nel suo ruolo pubblico, Gölä è il prototipo dell’uomo un po’ grezzo, del lavoratore che si è fatto tutto da solo». Una specie di Bruce Springsteen bernese.
«Ma in realtà lui non è così», spiega Andri Pol. Volevo dare un’idea della distanza che c’è tra la persona privata e il personaggio che appare sul palcoscenico. Lo osservavo lavorare con suo padre mentre rimettevano a posto una cantina. Improvvisamente la luce che proveniva da due lampade appese al soffitto, filtrata dal fumo della sigaretta, ha provocato uno strano effetto teatrale. Era la foto che volevo».
In altri casi il fotografo moderno alle prese con le celebrità da copertina ha a disposizione molto meno tempo. Per il ritratto di Michelle Hunziker appena un quarto d’ora. «È già molto riuscire ad avere un appuntamento con lei», commenta Andri Pol.
Il tempo non dà scampo
Sembra che oggi il tempo sia diventato il lusso più prezioso. Si misura l’importanza di qualcuno dai minuti che ci concede. E la fretta, di cui siamo tutti un po’ vittime, genera un ribaltamento totale dei valori rispetto al passato.
Una volta, i tempi lunghi d’esposizione costringevano il soggetto ad una disponibilità totale obbligandolo contemporaneamente a controllare la propria mimica facciale. Effetto sfruttato per ispirare un senso di autorità e distanza nei ritratti da «condottiero» della classe dirigente, militare e politica del passato.
Ora anche il ritratto di un capitano d’industria deve essere spigliato, rilassato, associato a sentimenti di simpatia e di vicinanza. Malgrado parta ancora leggermente dall’alto, lo sguardo del condottiero moderno è rivolto all’osservatore, come nel caso di Marcel Ospel, presidente del consiglio di amministrazione della banca UBS.
Sul comodino, i ritratti dei parenti
L’esposizione alla Biblioteca nazionale è allestita in una sala molto piccola e piuttosto buia. Non è lo spazio ideale. Per sfruttarlo al massimo, i ritratti sono ammonticchiati uno sull’altro come foto di famiglia un po’ asfittici sopra tanti comodini sovradimensionati.
Alcune riproduzioni più grandi respirano invece a pieni polmoni in un’ala della biblioteca ampia e luminosa. Qui la luce e la dimensione rendono giustizia alla creatività dei fotografi. Il libro, edito da Schwabe Verlag di Basilea, è invece un documento interessante per chi voglia collezionare frammenti visibili della propria identità culturale e sociale.
«Noi Svizzeri siamo a volte troppo discreti, ci vergogniamo quasi a metterci in mostra. A dire che siamo bravi. Altri paesi, la Francia ad esempio, riempiono costantemente le proprie riviste di pseudo-celebrità e si vantano di se stesse, a volte anche quando non è il caso» dice Andri Pol. Sciovinismo, ovvero il patriottismo un po’ fanatico, non è per caso una parola francese?
Probabilmente lo scopo della mostra e della pubblicazione «Dal generale alla ragazza da copertina» non è quello di far aumentare l’autostima degli svizzeri, ma è certamente un contributo valido alla conoscenza della ricca documentazione di cui dispone la Biblioteca nazionale. E tirar fuori i ritratti di famiglia dai cassetti polverosi non può far male alla memoria collettiva.
swissinfo, Raffaella Rossello
Dal generale alla ragazza da copertina.
Dal 10 giugno al 18 settembre 2005 alla Biblioteca nazionale svizzera.
Pubblicazione: Vom General zum Glamour Girl. Ein Portrait der Schweiz
Schwabe Verlag, Basel 2005.
256 pagine, 214 illustrazioni.
Con riassunto dei testi in italiano.
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