Italia: un mondiale meritato!
Al termine della Coppa del mondo di calcio la stampa elvetica ritiene «meritata» la vittoria dell'Italia e sottolinea il «triste addio» di Zinedine Zidane.
In un bilancio più globale, gli editorialisti si rammaricano per il gioco troppo difensivo dimostrato un po’ da tutte le squadre a discapito dello spettacolo.
«Italia in Paradiso» («Tribune de Genève»), «Italia campione» («Neue Zürcher Zeitung» e «Corriere del Ticino»), «Italia che assapora il suo trionfo», («La Liberté»), «Italia nell’euforia della vittoria» («Der Bund»), «Italia, la redenzione» («Le Temps»). Questi alcuni titoli apparsi sulle prime pagine dei quotidiani elvetici il giorno dopo la vittoria della squadra azzurra ai Mondiali di calcio di Germania.
I francesi infatti, nulla hanno potuto contro i giocatori allenati da Marcello Lippi, che si sono imposti per 5:3 ai calci di rigore.
L’immagine più gettonata dai giornali è quella di capitan Cannavaro mentre solleva la Coppa d’oro. Il forte difensore italiano «non poteva festeggiare in modo migliore la sua centesima selezione nella nazionale italiana», constata il quotidiano friburghese «La Liberté».
Campione del mondo dei nervi saldi
La finale è stata «aspra e combattuta», ma ha permesso all’Italia di scacciare la cattiva sorte e di conquistarsi il titolo agli «agognati» calci di rigore, scrive la «Tribune de Genève».
Per il quotidiano vodese «24 heures», la finale è stata dominata dalla Francia ma, sottolinea il suo commentatore, «sull’insieme del torneo non si può dire che il titolo sia stato usurpato».
Anche il commentatore della «Berner Zeitung» è della stessa opinione: «Il titolo va alla squadra che l’ha meritato. L’Italia ha giocato meglio di tutti. Ha saputo dosare le proprie forze e colpire al momento giusto», scrive. Sulla stessa linea d’onda anche il «Tages Anzeiger», secondo cui gli italiani si sono dimostrati «i campioni del mondo dei nervi saldi».
Eppure, almeno a giudicare dalla situazione all’inizio dei mondiali, la vittoria degli Azzurri, ricorda la «Tribune de Genève», non era affatto scontata. La squadra di Marcello Lippi si trovava in difficoltà a causa dello scandalo delle partite truccate, che rischiava di compromettere il suo mondiale. «Nell’avversità, sola contro tutti, l’Italia ha conquistato la sua quarta stella. Solo un mese fa, in pochi credevano che ciò fosse possibile», sottolinea il commentatore. «Ma Berlino non è Roma. La capitale tedesca ha consacrato l’Italia miglior squadra della competizione. E la squadra azzurra è un bel campione del mondo».
Zidane, mito offuscato
La partita è stata macchiata dall’espulsione di Zinedine Zidane per un brutto fallo su Materazzi (testata al petto) che i commentatori condannano all’unanimità. Un modo di dire addio al calcio che macchia l’immagine di «Zizou», in Francia considerato un’icona del calcio. «Ci si aspettava che lasciasse il campo sotto una pioggia di acclamazioni e di applausi della folla. E invece il numero 10 dei francesi ha commesso un gesto vendicativo, punito in modo corretto dall’arbitro. Una follia!», si legge sul quotidiano «24heures».
Stessa constatazione anche da parte del commentatore del giornale romando «Le Temps», che scrive: «Perdendo i nervi, Zidane ha offuscato la sua leggenda». Un gesto che per «La Tribune de Genève», è assolutamente «inscusabile». «Zinedine Zidane, ha chiuso la carriera in modo indegno, scivolando una volta di più in una di quelle sciocchezze che ne hanno macchiato un curriculum altrimenti straordinario», si rammarica dal canto suo l’editorialista della «Regione Ticino».
Per la «Basler Zeitung», lo storico capitano dei francesi è in parte responsabile della sconfitta della sua squadra: «L’espulsione dal campo di Zidane ha aperto agli azzurri il paradiso del calcio», scrive.
Calcio troppo difensivo
Nei loro bilanci finali sui mondiali, i commentatori non risparmiano le critiche sulla qualità del calcio visto durante la competizione, considerata da molti troppo scarsa e difensiva. Per l’editorialista del «Corriere del Ticino» non si salva nemmeno la neoeletta squadra azzurra ma, sottolinea, alla fine quel che resta è «il risultato nudo e crudo».
«Non è stato un mondiale caratterizzato da grande calcio», scrive dal canto suo il commentatore del quotidiano svizzero tedesco «Tages Anzeiger». «Quasi nessuna partita è stata indimenticabile e si serba un particolare ricordo solo di alcuni giocatori». Su un punto tuttavia questo evento sportivo si è rivelato unico: «Ha forse risvegliato qualcosa in ognuno di noi, ci ha forse fatto capire che vogliamo rompere l’individualità che caratterizza il mondo odierno e che vogliamo vivere maggiormente in comunione».
Anche «Le Temps» pone l’accento sulle emozioni che probabilmente solo un mondiale riesce a suscitare: «Il calcio non è più uno sport. È diventato una necessità, un affare di Stato», scrive il suo editorialista. «Ora che lo spettacolo è terminato e il grande circo smonterà il proprio tendone, nella gente rimane un grande vuoto. Ma si guarda avanti: il 2010 è vicino.
swissinfo, Anna Passera
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